domenica 31 marzo 2019

Recensione. "Allegiant" di Veronica Roth

Buona domenica a tutti amici lettori!
Oggi post speciale per farvi conoscere l'ultima recensione del mese, prima della consueta classifica finale che uscirà, presumibilmente, domani mattina.
L'ultimo libro che ho avuto modo di scoprire in questo Marzo dedicato principalmente alle autrici mi ha permesso di concludere una trilogia che mi aveva piacevolmente sorpreso e che mi portavo avanti da alcuni mesi; sto parlando ovviamente della serie dispotica young adult "Divergent" e del suo terzo ed ultimo capitolo "Allegiant". Come per tutti i libri che fanno parte di una serie vi consiglio di leggere questa recensione solo se avete già letto i capitoli precedenti per evitare spiacevoli spoiler. Detto questo, ecco qui il mio commento.




Titolo: Allegiant
Autore: Veronica Roth
Paese: Stati Uniti
Titolo originale: Allegiant
Genere: Romanzo dispotico/Young Adult
Pagine: 538
Anno di pubblicazione: 2014
Casa editrice italiana: DeAgostini
Prezzo di copertina: 14.90 euro copertina rigida, 10.90 euro copertina flessibile
Ebook: 6.99 euro
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Dopo la sconfitta degli Eruditi e la diffusione del video di Edith Prior, tutto il mondo in cui Tris ha sempre vissuto è destinato a cambiare. Ormai tutti sanno qual'è la vera funzione della società nella quale da sempre sono vissuti, e che fino ad allora credevano essere la unica esistente, ma sono ancora tanti i misteri da svelare tra cui capeggia quello di scoprire cosa si nasconde davvero dietro la recinzione. I piani di Tris e dei suoi amici vengono però fatti saltare in aria da alcuni membri della società che vogliono impedire qualsiasi contatto con il mondo esterno tra cui anche Evelyn, autoproclamatasi al comando e decisa ad imporre il proprio volere. Ciò che la madre di Tobias non ha messo in conto però è il formarsi di una fazione, gli Alleanti, convinti di dover ripristinare le fazioni e uscire nel mondo esterno, così come detto nel video rivelatore, nonché il duro tradimento del figlio che insieme al gruppo di amici si appresta ancora una volta a rivoltarsi contro il potere per andare finalmente a fondo nella verità.


Quando ho iniziato a leggere questa serie l'ho fatto con un po' di pregiudizi, devo ammetterlo. A primo acchito sembra destinata ad essere una trilogia puramente adolescenziale, leggera e forse anche un po' banale. Bhè, ancora una volta mi è stato dimostrato che nella lettura non bisogna assolutamente fermarsi alle apparenze. Forse escludendo il primo capitolo (che mi è piaciuto di meno ma forse perché già avevo visto il film e quindi conoscevo la storia) sia il secondo che il terzo libro sono stati capaci di farmi provare tante emozioni grazie all'alta dose di adrenalina e ai continui colpi di scena. Quella a cui appartengono "Divergent", "Insurgent" ed "Allegiant" è la categoria di dispotici che più mi piace, quella che mostra una società basata su equilibri e regole diverse dalle nostre che mostrano alla fine però degli insegnamenti importanti per comprendere il mondo in cui viviamo. Se in "Insurgent" abbiamo avuto un grande colpo di scena, in "Allegiant" ci troviamo a doverci confrontare con il cambio di fronte e la promessa di un nuovo futuro che può essere positivo o negativo. In questo capitolo finale troviamo tutti i personaggi a cui ormai siamo affezionati e che saranno costretti sia a confrontarsi una volta per tutte gli uni con gli altri e consolidare i rapporti già nati, sopratutto la grande storia d'amore tra Tris e Tobias. Proprio su questo fronte l'autrice fa una scelta molto interessante; a differenza dei due libri precedenti, unicamente narrati dal punto di vista di Tris, questa volta la narrazione è suddivisa tra i due personaggi principali. Questa scelta stilistica permette in primo luogo di arrivare a conoscere in modo ancor più approfondito il personaggi di Tobias che, esattamente come la protagonista, durante la serie ha subito un profondo cambiamento. Se Tris si è trasformata da ragazza timida ad insicura a macchina da guerra, Tobias ha subito il processo opposto diventando da ragazzo ombroso e brusco ad un essere più indifeso, quasi umano. Non mi stupisce che la loro unione sia stata capace di coinvolgere milioni di lettrici in tutto il mondo ed anche io, che sono poco romantica di natura, non ho potuto non rimanere colpita dall'intensità di quest'amore giovane e destinato a combattere per resistere contro tutto e tutti. Concludendo non posso non fare che i miei complimenti a Veronica Roth per essere stata capace di creare una storia che si legge in un attimo, che trasporta in un nuovo mondo e che riflettere sul vero senso della lotta e dalla speranza per il futuro. Leggerò sicuramente qualcos'altro di suo.

