martedì 31 ottobre 2017

Speciale Halloween; I cinque migliori libri horror di sempre!



Buon.. no aspettate, Spaventoso Halloween a tutti amici lettori!
La notte più paurosa dell’anno finalmente è arrivata e quale modo migliore di festeggiarla se non lasciandosi trasportare dalle pagine un libro da brividi? 
Ecco quindi per voi una piccola speciale classifica dei cinque migliori libri horror di sempre.
Devo confessare che l’horror non è propriamente il genere a cui sono più affine e quindi per stillarla non mi sono basata sulla mia opinione ma bensì facendo una sorta di sondaggio tra gli articoli scritti dai miei colleghi blogger e altri siti del settore.
Ecco quello che è risultato


5) "American Psycho" di Bret Easton Ellis


Tra i cinque migliori libri horror di sempre il quinto in ordine di classica è risultato essere “American Psycho” di Bret Easton Ellis, pubblicato nel 1991 e dal quale è stato creato un omonimo film del 2000 con protagonista Christian Bale.
La storia ( che conoscevo anche io proprio tramite la trasposizione cinematografiche che vede nel cast anche uno dei miei special idol, Jared Leto) è ambientata a New York a metà degli anni ‘80.
Patrick Baterman, yuppie di Wall Street di ventisette anni laureato ad Harvard è la vera persofinificazione della superficialità.
Ha una ragazza ricca e bellissima, delle amanti di vario genere e un gruppo di amici esattamente tale e quali a lui. Giudica le persone a seconda degli abiti che indossano, fa lunghe sedute in palestra per poi passare notti a base di sesso, alcol e cocaina nei locali più esclusivi di Manhattan, in cui però regolarmente si annoia.
Fin qui nulla di particolarmente spaventoso ma pian piano nel corso del romanzo emerge un altra anima del protagonista e il ricco ed elegante ragazzo della porta accanto si trasforma in un terribile mostro omicida, uno spietato torturatore a tal punto che la vita quotidiana si fonde a queste angoscianti pulsioni fino a creare un cocktail micidiale.
Romanzo horror/thriller che mischia psicologia e satira (si cita anche Donald Trump, anche se in una veste ben diversa da quella che ricopre adesso) che punta su una paura che spesso teniamo a sottovalutare; Il pericolo maggiore può arrivare proprio da chi meno te lo aspetti.


4) "Cabal" di Clive Barker




Clive Barker è considerato uno dei maggior esponenti del genere horror, infatti mi è stato difficile scegliere una sola sua opera da inserire all'interno della classifica, da quello che ho intuito avrei dovuto farne una solamente su di lui.
Alla fine, cercando e ricercando la scelta è ricaduta su “Cabal”, che si piazza al quarto posto.
Scritto nel 1988 racconta di Aaron Boone, un ragazzo di Calgary, in Canada, che soffre si un disturbo mentale che lo spinge a rivolgersi ad uno psichiatra di nome Decker.
Proprio lo psichiatra durante le sue sedute lo rende partecipe di una serie di terribili omicidi avvenuti nel luogo negli ultimi mesi di cui probabilmente proprio lo stesso Boone è artefice.
Il ragazzo allora, distrutto dalla colpevolezza, prima prova a togliersi la vita poi decide di scappare e trovare rifugio in una vecchia necropoli, habitat di tutti quei mostri una volta umani.
Horror adatto per chi ama la fantascienza e le scene tipicamente crenti





3) "Dracula" di Bram Stoker




Non si poteva certo escludere dalla classifica il libro horror più famoso di tutti i tempo, un vero classico della letteratura Dracula è stato scritto dall’irlandese Bram Stoker nel, pensate un po’ 1897, ispirandosi alla figura realmente esistita di Vlad III Principe di Valacchia, più comunemente conosciuto come l’impalatore.
La vicenda è narrata sottoforma d scirtti di vari personaggi del romanzo e inizia il 3 maggio 1890 con il giovane avvocato Jonathan Harker, inviato in Transilvania dal suo capo per occuparsi dell’acquisto di un’abitazione a Londra fatto da un nobile, appunto, il Conte Dracula.
Subito dopo il suo arrivo il giovane viene subito messo in guarda dalla popolazione che gli consiglia vivamente di stare più alla larga possibile dal Conte ma Jonathan non crede alle superstizioni e continua con il suo lavoro. Con un passare dei giorni però lentamente alcuni particolari terrificanti mettono in allerta l’avvocato che presto sarà destinato a scoprire la terribile verità sul Conte, in realtà un terribile mostro che si nutre di sangue, deciso a decimare l’nghilterra per sanare la sua fame di eternità.
Il capistipide di tutte le storie sui vampiri, non va mai fuori moda e ancora oggi è capace di farci tremare di paura.



