venerdì 18 maggio 2018

Recensione; "Sofia si veste sempre di nero" di Paolo Cognetti

Buongiorno e buon venerdì a tutti cari amici lettori!
Il weekend è ormai alle porte e prima di salutarvi e lasciarvi liberi di crogiolarvi nel vostro relax, vi voglio/devo parlare di una delle mie ultime letture; "Sofia si veste sempre di nero", una raccolta di racconti scritta di Paolo Cognetti, che molti di voi conosceranno come vincitore del Premio Strega 2017 per "Le otto montagne".
Ecco a voi il mio personale commento




Titolo: Sofia si veste sempre di nero
Autore: Paolo Cognetti
Paese: Italia 
Genere: Raccolta di racconti
Pagine: 205
Casa editrice italiana: Minimun Fax
Anno di pubblicazione: 2012 (esiste anche un'edizione pubblicata nel 2017 sempre da Minimum Fax)
Prezzo di copertina: 16 euro copertina flessibile
Ebook: 8.99 euro
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"Sofia si veste sempre di nero" è una raccolta di dieci racconti che hanno come punto in comune la vita di Sofia Muratore, ragazza segnata da alcuni problemi famigliari e personali. Le storie vengono raccontare da un narratore esterno che rimarrà anonimo fino all'ultimo racconto e che si insinuerà nell'intimo della protagonista per dare voce alle sue angosce, alle sue inclinazioni, alle sue speranze. Dalla depressione della madre, ai tradimenti del padre, passando per l'influenza delle zia Marta, fino ad arrivare al tentativo di suicidio e alla partenza per l'America per inseguire finalmente il sogno di diventare un attrice; il tutto raccontato attraverso continui salti temperali e di prospettiva fatti per addentrarsi sempre di più nella mente e nel cuore della protagonista, cercando di capire un po' di più una persona che per tutti è sempre risultata incomprensibile.


Di certo "Sofia si veste sempre di nero" non può reputarsi una lettura "piatta"; la narrazione inizia infatti dalla sua nascita ma quasi subito si sfasa, iniziando a saltare da un avvenimento all'altro, quasi senza logica, offrendo al lettore dei pezzi del puzzle che lui dovrà pian piano ricostruire. Ci troveremo quindi non solo a parlare di Sofia, ma anche della madre Rossana, afflitta da una brutta depressione, del padre Roberto, che finisce per tradire la moglie con una collega e in seguito viene colpito da una brutta malattia, della zia Marta, rivoluzionaria e anticonformista con cui Sofia conviverà per un po', e di tutti gli altri personaggi che anche solo per un breve periodo hanno fatto parte della vita della protagonista, dando ad essa un particolare significato.
In questo modo gli argomenti trattati risultano essere molteplici e l'opera, alla fine, si rivela essere una sorta di vasto documento sulla vita moderna e sulle sue diverse e profonde pecche.
Lo stile di Cognetti è irreprensibile, chiaro ed incisivo, senza contraddizioni od incomprensioni; lui sa perfettamente cosa vuole raccontare e va dritto al punto. Una caratteristica davvero piacevole e purtroppo poco comune negli autori italiani moderni.
In conclusione, un opera da leggere e che, anche se non fornisce una fortissima affezione, può dare a chi lo legge degli importanti punti su cui riflettere e ragionare.
In vista della bella stagione e delle vacanze che stanno per arrivare, potrei anche dire che potrebbe adattarsi bene come lettura sotto l'ombrellone.

Voto: 6.5

Frase: "Ogni fiore piantato, ogni giocattolo dimenticato nell'erba è un pezzetto di una storia più grande e uno può anche provare a ricostruirla da lì; da una sdraio, un'aiuola di lavanda e rosmarino, un tavolo di plastica con quattro sedie pieghevoli, un'amaca, un triciclo, una ciotola di un cane"

Paolo Cognetti è nato a Milano il 27 gennaio 1978. Ha cominciato a scrivere all'età di diciotto anni e ha studiato matematica all'università e letteratura statunitense da autodidatta. Abbandonati gli studi accademici, si diploma alla Civica Scuola del Cinema di Milano ed in seguito inizia a farsi conoscere realizzando documentari a carattere sociale, politico e letterario.
Il suo esordio come autore avviene nel 2003 con il racconto "Fare ordine" a cui fa seguito l'antologia "La qualità dell'aria". Scrive diverse raccolte di racconti ("Manuale per ragazze di successo", "Una cosa piccola che sta per esplodere" e "Sofia si veste sempre di nero") e alcuni elogi alla letteratura americana ("New York è una finestra senza tende" e "Tutte le mie preghiere guardano verso ovest")  ma il vero successo arriva quando da sfogo ad un'altra sua grande passione, quella per la montagna, e dopo "Il ragazzo selvatico" scrive "Le otto montagne", vincitore del Premio Strega 2017.


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