Voto: 7.5

Frase: "La città, la nostra città, è più vicina alla distruzione di quanto sia mai stata. Possiamo fare finta di non appartenervi più, perché viviamo relativamente al sicuro qui dentro, ma non è così. Noi vi apparterremo per sempre"


Veronica Roth è nata il 19 agosto 1988 a New York e attualmente vive a Chicago con il marito. Il suo esordio è avvento in giovanissima età con la pubblicazione del romanzo best seller "Divergent", che ha scritto rubando il tempo agli esami, e a cui hanno fatto seguito due romanzi "Insurgent" e "Allegiant" e una raccolta di racconti "Four".
Nel 2017 è uscita anche il primo libro della duologia "Carve de Mark" "I presidiati" che si concluderà quest'anno con "Il destino divide".




venerdì 29 marzo 2019

Recensione "Un matrimonio americano" di Tayari Jones

Buongiorno amici lettori!
Anche questa mattina eccomi pronta a parlarvi di una delle mie ultime ultime letture. Non so quanti di voi lo facciano ma io sono solita dare molto peso, nelle mie scelte di lettura, ai pareri dei miei colleghi bookblogger e bookinstagrammer, soprattutto a quelli che gestiscono blog e profili che mi piacciono particolarmente. Seguo molto spesso le storie, cerco di stare al passo con i post e se un libro colpisce la mia attenzione, aspetto con ansia il parere di chi lo ha letto. Se un blogger o un instagrammer parla di un libro che ha appena letto con vera passione ed entusiasmo è praticamente impossibile per me resistere alla tentazione di leggero. Il libro di cui vi voglio parlare questa mattina mi è proprio stato consigliato da una delle mie pagine Instagram preferite (se volete sapere quale vi basta fare un salto sul mio profilo Instagram e cercare il post in questione) e io non ho potuto non correre ad acquistarlo. Si tratta di "Un matrimonio americano" libro di Tayari Jones e una delle nuovissime pubblicazioni Neri Pozza, che tanto ultimamente ha fatto parlare il popolo del web ma che quando si parla di bei libri sa cosa proporre. Volete sapere la mia opinione al proposito? Bene, qui sotto potete trovare la mia recensione!



Titolo: Un matrimonio americano
Autore: Tayari Jones
Paese: Stati Uniti
Titolo originale: An American Marriage
Genere: Romanzo
Pagine: 364
Anno di pubblicazione: 2018
Casa editrice italiana: Neri Pozza
Prezzo di copertina: 18 euro copertina flessibile
Ebook: 9.99 euro
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Roy e Celestial sono sposati solamente da una anno e mezzo quando la loro vita viene distrutta per sempre. è il weekend del Labor Day e la coppia, in visita ai genitori di lui, decidono di pernottare in un piccolo motel a pochi chilometri dalla cittadina. In seguito ad una dura discussione, Roy esce dalla stanza per fare due passi e prendere un po' di ghiaccio ed è proprio al distributore che incontra una donna. Ha all'incirca l'età di sua madre, sembra molto stanca e ha un braccio rotto quindi lui si appresta a darle una mano e a riaccompagnarla nella sua stanza dove rimane per un po' per compiere alcuni lavoretti. Prima di andarsene avvisa la donna che la porta non si chiude bene e lei lo ringrazia con un sorriso. Una volta tornato dalla moglie i dissapori si sono affievoliti e quindi la coppia può andare finalmente a dormire. Peccato che tutto è destinato a crollare e che nel mezzo della notte la porta viene buttata giù e un gruppo di poliziotti arresta Roy con l'accusa di aver aggredito e violentato la donna conosciuta qualche ora prima. Consapevole del fatto che il marito non si sia mai mosso dalla camera per tutta la notte, Celestial cerca in tutti i modi di difenderlo, dando sfogo a tutte le conoscenze e al capitale della propria famiglia, ma non c'è nulla da fare. Il fatto che Roy sia nero è abbastanza per portare alla sua colpevolezza e viene incarcerato per dodici anni. Tra lettere e visite, la coppia dovrà affrontare gli anni che li aspettano arrivando a capire che cosa sia davvero il matrimonio e mettendo alla prova l'amore che fino a quel momento gli aveva così tanto uniti.