2) "Io sono leggenda" di Richard Matheson






Altro immenso pilastro della letteratura horror, Richard Matheson è considerato da tutti gli amanti del genere come un vero genio, non per nulla Stephen King ha dichiarato di aver preso proprio ispirazione dal suo stile per creare le sue famosissime storie.
“Io sono leggenda”, che forse molti conosceranno per la celebre trasposizione cinematografica che vede come protagonista Will Smith, è stato scritto nel 1957 ed è conosciuto anche con il titolo "I vampiri".
Prendendo spunto dal "Dracula" di Tod Browing, Matheson crea un mondo post apocalittico popolato da esseri mostruosi dove l’unico uomo rimasto Robert Neville cerca disperatamente di sopravvivere.
Da non perdere!






1) "It" di Stephen King



Lo ammetto, so perfettamente che può sembrare banale ma chi altro poteva conquistare il primo posto in questa classifica se non l’unico e impareggiabile Stephen King?!
Moltissimi i suoi libri horror che meriterebbero di stare su questo gradino ma quello che ho scoperto essere il migliore è proprio quello di cui si è parlato di più in questo ultimo periodo per via del rifacimento cinematografico del suo film creato nel 1997.
Si tratta ovviamente di "It", celeberrimo horror pubblicato nel 1986, parla di sette amici proveniente dalla fittizia città di Derry nel Maine racconta attraverso due diversi periodi temporali una del 1956/57 e l'altra nel 1984/85, e parla di questo terribile demone muta forma conosciuto appunto con il nome di It che si risveglia dopo ventisette anni e assume le sembianze del clown Pennyweise
Una storia che ha segnato intere generazioni e che non da segno di voler smettere di farlo. 
Senza dubbio la migliore lettura per questa notte del terrore.




Spero che questa speciale rubrica vi sia piaciuta!
Domani tutto torno alla normalità quindi questa notte date sfogo alla parte più nascosta di voi!

Le migliori letture del mese; Ottobre!


Buongiorno cari amici lettori!
Eccoci finalmente arrivati all'ultimo giorno del mese!
Se qualcuno di voi mi seguiva già su Instagram sa che ogni mese io sono solita presentare ciò ho definito il mio “Personale Resoconto Letterario” in poche parole una classifica, ovviamente basata secondo il mio personale e modesto giudizio, dei libri letti durante il mese.
In questo mese di Ottobre ho avuto molto tempo libero e quindi le mie letture ne hanno fruttato incredibilmente. Il numero di libri letti è stato infatti quindici, il più alto di quest’anno.
Qui sotto vi illustrerò la classifica partendo dal quindicesimo fino ad arrivare al primo, accompagnandolo con un piccolo riassunto sul mio giudizio e ovviamente il link dove potrete trovare la recensione completa pubblicata qui sul blog oppure sul sito di Thrillernord
Tutto pronto? Perfetto! Iniziamo!




Quindicesimo posto: "Non è la fine del mondo" di Alessia Gazzola

Romanzo scritto dall'autrice della serie “L’allieva” che a discapito di un bellissimo inizio e di un originale idea, alla fine mi ha un po’ deluso.

Voto: 6                           Recensione completa qui








Quattordicesimo posto: "Divorziare con stile" di Diego De Silva

Per me primo libro di questo autore e primo incontro con il suo particolare personaggio, l’avvocato Vincenzo Malinconico.
Dopo un inizio brusco, una lettura piacevole ma che non mi del tutto conquistato, probabilmente per una ragione di target

Voto: 6                               Recensione completa qui








Tredicesimo posto: "Aspettami fino all'ultima pagina" di Sofia Rhei

Anche questo libro che non mi ha convito a parte qualche simpatico riferimento al potere dei libri e all'inedito ruolo del mio tanto amato Oscar Wilde.

Voto: 6                        Recensione completa qui








Dodicesimo posto: "Il bivio" di Kathleen Barber

Libro che attendevo con molta ansia e che ho letto il colloborazione con Thrillernord.
Un buon esordio per una giovane scrittrice basato su un idea interessante ma un thriller che è risultato un po’ tiepido.

Voto: 6                    Recensione completa su thrillernord.it






Undicesimo posto: "Il gioco dell’angelo" di Carlos Ruiz Zafòn

Secondo capitolo della serie del Cimitero dei Libri Dimenticati.
Inizialmente al pari del bellissimo primo libro ma arrivati all'ultima pagina non rende il confronto.
Una piccola delusione, ma lo stile di Zafòn è sempre inimitabile

Voto: 6.5                         Recensione completa qui







Decimo posto: "Il caso ildegarda" di Edgar Noske.