Il libro di Tayari Jones affronta due tematiche molto importanti; la prima è quella del matrimonio e la seconda è la vessazione e il pregiudizio verso la popolazione nera che ancora oggi controlla la società degli stati della ex zona sudista degli Stati Uniti. Va da sé quanto entrambe le tematiche sono portate e toccare nel profondo l'intimità di chi legge. Attraverso la storia di Roy e di Celestial il lettore verrà portato a farsi determinate domande sulla realtà del mondo che lo circonda e sull'unione tra due persone; davvero c'è ancora gente al mondo che pensa che basta avere un colore di pelle diverso per essere considerati immediatamente assassini, ladri e stupratori? Cosa vuol dire davvero essere marito e moglie? Cosa sancisce la parola "lo voglio" nella vita delle persone che decidono di pronunciarlo? E, soprattutto, è davvero reale l'affermazione che l'amore non ha limiti? Grazie ad una bella costruzione narrativa e ad una prosa coinvolgente l'autrice cerca di farci analizzare tutto questo partendo da un punto di rottura e vedendo come questo possa sconvolgere totalmente gli equilibri di una vita. La narrazione si divide in parti; le prime vengono gestita equamente dai i due protagonisti che, uno alla volta, raccontano il loro personale punto di vista sulla faccenda mentre le ultime vedono l'inserimento di un altro personaggio, presente fin dall'inizio, ma che ad un certo punto assume una nuova veste capace di sconvolgere ancora una volta tutto quanto. Il tutto infine, viene alternato da lunghe serie di lettere, principalmente tra Roy e Celestial, unico modo che ha il marito per comunicare con la moglie dall'interno del carcere, che spezzano un po' il filo narrativo prendendo la lettura su più piani e quindi per nulla noiosa. Detto questo ora voglio spostarmi su un piano più personale. Nonostante io abbia apprezzato moltissimo tutti gli elementi già citati e abbia trovato questa lettura davvero molto azzeccata ho fatto fatica a creare un empatia nei confronti dei personaggi che, seppur  caratterizzati benissimo, non sono riusciti a conquistare la mia simpatia, ad eccezione di Roy, ma anche per lui solo in parte. Ho trovato soprattutto nel personaggio femminile una forte presunzione ed alcune scelte, seppur comprensibili, non mi sono molto piaciute. Inoltre avvicinandosi al finale è nata in me la trepidazione per l'attesa di un grande colpo di scena, quello che avrebbe rivelato la verità e avrebbe, con un colpo di bacchetta, invertito le parti ma questo non è avvenuto (se non forse in maniera molto velata) e quindi sono un po' rimasta con l'amaro in bocca. Questo è ovviamente un commento personale che non toglie nulla al fatto che quello di Tayari Jones sia un bel libro quindi mi trovate concorde con la mia collega Irene. Forse non con lo stesso entusiasmo, ma ve lo consiglio sicuramente.

Voto: 7

Frase: "Le emozioni umane travalicano la comprensione, sono lisce e ininterrotte come una sfera di vetro soffiato"


Tayari Jones è laureata presso lo Spelman College, l’Arizona State University e l’Università dell’Iowa. Ha scritto per diverse testate giornalistiche, tra cui si segnalano Tin House, The Believer, The New York Times e Callaloo. Vincitrice di numerosi premi letterari, è autrice dei romanzi "Silver Sparrow", "The Untelling" e "Leaving Atlanta". "Un matrimonio americano", il suo quarto romanzo, ha avuto un immediato successo di pubblico e critica. Tayari Jones è docente di scrittura creativa presso l’Emory University.



giovedì 28 marzo 2019

Recensione; "La lunga vita di Marianna Ucrìa" di Dacia Maraini

Buongiorno amici lettori!
L'ultima settimana di Marzo sta volgendo al termine e io sono molto serena perchè le mie letture procedono bene così come le recensione qui sul blog. Forse questo mese posso farcela a concludere nei tempi previsti. Tornando a noi, oggi vi voglio parlare di uno degli ultimi libri che ho letto, un romanzo storico che volevo leggere da tantissimo tempo e che porta con sè una breve storia che vi racconterò nella recensione. Sto parlando di "La lunga vita di Marianna Ucrìa" uno dei libri più celebri dell'apprezzatissima autrice italiana Dacia Maraini. Per non dilungarmi troppo con la presentazione mi fermo qui. Se volete saperne di più, qui sotto trovare la mia recensione.



Titolo: La lunga vita di Marianna Ucrìa
Autore: Dacia Maraini
Paese: Italia
Genere: Romanzo storico
Pagine: 307
Prima pubblicazione: 1990
Casa editrice: Rizzoli
Anno edizione: 2018
Prezzo di copertina: 11 euro copertina flessibile, disponibile in molteplici edizioni
Ebook: 7.99 euro
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Nella Sicilia della prima metà del Settecento, si svolgono le vicende di Marianna, figlia del duca Ucrìa, bambina prima, ragazza e donna poi, resa sordomuta in seguito ad un oscuro episodio dalla famiglia finemente celato. Munita dell'occorrente per scrivere, unico suo modo per comunicare, Marianna assisterà come uno spettatore passivo alle vite delle persone che la circondano, i genitori, i fratelli, le donne di servizio e i popolani destinati ai lavori nelle loro terre. Costretta a sposarsi molto giovane con uno zio, fratello della madre e cugino del padre, Marianna dovrà presto confrontarsi con il ruolo di madre, veder crescere i propri figli, tutti diversi tra loro, senza riuscire però a sentirli vicini davvero fino a quando, alla morte del marito, dovrà rivelarsi davvero, trasformandosi in una donna intraprendente, decisa e sicura di sè, disposta anche a lasciarsi andare per scoprire il vero significato dell'amore.


Prima di lasciarvi il mio parere su quest'opera voglio farvi conoscere la breve storia che vi anticipavo della presentazione; dovete sapere che diversi anni fa (avevo circa dodici/tredici anni) a casa di un caro amico di famiglia trovai una vecchia edizione di questo romanzo ed iniziai a leggerlo. Mi prese da subito così tanto che divorai le sue pagine, lasciandomi trasportare dalle emozioni che portava con sè. Poi un giorno, non si sa bene quando né come, smisi di leggerlo (al tempo non ero costante come adesso e potevano anche passare mesi tra un capitolo e l'altro) e quel vecchio libro andò perduto. Diversi anni dopo, con ancora nelle mante alcune sue scene, decisi di ricercarlo, senza successo, fino a quando lo scorso anni ho trovato una bellissima nuova edizione Rizzoli Vintage in libreria, che non ho potuto non acquistare immediatamente. Con questa premessa penso che possiate capire l'emozione con cui mi apprestavo a riprendere i mano questa opera, convinta che mi avrebbe fatto riprovare le sensazioni di un tempo, non che farmi finalmente scoprire come la vita di Marianna Ucrìa sarebbe andata a finire.. ecco, è con molto dispiace che lo dico, ma questo romanzo si è rivelato ben al di sotto di tutte queste mie aspettative. è forse vero che ogni libro ha il suo esatto momento per essere letto, forse avrei dovuto avere più costanza e continuare a leggerlo tanti anni fa, senza aspettare od indugiare, forse avrei addirittura dovuto dimenticarlo e lasciarlo nella mia memoria, incompleto ma perfetto. Ho addirittura avuto l'impressione che ci sia stata una grande rivisitazione dell'opera tra un'edizione e l'altra. Fin ad ora però ho parlato della mia personale esperienza, che non centra nulla con l'opera in sé. Parto con il dire che la scrittura di Dacia Maraini è davvero eccezionale; elegante ed estremamente piacevole soprattutto nelle descrizioni che fanno da padrone in quest'opera, vista interamente dal punto di vista della protagonista e, quindi, quasi del tutto sprovvista di discorsi diretti. Ciò permette di rendersi davvero conto della condizione in cui ha vissuto Marianna, impossibilitata sia a comunicare con gli altri sia a comprendere le loro parole se non attraverso la lettura e la scrittura. Le sue relazione con i personaggi che la circondano sono quasi sempre asettici e privi e sensibilità ed emozioni e questa è la prima cosa che mi è mancata in questa lettura. Pur apprezzando la scelta di rendere al meglio l'isolamento della protagonista nel mondo che la circonda avrei voluto percepire maggiormente le sue emozioni che certamente non sono mancate in un vita così particolare come al sua. Marianna è una bambina isolata, è una ragazza che molto giovane si trova già sposata con un uomo sconosciuto e quasi mamma, è una donna che vede crescere i suoi figli ed infine è una duchessa decisa a cambiare le cose e che vive un amore arrivato troppo tardi e assolutamente vietato. Mi è dispiaciuto non riuscire a percepire a pieno la sua emotività, così come quella dei bei personaggi che la circondano. Un altra scelta che non ho concepito è quella di svelare la verità sul passato di Marianna e sul episodio che l'ha resa sordomuta già dalla trama, quando invece l'autrice aveva voluto celarlo fino alla fine. Io che già conoscevo in parte la storia e sapevo la verità, sono rimasta stupita di questa scelta ma immagino i lettori che si apprestano a leggere questo libro per la prima volta e si vedono da subito svelato il più grande colpo di scena di tutta la lettura quanto possono sentirsi frustrati. Quindi quello che mi sento di dirvi è; leggete questa storia, fatelo senza timore, soprattutto se volete essere coccolati da una prosa elegante e poetica, ma assolutamente NON leggete la trama! Andate sulla fiducia e lasciatevi travolgere dalle descrizioni di Marianna e della sua a volte dolorosa a volte dolce, ma comunque incredibile vita.


Voto: 6.5

Frase: "Uscire da un libro è come uscire dal meglio di sè" 


Dacia Maraini è nata a Fiesole il 13 novembre 1936, primogenita dello scrittore ed etnologo toscano Fosco Maraini e dalla principessa e pittrice palermitana Topazia Alliata. Poetessa, saggista, drammaturga e sceneggiatrice, è una delle autrici italiane più lette al mondo. Il suo primo romanzo "La vacanza" venne pubblicato nel 1962 e ad oggi ha all'attivo più di quaranta opere. Tra le sue opere più importanti ricordiamo "La lunga vita di Marianna Ucrìa", "Mio marito", "L'uomo tatuato", "Il mostro dagli occhi verdi", "Il treno dell'ultima notte" e "La bambina e il sognatore"

mercoledì 27 marzo 2019

Recensione; "Cara Ijeawele. Ovvero quindici consigli per crescere una bambina femminista" di Chimamanda Ngozi Adichie