Scrittore che per me è stato un po’ una rivelazione con la sua interessantissima serie dedicata a grandi personalità del medioevo realmente esistiti. Un buon thriller storico letto in collaborazione con Thrillernord

Voto: 6.5                   Recensione completa su su thrillernord.it





Nono posto: "Parlami d’amore" di Silvio Muccino e Carla Vangelista

Libro da cui è tratto uno dei miei film preferiti, desideravo leggerlo da molto tempo e facendolo ho avuto modo di capire meglio i personaggi che tanto avevo amato

Voto: 7              Recensione completa qui







Ottavo posto: "La nuova moglie" di Jane Corry

Letto per Thrillernord, un thriller interessante in cui ogni personaggio si è macchiato di qualche colpa. Tratta argomenti ostici come il tradimento, l’invidia e sindromi come quella di Asperger.

Voto: 7                  Recensione completa su thrillernord.it





Settimo posto: "Andromeda Heights" di Banana Yoshimoto

Il mio esordio con Banana Yoshimoto, primo capitolo della serie Il Regno,
Un romanzo elegante che mi ha portato a viaggiare i un mondo completamente diverso da quello a cui sono abituata

Voto:7            Recensione completa qui








Sesto posto: "Ho sposato una vegana" di Fausto Brizzi

Dopo avermi divertito e commosso con il suo ultimo libro, Brizzi continua a convincermi raccontando la sua lotta amorosa con la moglie Claudia, in un susseguirsi di divertenti aneddoti di un onnivoro alla scoperta dell’universo vegano

Voto: 7              Recensione completa qui





Quinto posto: "La fidanzata" di Michelle Frances

Altro thriller che aspettavo con ansia ma che non ha certo deluso le aspettavive
Una storia di gelosia tra due donne determinate a fare di tutto per proteggere ciò che amano ed ottenere ciò che vogliano. Una piccola riflessione su una parte profonda della psiche umana

Voto: 7.5                 Recensione completa qui     






Quarto posto: "Intrigo Italiano" di Carlo Lucarelli

Vicinissimo al podio!
Giallo che vede il ritorno, anche se in una veste diversa, del commissario De Luca. Lettura che mi ha convinto fin dalle prime pagine e che mi ha lasciato piacevolmente colpita

Voto: 7.5                  Recensione completa qui





Terzo posto: "Il bastardo di Berg" di Edgar Noske

Terzo posizionato; medaglia di bronzo all'unico autore che questo mese occupa ben due posizioni Edgar Noske con la sua ultima pubblicazione, libro che mi ha davvero sorpreso e che mi ha coinvolto in una storia di vendette e affetti intrisa dei valori delle Corti del Medioevo

Voto: 8             Recensione completa su thrillernord.it







Secondo posto: "L’amica geniale" di Elena Ferrante

In un mese caratterizzato da letture di medio livello, l’ultimo libro si è rivelato essere uno dei migliori. L’inizio della storia di amicizia tra due amiche così semplice e ben descritta da farmi credere che i personaggi fossero veramente esistiti. Argento meritatissimo!

Voto: 8            Recensione completa qui








Primo posto: "Follia profonda" di Wulf Dorn

Dopo averlo elogiato in tutti i modi possibili non posso non posizionarlo al primo posto!
Il mio più amato scrittore psico-thriller in una storia che mi ha lasciato completamente a bocca aperta. Senza dubbio la migliore lettura del mese

Voto. 8                   Recensione completa qui






Cosa ne pensate della mia classifica? Avete letto qualcuno di questi libri? Gli dareste il mio stesso voto oppure avete opinioni differenti? Fatemelo sapere!
Per ora vi saluto ma ci sentiamo tra poco perché oggi è Halloween e come già annunciato la scorsa settimana ho in serbo per voi una fantastica sorpresa!!

lunedì 30 ottobre 2017

Recensione; "L'amica geniale" di Elena Ferrante

Ultima recensione, ultimo libro del mese e come casualmente ho notato anche per questo terzo libro di cui vi ho parlato oggi, anche in questo caso si tratta di un'opera italiana.
"L'amica geniale" di Elena Ferrante, il primo capitolo della serie.
L'ho finito esattamente questa mattina e mi ha lasciato dentro una grande emozione




Titolo: L'amica geniale
Autore: Elena Ferrante
Paese: Italia
Genere: Romanzo
Pagine: 400
Casa editrice: E/O
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo di copertina: 18 euro copertina flessibile
Ebook: 11.99 euro