Buongiorno a tutti amici lettori!
Come ormai saprete una dei gruppi di lettura a cui mi piace partecipare quando possibile è quello nato su Instagram e soprannominato "We can read it"; un grande gruppo di lettura virtuale che ha come obiettivo diffondere e conoscere meglio tutte quelle opere che in qualche modo trattano un argomento femminista. Per il mese di Marzo la scelta è ricaduta su un breve saggio di una delle autrici più amate e conosciute dal titolo "Cara Ijeawele. Ovvero quindici consigli per crescere una figlia femminista". L'autrice è Chimamanda Ngozi Adichie e se ancora non si è letto nulla di suo o si conosce poco il suo pensiero, questo è un ottimo punto di partenza. Ecco la mia recensione.



Titolo: Cara Ijeawele. Ovvero quindici consigli per crescere una bambina femminista
Autore: Chimamanda Ngozi Adichie
Paese: Nigeria
Titolo originale in lingua inglese: Dear Ijeawele, or A Feminist Manifesto in Fifteen Suggestions

Genere: Saggio
Pagine: 96
Anno di pubblicazione: 2017
Casa editrice italiana: Einaudi
Prezzo di copertina: 15 euro copertina flessibile
Ebook: 6.99 euro
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In questo piccolo ma splendido saggio Chimamanda Ngozi Adichie esprime a pieno il suo pensiero sulla lotta femminista nel suo Paese e nel mondo intero e lo fa nella maniera più intima e diretta possibile, rivolgendosi ad una sua cara amica, Ijeawele, da poco diventata mamma di una bambina e alla ricerca dei suoi consigli su come educare la figlia ad essere una femminista. Chimamanda risponde a questo suo bisogno e fa dando vita ad un saggio molto breve ma incredibilmente interessante dove affronta diversi argomenti legati al femminismo e dove afferma convinzioni che non possono che colpire per la loro profonda verità. Chimamanda parla della tendenza che molte donne hanno nel trincerarsi dietro il fatto che il mondo sia degli uomini e che si possa ancora realmente fare poco per cambiare le cose, condanna il pensiero comune (nel suo Paese ancora molto radicato) che una donna possa compiere solo determinate mansioni o raggiungere solo terminati obbiettivi. denuncia alcune caratteristiche della società e del pensiero comune che sembrano innocenti ma che fanno da punto di partenza per la nascita di un pensiero sbagliato come la differenza tra i giochi da maschio e i giochi da femmina, gli sport definiti maschili o femminili, persino i colori che servono per definire un genere o un altro. Chimamanda affronta tutti questi temi ma anche alcuni molto più importanti, come i pregiudizi che ancora oggi colpiscono le donne, offrendo alla giovane mamma una strada da seguire per insegnare a sua figlia a credere in sè stessa, a non porsi limiti e dire la sua, anche quando questo può avere delle conseguenze. Un opera da leggere e sopratutto da regalare alle neo mamme per metterle in guarda sui comportamenti da evitare e per crescere una generazione di donne che sarà un passo avanti nella strada verso l'emancipazione e la parità di diritti.

Voto: 8

Frase: "Il presupposto femminista dev'essere: io sono importante. Ho pari importanza. Non - se solo-. Non - a condizione che -. Io ho pari importanza. Punto"


Chimamanda Ngozi Adichie è nata a Enugu, in Nigeria, il 15 settembre 1977. A diciannove anni ha vinto una borsa di studio per l'Università di Drexler, a Filadelfia, dove visse due anni per poi trasferirsi in Connecticut. Il suo esordio letterario avvenne nel 1997 con la pubblicazione della raccolta di poesie "Decisions" e della seguente opera teatrale "For love of Biafra". Appena terminata l'università inizia a lavorare al suo romanzo "Ibisco viola" con il quale nel 2005 vince il Commonwealth Writers' Prize per la categoria "First Best Book". Celebre attivista per i diritti dei neri e delle donne ha pubblicato diversi romanzi e saggi sull'argomento come "Ma le farfalle mangiano le ceneri?", "Metà di un sole giallo", "Quella cosa intorno al collo", "Americanah" e "Dovremmo essere tutti femministi". 


martedì 26 marzo 2019

Recensione; "Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop" di Fannie Flagg

Buon martedì a tutti amici lettori!
Nuovo giorno, nuova recensione. Oggi vi parlo di un libro famosissimo, da cui è stato tratto anche un celebre film, di cui praticamente tutti i book blogger, i bookstagrammer e i lettori occasionali hanno già ampiamente parlato. E visto che io sono solita arrivare sempre un po' in ritardo sui grandi romanzi (li recupererò tutti, promesso, datemi solo il mio tempo) solo ora ho avuto modo di leggerlo. Sto parlando di "Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop" l'opera più famosa dell'autrice americana Fannie Flagg. Anche grazie alle bellissime nuove edizioni Rizzoli Bur negli ultimi tempi la Flagg ha spopolato tra i lettori ed io, incuriosita dalla tante chiacchiere ho deciso di apprestarmi a conoscere questa storia. La mia opinione? Eccola a voi nella mia recensione.




Titolo: Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop
Autore: Fannie Flagg
Paese: Stati Uniti
Titolo originale: Fried Green Tomatoes
Genere: Romanzo
Pagine: 368 
Prima pubblicazione: 1991
Casa editrice italiana: Rizzoli Bur
Anno edizione: 2013
Prezzo di copertina: 10 euro copertina flessibile
Ebook: 5.99 euro
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Se si volesse visitare Whistle Stop, piccolo cittadina dell'Alabama, ai giorni d'oggi si troverebbe solo un ammasso di case, molte delle quali abbandonate. Ma se si potesse viaggiare nel tempo e recarsi nello stesso luogo negli anni '40 ciò che apparirebbe agli occhi sarebbe molto diverso; una ridente cittadina costruita intorno alla stazione ferroviaria, con le sue casette con il giardino, la funzionale Posta della signora Weems, il solone di bellezza della signora Otis e soprattutto il piccolo caffè, proprio dall'altra parte dei binari, gestito da Idgie Threadgoode e Ruth Jamison, due donne che definire singolari sarebbe un eufemismo. La loro storia non può non farci decidere di viaggiare nel tempo, per aspirare quell'aria di festa, di rivoluzione, di lotte, proprio come fa Evelyn Couch, molti anni dopo, grazie al racconto di una nuova amica trovata per caso nella sala comune di un centro per anziani e arrivata a cambiare completamente la sua visione della vita.


Inizio con il dire che questa recensione mi mette un po' in difficoltà, come tutte quelle in cui mi trovo a raccontare di un romanzo in cui si sarebbe davvero troppo da dire. Posso partire dal fatto che quest'opera parte lentamente, affronta il lettore a testa bassa, un po' lo confonde con i suoi bruschi salti temporale ma lo trasporta fino alla fine. L'impressione finale che mi è rimasta è stata di aver trovato dei nuovi amici, delle persone uniche e magnifiche, delicate ma forti, allo stesso tempo, Gli ho visti crescere, fare delle scelte, sbagliare e restare impigliati in grandi guai. Ho avuto modo di seguirli nella loro vita quotidiana, ho sentito i loro stessi pettegolezzi grazie ai bollettini settimanali di Dot Weems, li ho visti spalleggiarsi l'uno con l'altro, nonostante i dissapori portati avanti nel tempo. Ed in tutto questo ho sentito parlare di intolleranze razziali, di molestie famigliari, di un amore visto di mal'occhio ma destinato a durare tutta la vita. Forse grazie alla sua storia personale, Fannie Flagg mostra una delicatezza nel affrontare questi argomenti così importanti, pur mantenendo la loro forza, che lascia davvero spiazzati. Il legame tra Idgie e Ruth, più simile all'amore che all'amicizia, appare velato tra le righe, i racconti e i ricordi, ma queste due donne non potranno che farsi ricordare grazie alla alla loro forza e al coraggio di ribellarsi alle scelte comune della società dell'epoca. Valore centrale ha senza subbio il ruolo della donna nei diversi decenni; partiamo dalla storia delle due protagoniste fino ad arrivare ben quarant'anni dopo alla figura di Evelyn Couch apparentemente diversa ma in fondo ancora ancorata all'idea che una donna debba essere moglie e madre, nulla di più nulla di meno. Fannie Flagg parla alle donne nelle loro diverse caratteristiche ma più ampiamente parla a tutti coloro che abbiano subito dei maltrattamenti per via del loro sesso, razza o religione, ma allo stesso tempo parla anche a quelli che si credono i più forti solo perché appartenenti alla razza dominante, insegnandoli che non c'è mai fine alla forza dei più deboli. Io di questa storia mi sono un po' innamorata, e se voi ancora non avete provato questa emozione, correte a farlo.


Voto: 8

Frase: "Ci sono persone magnifiche su questa terra, che se ne vanno in giro travestite da normali esseri umani"


Fannie Flagg è il nome d'arte di Patricia Neal, nata a Birmingham il 21 settembre 1944. Attrice e celebre scrittrice dichiaratamente omosessuale caratterizza i suoi romanzi con riferimenti, personaggi e situazioni care al mondo LGBT. Attualmente divide il suo tempo tra la California e l'Alabama. Di sua pubblicazione "Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop", "Hamburgher e miracoli sulle rive di Shell beach", "Pane cose e cappuccino dal fornaio di Eimwood Springs", "In piedi sull'arcobaleno", "Mr Zuppa Campbell, il pettirosso e la bambina", "Torta al caramello in paradiso", "Miss Alabama e la casa dei sogni" e "Voli acrobatici e pattini a rotelle a Whik's Philip Station".