Tutto inizia quando Elena riceve la chiamata dal figlio della sua migliore amica Raffaella che, agitatissimo, la informa che la madre è scomparsa; l’ha cercata dappertutto ma non è riuscito a trovarla, non ha lasciato nessuno biglietto, le sue cose non ci sono più, si è persino tagliata via da tutte le foto che avevano in casa. In poche parole, si è volatilizzata. Ed Elena, invece di cercarla, perché sapeva perfettamente che un giorno sarebbe successo e che Lila, lei l'ha sempre chiamata così, non avrebbe mai voluto che lo facesse, decide di sedersi al tavolo e mettere finalmente per iscritto la loro storia.
Parte dall'infanzia, quando si sono conosciute sui banchi della scuola elementare poi prosegue descrivendo la nascita della loro amicizia, la loro vita all'interno del rione di Napoli dove sono cresciute, i fatti quotidiani delle persone comuni che le circondavano, intrisi di vendette, invidie, pettegolezzi e violenza. Continua poi con l’adolescenza, i primi amori, i problemi con i genitori e soprattutto il loro cambiamento, lei così brava negli studi da avere la fortuna di arrivare fino al Liceo mentre Lila, ben più intelligente di lei, costretta ad abbandonare la scuola per lavorare al fianco del padre e del fratello maggioro nella calzoleria d famiglia. La voglia di credere nei sogni e sopratutto i cambiamenti fisici e caratteriali, sempre più evidenti, che trasformano Elena ma soprattutto la sua cara amica che in un attimo diventa una signora, bella, desiderata, e soprattutto ricca, cambiamenti che la renderanno talmente diversa da non riconoscerla più ma che sarà per sempre una vera e grande parte di lei.


Questo libro, primo capitolo di una serie, è stato per me una vera e propria rivelazione.
Lo avevo più volte visto tra gli scaffali delle librerie e avevo da subito sentito una forte empatia, non pensavo però che mi sarebbe piaciuto così tanto.
È da molto tempo, o forse nemmeno mi è mai capitato, di leggere una storia che sia così ricca di semplicità da entrarti dentro senza che tu nemmeno te le accorga e da rimanerti incollata addosso.
E pensare che è avvenuto tutto così lentamente che nemmeno ci ho fatto caso, so solo che ad un certo punto leggendo questa storia mi sono sentita davvero parte di essa, tanto da perdere completamente la consapevolezza che si trattasse di una storia inventata e credere che i personaggi, resi così splendidamente, siano potuti esistere davvero.
Non conoscevo Elena Ferrante prima di questo libro e cercando alcuni informazioni su di lei è scoperto che c'è un vero e proprio mistero sulla sua vera identità; si è pensato che in realtà sia uno pseudonimo usato da Goffredo Fofi, autore delle sole due interviste che la riguardano, poi si è pensato si trattasse invece dello scrittore Domenico Starnone per via di alcune analogia tra un opera della Ferrante e "Via Gemito"e infine l'ipotesi più plausibile è ricaduta su Anita Raja, moglie di Starnone. Nessuna delle possibilità è stata ad ora confermata ma chi sia o non chi sia, poco interessa la mia esperienza come lettrice. Io devo alla Ferrante un grande merito, quello di essere riuscita, con le sue descrizioni delicate ma allo stesso tempo decisamente vere a portare me, una ragazza nata nel ventesimo secolo nella provincia alessandrina a vivere per qualche giorno in un rione napoletano degli anni cinquanta, questa piccola e incredibile città nella città fatta di persone diverse tra loro e brulicante di vita.
Ho respirato la stessa aria respirata da Lenuccia e Lila, ho camminato insieme a loro e al loro gruppo di amici tra le strade del rione, ho festeggiato insieme a loro un folle notte di capodanno dove alla fine ci si poteva rischiare la vita e ho sofferto insieme a loro per le pene d’amore e per quelle che l’amore non centra ma se lo doveva far centrare.
È questo l’immenso potere dei libri, quando le parole scritte si trasformano in qualcosa di molto più di questo, diventano sapori ed emozioni e ci fanno viaggiare lontano.


Voto: 8/10


Elena Ferrante è nata a Napoli, città che ha abbondato molto presto per andare a vivere all'estero.
Dei primi due libri pubblicati "L'amore molesto" e "I giorni dell'abbandono" sono state creati due bellissimi film dalla regia di Mario Martone e Roberta Faenza.
"L'amica geniale" è il primo capitolo dell'omonima serie di cui fanno seguito "Storia del nuovo cognome", "Storia di chi fugge e di chi resta" e "Storia della bambina perduta".