lunedì 25 marzo 2019

Recensione: "Ritornare a casa" di Liliana Onori

Buongiorno a tutti!
Una nuova settimana ha inizio e io sono super pronta per parlarvi delle mie ultime letture. Il libro di cui vi voglio parlare oggi deriva dalla collaborazione con un'autrice emergente che conosco già molto bene per aver avuto la possibilità di leggere due altri suoi libri. Sto parlando di Liliana Onori, più volte ospite di questo blog sia con i suoi romanzi sia per la rubrica dedicata alle interviste. Oggi vi parlo del suo romanzo d'esordio "Ritornare a casa" revisionato e tornato in una nuovissima edizione ancora più profonda ed emozionante. Se volete saperne di più, ecco la mia recensione



Titolo: Ritornare a casa
Autore: Liliana Onori
Paese: Italia
Genere: Romanzo
Pagine: 154 
Casa editrice italiana: LibroSì Edizioni
Ebook:  0.99 euro
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Mike e Bobby sono amici da sempre, anzi si può dire tranquillamente che si conoscano dal giorno della loro nascita, avvenuta a pochi giorni di distanza nella cittadina di Jules, in Georgia, sotto il controllo della levatrice Maggie che con il tempo è diventata per loro più che una semplice balia. Entrambi segnati da un destino difficile, scappano alla loro condizione rifugiandosi al piccolo aeroporto di Robert, il marito di Maggie dove entrambi iniziano a coltivare la passione per il volo. Ed è proprio la voglia di volare via che per un crudele scherzo del destino giunge a separarli per via di un brutto incidente che spezza l'esistenza di Bobby. Senza l'appoggio del suo compagno, per Mike sarà molto difficile continuare a vivere ma la più terribile azione del padre violento fa sì che lui scelga di scappare via ed iniziare una nuova vita. Solo molti anni dopo sarà costretto a fare ritorno a Jules ed affrontare finalmente i fantasmi del suo passato.


La penna di Liliana Onori crea ancora una volta un romanzo estremamente piacevole e ricco di tante emozioni; dal dolore della perdita alle molestie famigliari, ma anche dall'amore alla voglia di ricominciare e chiudere finalmente con un passato troppo difficile da dimenticare. Come spesso nella vita di chi ha sofferto tanto può succedere, Mike sceglie di covare dentro di sé il dolore e la rabbia per trascorsi che non potrà cancellare e che lo hanno rese la persona sofferente che è oggi. Grazie ad un nuovo amore e ad un affetto sincero però il protagonista si renderà conto che c'è sempre un motivo per ricominciare. Anche in questo romanzo hanno molto importanza i riferimenti storici che si fondono con la vita dei personaggi; vengono citati ad esempio l'attacco di Pearl Harbor e l'indimenticabile concerto di Woodstock. L'autrice è magistrale nel dare vita alle emozioni e alle sensazioni dei protagonisti dando vita ad una narrazione intima che non può non colpire l'animo dei lettori. Anche questa volta, non posso che non consigliarvelo.

Voto: 7.5


Frase: "Il passato non muore mai, plasma i caratteri, genera le paure, trasforma i cuori e le anime delle persone. Il passato è vivo in ogni giorno del presente che viene vissuto, perché non può essere cancellato. e aggirarlo non funziona, bisogna passarci attraverso. è una strada sulla quale si finisce sempre per tornare. Una strada dove niente e nessuno viene perduto a lungo"


Liliana Onori. Il suo amore per i libri e per la scrittura ha radici lontane; da bambina, infatti, creava brevi racconti fantasy per i suoi compagni di scuola. Liliana ha sempre fatto dello scrivere la sua attività principale, cimentandosi in generi diversi fino ad arrivare, nel 2008, alla pubblicazione del romanzo Ritornare a casa” per Aletti Editore. Nel 2015 inizia la sua collaborazione con la casa editrice LibrosiEdizioni con cui, lo stesso anno, pubblica Come il sole di mezzanotte” e il sequel Ci pensa il cielo”. “La prima volta che ho preso una penna in mano” confessa “Ho capito che da quel momento l’unica cosa che avrei voluto fare per sempre era scrivere”

sabato 23 marzo 2019

Segnalazione novità: "Arte perversa" di Enzo Casamento

Buon sabato a tutti amici lettori!
Oggi pubblicazione speciale in  occasione dell'uscita di un interessante nuovo romanzo; "Arte perversa" di Enzo Casamento, apprezzato autore di "Acuba. Trappola da un altro mondo" proprio da oggi disponibile in esclusiva su Amazon. Si tratta di un interessantissimo thriller che scorre in bilico tra i più efferati omicidi e le leggende bibliche, il tutto arricchito della indagini di un'intuitiva agente convinta a svelare finalmente i segreti del passato. In attesa di potervene parlare meglio in una prossima recensione, vi lascio la scheda del libro, la trama e una breve biografia dell'autore. Andate a darci un occhiata, sono certa che non saprete resistere!




Titolo: Arte perversa
Autore: Enzo Casamento
Paese: Italia
Genere: Thriller
Pagine: 303
Anno di pubblicazione: 2019
Prezzo di copertina: 11.99 euro copertina flessibile
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Trama: 
Andrew Hill, un sedicente guaritore, viene arrestato con l’accusa di  essere Satana, lo spietato serial killer che marchia a fuoco le sue vittime con un cobra, il simbolo più sacro del Satanismo. Oltre ad ucciderle in maniera crudele, Satana “lavora” il corpo delle vittime per riprodurre quadri famosi. Al processo Hill viene assolto. Gli omicidi riprendono. Nonostante l’assoluzione, la task force che dà la caccia al killer è 
convinta che anche i nuovi omicidi siano opera di Hill. L’agente Anna Russo non è convinta della colpevolezza di Hill, per cui viene espulsa dalla squadra che si occupa del caso. Quando il suo 
passato torna a minacciarla, si rende conto che Hill è l’unico che  potrebbe aiutarla. Nonostante il pericolo, decide di incontrarlo da sola, senza alcuna protezione…



Enzo Casamento, già autore di un best seller internazionale su giochi logici e creatività, esordisce nella narrativa pubblicando in esclusiva con Amazon “Acuba – Trappola da un altro mondo”, romanzo che ottiene un notevole successo. Arte perversa”, sempre in esclusiva con Amazon, è il suo secondo romanzo.

venerdì 22 marzo 2019

Segnalazione Thrillernord; "La donna scomparsa" di Sara Blaedel

Buon venerdì a tutti amici lettori!
La primavera è arrivata e io sono tornata per segnalarvi una nuova recensione scritta per Thrillernord. Ad inizio mese mi è stato proposto di scrivere recensione ed ambientazione per il blog tour organizzato da Fazi Editore per celebrare l'uscita di "La donna scomparsa" nuovo romanzo di Sara Blaedel sulle indagini della detective Louise Rick e io ho accettato più che volentieri. Pur  non conoscendo la serie ho scoperto una storia intrigante e molto piacevole che mi ha fatto venire voglia di recuperare tutto i capitoli precedenti. Da qualche giorno è uscita la mia recensione per cui qui sotto vi lascio scheda libro, trama e link per poterla leggere sul sito di Thrillernord!



Titolo: La donna scomparsa
Autore: Sara Blaedel
Paese: Danimarca 
Genere: Thriller
Pagine: 316
Anno di pubblicazione: 2019
Casa editrice italiana: Fazi Editore
Prezzo di copertina: 16 euro copertina flessibile
Ebook: 7.99 euro 
Link per l’acquisto Amazon e ibs







Trama: 
È una notte buia e piovosa, in Inghilterra. Al limitare di un bosco, a pochi passi dall’aperta campagna, c’è una casa con una finestra illuminata. All’interno, la sagoma di una donna, in controluce. A completare il quadro, si aggiungono il marito e la figlia adolescente. Da fuori, un uomo osserva la scena con un fucile da caccia in mano; riesce a immaginarsi il profumo della cucina, il calore familiare della stanza, le conversazioni di fine giornata. Fa un respiro profondo, preme il grilletto e colpisce la donna in piena fronte. Lei si accascia sul pavimento. Lui scappa.
In Danimarca, la detective Louise Rick e il collega Eik hanno deciso di andare a vivere insieme ma lui sparisce nel nulla. Nel giro di pochi giorni, Louise riceve una telefonata: Eik è stato arrestato per disturbo della quiete pubblica e intralcio alle indagini. Si trovava in Inghilterra, sul luogo del delitto della donna inglese, Sophie Parker, il cui nome figurava da molto tempo nella lista delle persone scomparse. La sua sparizione era stata denunciata diciotto anni prima proprio da Eik: era la sua fidanzata. Cosa sta succedendo? Sconvolta e terrorizzata dal coinvolgimento di Eik nel caso, Louise deve mettere a tacere il suo tumulto interiore se vuole trovare il killer di quella che si rivelerà la sua indagine più controversa

Recensione completa ad ambientazione su thrillernord.it


Voto: 7.5

Frase: "Quando non si ha più niente per cui vivere, bisognerebbe avere la possibilità di morire" 


Sara Blaedel è nata il 6 agosto 1964 a Copenaghen. Prima di dedicarsi alla scrittura è stata editrice e giornalista. Ha pubblicato dieci romanzi, che hanno venduto oltre tre milioni di copie. Tradotta in trentasette paesi, è conosciuta come la regina del crime danese. Il suo personaggio più celebre, Louise Rick presto arriverà sui grandi schermi grazie a Bron Studios che sta creando una serie tv dedicata alle sue indagini. In Italia ha pubblicato con Fazi Editore i primi quattro capitolo della saga poliziesca; "Mai più sola", "Le bambine dimenticate", "La foresta assassina" e "La donna scomparsa".