Recensione; "Non è la fine del mondo" di Alessia Gazzola

Proprio sabato mattina ho finito di leggere questo piccolo libro, giunto nella mia libreria attraverso uno scambio con un amica lettrice; "Non è la fine del mondo" romanzo di Alessia Gazzola, diventata famosa per la sua serie da cui è stata creata la serie TV "L'allieva".
Libro che in un certo senso mi ha un po' deluso, ecco il mio personale commento



Titolo: Non è la fine del mondo
Autore: Alessia Gazzola
Paese: Italia
Genere: Romanzo
Pagine: 219
Casa editrice: Feltrinelli
Anno di pubblicazione: 2016
Prezzo di copertina: 12 euro copertina flessibile, 8.90 euro in edizione economica

Ebook: 9.99 euro 







Emma De Tessent ha appena compiuto trent'anni, abita a Roma (provvisoriamente) insieme alla madre e lavora ormai da anni come stagista alla casa cinematografica Fairmont.
Ama immensamente il suo lavoro anche se il più delle volte vengono create pellicole solo per venderle meglio e il suo sogno è quello di occuparsi della cessioni di diritti, convincere finalmente il grande scrittore italo/giapponese Tameyoshi Tessai a venderle i diritti del suo capolavoro per creare una meravigliosa trasposizione cinematografica e guadagnare abbastanza soldi per comparsi un bellissimo villino circondato da glicini.
Emma è così tenace e determinata (non a caso si definisce la tenace stagista) che è convinta che niente e nessuno si potrà mettere tra lei e suoi obbiettivi; questo ovviamente fino a quando viene licenziata all'improvviso per esubero di personale e il suo amato villino viene acquistato per crearci un ristorante.
Tutto le è crollato tra le mani ma Emma sa perfettamente che anche se così sembrerebbe quella non è la fine del mondo, quindi si dedica alla sorella Arabella, alle sue amate nipotine e alla madre fino che quest’ultima, attraverso alcune conoscenze, le fissa un colloquio con la casa cinematografica più snob della città, colloquio che ovviamente va malissimo in quanto il produttore, Pietro Scalzi, si rivela essere un freddo magnate pieno di sé,
Ed è csì che emma arriva quasi a buttare la spugna quando a pochi metri della casa cinematografica incrocia un bellissimo negozio artigianale di vestiti di bambini in cui proprio casaulmente stanno cercando un assistente.
E mentre Emma cerca di reinventarsi in quel mondo pieno di sfarzo e bellezza ciò che ancora non sa è che lo spietato Produttore è molto più vicino di quanto pensi.


Ho subito pensato che questo fosse u libro diverso dagli altri, non solo per la bellissima copertina e per il titolo assolutamente intrigante ma per quello che ho letto voltando la prima pagina.
È la prima volta che mi capita di veder riportati tre titoli invece di uno solo: “Non è la fine del mondo” ovvero “La tenace stagista” ovvero “Una favola d’oggi” come se Alessai Gazzola volesse farci conoscere come per lei è stato difficile dare alla sua storia una definizione definitiva.
Scelta che ho trovato molto originale come splendida ho trovato la prefazioni, una ventina di righe così semplici e profonde da avermi fatto subito pensare “Wow! Questo libro mi piacerà davvero ma davvero tanto”.
Purtroppo, e non sapete quanto mi dispiace ammetterlo, alle fine non è stato così.
L’inizio è l’idea di fondo sono assolutamente ben fatti e la storia di per sé sarebbe ciò di molto simile a quello che cerco di creare io nelle mie storie quindi mi sono ritrovata subito vicina alla protagonista e alle sue vicende; Emma è una ragazza molto forte e coraggiosa, attiva e piena di iniziativa, che individua un obbiettivo e fa tutto per raggiungerlo.
È divertente e simpatica e ci porta nel suo mondo una semplicità innata, grazia ad uno stile di scrittora che sembra uscito proprio dalla sua bocca, basti pensare al modo in cui chiama i suoi cari; “Nipote Uno” “Nipote Due” “Orrido Cognato” “Il Produttore”, termini simpatici che tutti noi usiamo nella vita è che è bello leggere in un libro perché rendono la vicenda oltremodo reale.
Le prospettive come vedete ci sono tutte ma pian piano che si va avanti nella lettura di questo libro che supera di poco le 200 pagine sono stata destinata a perdere attenzione verso la storia, destinata a perdere intensità.
Era la prima volta che leggevo qualcosa di Alessia Gazzola ma immagino che questa non sia la sua opera di maggio livello, lo stile, le sue citazioni, il modo in cui ha affrontato alcuni argomenti come l'omosessualità (praticamente solo velata) oppure la morte mi sono piaciute molto e ho già acquistato il primo libro della sua famosa serie "L’allieva" che rientrerà sicuramente tra le mie prossime letture.
Per ora il voto è questo è poi si vedrà


Voto: 6/10


Frase: "C’è sempre qualcosa che, ad un certo punto della nostra vita, ci trasforma in qualcuno che non credevamo di essere, o, piuttosto, ci svela esattamente cosa siamo"



Alessia Gazzola nasce a Messina nel 1982, nella vita è un medico legale e diventa famosa al grande pubblico di lettori scrivendo la serie di romanzi a metà tra il giallo e la commedia romantica con protagonista il medico legale Alice Allevi dal titolo "L'allieva" di cui fanno parte il primo romanzo omonimo, "Sindrome da cuore in sospeso", "Un segreto non è per sempre", "Le ossa della principessa", "Una lunga estate crudele" e "Un po' di follia in primavera e dal quale è stata creata una famosa serie TV.
"Non è la fine del mondo" pubblicato nel 2016 è il primo romanzo senza Alice Allevi.

Recensione, "Divorziare con stile" di Diego De Silva

Buongiorno carissimi amici lettori!
Che bello potervi ritrovare! Come sapete, domani è l'ultimo giorno del mese e quindi la mia prerogativa di oggi sarà quella di parlarvi delle mie ultime letture (che con il libro terminato proprio poco fa sono tre) in modo da essere pronta domani a presentarvi la mia personale classifica.
Chi mi segue su Instagram già conosce quello che io chiamo il mio "Personale Resoconto Letterario" mensile, ma domani tornerà con una nuova veste e da ora sarà presentato qui sul blog.
Detto questo, ora non perdiamoci in chiacchiere e iniziamo subito a parlare di libri!
Verso la fine della scorsa settimana ho finito di leggere "Divorziare con stile" di De Silva, scrittore che non conoscevo e che mi ha dato un po' di problemi.. ora vi spiego il perchè.


Titolo: Divorziare con stile
Autore: Diego De Silva
Paese: Italia
Genere: Romanzo
Pagine: 392
Casa editrice: Einaudi
Anno di pubblicazione: 2017
Prezzo di copertina: 19.00 euro copertina flessibile

Ebook: 9.99 euro









Vincenzo Malinconico è un avvocato di mezz'età, divorziato e con due figli; Alfredo di diciannove anni che si è appena trasferito a Roma per iniziare l’università e Alagia ( di cui tecnicamente non è il vero padre) di ventitré.
Divide lo studio con un amico commercialista Espedito e una segretaria pagata dal suo amante che non fa altro che stare nell'androne perché solo lì prende Whatsapp e professa la sua professione con malcelata sofferenza, occupandosi principalmente di cause di poco conto come quella di un uomo che si è fratturato il naso andando a sbattere contro la vetrina di un bar, che poi quest’uomo non è altro che un suo quasi zio.
Quando un giorno riceve la chiama da Veronica Starace Tarallo è presumibile che la cosa gli desti un po’ di confusione, soprattutto perché lei, una delle donne più famose della città, gli vuole offrire di patteggiarla nella causa di divorzio con il marito Ugo Starace Tarallo, suo celebre e ricchissimo collega.
È così che Malinconico si ritrova a doversi destreggiare tra questa causa importante, piccoli atti vandalici con un suo amico e collega, una problematica cena di classe e sopratutto l’ex moglie Nives e i figli, Alfredo la cui situazione sentimentale cela alcuni profondi sospetti e Alagia che ha deciso di sposarsi senza però dirgli niente, in un susseguirsi di scene divertenti ed espressioni a dir poco colorite di un uomo forse come tanti, forse unico nel suo genere.


Come vi ho già detto prima di leggere questo libro non conoscevo né De Silva né il suo personaggio Malinconico, che come ho scoperto in seguito appare anche in altri tre romanzi dello scrittore, e mi trovo a dover ammettere che quello che ho provato non è stato propriamente un colpo di fulmine.
Per dirla senza giri di parole le prime trenta pagine mi sono sembrate noiose, per nulla interessanti e anche parecchio dispersive. Giunta di fronte ad un momento critico ho chiesto aiuto nel gruppo di lettori di cui faccio parte ed è solo grazie alla spinta dei loro commenti che sono riuscita a continuarlo e finirlo.
Li devo ringraziare per avermi consigliato bene perché di certo non si tratta di un brutto romanzo, se dicessi però che ho cambiato completamente opinione mentirei perché alla fine il romanzo mi ha ben poco conquistato.
E il motivo di questo penso sia molto semplice; quando un lettore decide di leggere un libro tiene conto di molti fattori (il genere, l'autore, i commenti sull'opera, le recensioni, i passaparola e alle volte anche il numero di pagine o la casa editrice) ma raramente pensa di controllare l'eventuale target a cui questo libro è destinato. Errore abbastanza grave a mio avviso, e un errore che senza saperlo ho sempre fatto anche io, ma se ci pensiamo un attimo è davvero di immediata comprensione.
Pensiamo ad esempio agli young adult, tutti quei libri destinati ad essere letti da un pubblico adolescente, se finissero in mano alla signora Maria Rossi di cinquant'anni, sposato con figli e nipoti risulterebbe difficile ricavarne un commento positivo. E questo non perché il libro sia brutto ma perché è stato destinato ad un gruppo assai diverso a quella a cui lei appartiene.
La stessa cosa è successa a me con questo libro;  "Divorziare con stile" è scritto da un uomo di mezz'età, attingendo alla vita di un uomo di mezz'età strettamente per uomini di mezz'età, e se io fossi un uomo di mezz'età  è molto probabile che lo adorerei e mi rispecchierei a pieno nel personaggio di Vincenzo Malinconico, con tutti i suoi problemi e suoi difetti.
Si da il caso però che purtroppo io sia una ragazza ventenne e che quindi, tornando al discorso di prima sia diventata come la signora Maria, e, non per mancanza di bellezza del libro e di bravura dello scrittore, non ho potuto apprezzare l'opera a pieno.
Posso dire che quello che ho sentito leggendo questo libro è la profonda distanza tra me e il pensiero del personaggio, un fattore che pesa sul mio giudizio che ovviamente è puramente soggettivo.
Ci sono stati comunque i fattori che sono riuscita ad apprezzare, come ad esempio il rapporto di Malinconico con l’ex moglie e i figli, l’avvocato infatti finge di essere un uomo solitario e un po’ burbero ma si capisce a pieno quanto tenga alla sua famiglia, principalmente dai piccoli gesti e attenzioni, e soprattutto la scena conclusiva della “causa” di divorzio, perché ricordiamo che è proprio questo il fulcro del libro come riportato nel titolo; ciò che decide di fare Veronica infatti, nonostante abbia in mano finalmente l’occasione per distruggere il marito, ha qualcosa di poetico e di profondamente umano, caratteristiche che per tutto il resto della storia facevo veramente fatica a vedere, probabilmente per via del personaggio che ce la racconta.
Detto questo il mio giudiziose è obbiettivamente positivo ma personalmente non oltre la sufficienza. Scrittore da approfondire, magari nelle altre opere che non comprendono la serie Malinconico, che vi invito comunque a scoprire, soprattutto se siete uomini di mezz'età!


Voto: 6/10


Frase: "Mi piace stare solo. Abitare in una casa piccola pensata per non permettere ad un ospite di fermarsi per più di un paio di giorni, mi piace fare a meno delle cose. Sto benissimo. Non mi manca niente. Sto veramente bene, cosa credete"



Diego De Silva nasce il 5 febbraio 1964 a Napoli.
Scrittore, giornalista e sceneggiatore di successo ha pubblicato diversi libri tra cui “Certi Bambini” da cui è stato tratto il film omonimo del fratelli Frazzi, “La donna di scorta”, “Voglio guardare”, “Da un’altra carne” e “Terapia di coppia per amanti” di cui è stato tratto un film proprio in questo periodo al cinema.
“Divorziare con stile” è l’ultimo romanzo della serie con protagonista Vincenzo Malinconico di cui fanno parte “Non avevo capito niente”, “Mia suocera beve”, “Sono contrario alle emozioni” e “Mancarsi”.

venerdì 27 ottobre 2017

"Consiglio per il weekend"; "Un soffio di vaniglia tra le dita" di Meg Donohue

Ed eccoci finalmente con la nostra ultima rubrica della settimana, la rubrica del venerdì "Consiglio per il weekend"
Questa è stata una settimana molto ricca qui sul blog, tra nuove rubriche, segnalazioni e recensioni non c'è stato un attimo di riposo e io sono molto contenta perché non tutte le settimane avrò la possibilità di dedicarmi a questo blog (che è appena nato ma che è già una parte di me) così tanto e sopratutto mi fa felice sapere che le visualizzazioni pian piano stanno salendo, quindi vuol dire che qualcuno leggere e spero apprezzi ciò che condivido.
Detto questo per terminare questa settimana ho deciso di consigliarvi un libro che porto nel cuore; si tratta di "Un soffio tra le dita" di Meg Donohue.
Come il libro di cui vi ho parlato l'ultima volta anche questo l'ho letto diverso tempo fa ma mi è rimasto veramente impresso cosa che, come vi ho già detto, non succede spesso, perché all'apparenza sembra una storia comune ma in realtà nasconde un anima davvero sorprendente e avvincente capace di tenere il lettore con il fiato sospeso.
Io spero che ascoltate il mio consiglio e, chi non lo conosce, voglia andare a scoprirlo e ovviamente magari dirmi anche cosa ne pensa.
Noi ci ritroviamo lunedì 30 ottobre, il giorno prima di Halloween, e a proposito di questa festa sto preparando per voi una piccola sorpresa.. per ora non dico di più a parte buon week end e ovviamente bellissime letture a tutti!!


Titolo: Un soffio di vaniglia tra le dita
Autore: Meg Donohue
Paese: Stati Uniti
Titolo originale: How to eat a cupcake
Genere: Romanzo
Pagine: 317
Casa editrice: Garzanti
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo di copertina: 9.90 euro copertina rigida

Ebook: 0.99 euro (come non approfittarne!)






Nessuno meglio di Annie conosce la magia di certi ingredienti. Nessuno meglio di lei sa che mescolando un pizzico di vaniglia, una spolverata di cioccolato, qualche fragola e la giusta quantità di zucchero si può cambiare una vita, far nascere un'amicizia, colmare un vuoto del cuore. È stata sua madre a insegnarglielo, è stata lei a passarle la ricetta segreta dei cupcake. Annie era solo una bambina, e si ricorda ancora di quelle sere passate a cucinare nella grande casa dei St Claire, a San Francisco, dove sua madre faceva la domestica. Quei dolci sono l'unico ricordo che le rimanga della madre, morta troppo presto. E di Julie, primogenita dei St Claire, quasi una sorella per lei. Ma la loro amicizia era finita a causa di un tradimento imperdonabile. Sono passati anni da allora. Annie ha lottato per affermarsi, si è ribellata alle convenzioni, ha studiato per fare della sua passione e del suo talento un lavoro. E ce l'ha fatta. Adesso è tornata a San Francisco e vuole realizzare il suo sogno: aprire una pasticceria. C'è una sola persona in grado di aiutarla: Julie. La ragazza, ormai avviata a una brillante carriera di donna d'affari, si sta per sposare, ma non ci pensa due volte. Aiuterà l'amica, e forse questa sarà la chance per farsi perdonare. Ma funesti e inspiegabili incidenti cominciano ad accadere, uno dopo l'altro. Qualcuno sta cercando di sabotare in tutti i modi il loro progetto. Perché i conti con il passato non sono affatto chiusi. E c'è un segreto che non è stato ancora svelato

Recensione; "Follia profonda" di Wulf Dorn

Ed eccomi con la consueta recensione!
Qualche giorno fa di ho parlato di "Il superstite" anticipandovi l'arrivo del commento relativo al suo seguito ed ora finalmente è arrivato il momento; "Follia profonda", il terzo romanzo del mio amato Wulf Dorn! Anche questa volta gli elogi si sprecheranno vi avviso, ma sono assolutamente ben meritati.



Titolo: Follia profonda
Autore: Wulf Dorn
Paese: Germania
Titolo originale: Dunkler Wahn
Genere: thriller psicologico
Pagine: 432
Casa editrice: Tea
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo di copertina: 12 euro copertina flessibile, 14 euro copertina rigida edizione Corbaccio

Ebook: 3.99 euro





Ad un anno dall’aver risolto il terribile mistero sulla sparizione di suo fratello, Jan Forstner è riuscito finalmente ad andare avanti con la sua vita. Ora vive tranquillamente nella casa dei suoi genitori, ha costruito una fiorente carriere alla Waldklinik e ha iniziato una relazione con Carla Weller, giornalista che ha conosciuto dopo il suo ritorno a Fahlenberg e che nel frattempo è diventata un autrice famosa pubblicando proprio un libro sulla sua storia, appunto “Il superstite”.
La fama e gli impegni però li hanno fatti allontanare e quando a Jan viene recapitato un mazzo di rose rosse, lo psichiatra immagina che sia un iniziativa della sua fidanzata per riavvicinarli, mai potrebbe immagina che in realtà una pericolosa psicopatica ha messo gli occhi su di lui e dopo aver brutalmente ucciso un famoso giornalista, è determinata a conquistarlo per attuare il suo terrificante piano.
L’assasina però è molto più intelligente di quanto si pensi, e mentre Jan inizia ad indagare indipendentemente alle spalle della polizia, lei decide di confessare i suoi peccati all'unica persona che non potrà mai tradirla; il giovane parroco Felix Thanner.


Inutile che ci giriamo intorno, Wulf Dorn è uno scrittore assolutamente geniale e dopo la lettura di “Follia profonda” (il quarto per me dopo "Gli eredi", "La psichiatra" e "Il superstite") posso affermare con ancora più convezioni che si tratti senza il minimo dubbio del Re dei Thriller Psicologici!! 
Quando ho iniziato leggerlo avevo ovviamente delle aspettative molto alte e come spesso succede quando ci sia aspetta così tanto da un libro, potevo incorrere nel timore di rimanere delusa; fidatevi,, non è successo. Ma proprio per nulla! 
Anche questo volta Wulf è stato capace di sconvolgermi, lasciandomi completamente a bocca. 
Come piace fare a me quando mi trovo a leggere thriller o gialli di questo genere cerco sempre di capire chi è il colpevole prima del tempo e ancora una volta questo autore mi ha fatto spaziare da un personaggio all'altro con una velocità incredibile, ho praticamente accusato ogni donna che apparisse, anche solo come cosparsa tra le pagine e quando ho scoperto chi davvero si celava dietro da misteriosa donna bionda avvolta in un impermeabile credetemi se vi dico che ho dovuto fermami un attimo per riprendermi.
È proprio vero, che quando si legge Dorn bisogna stare attenti ad ogni piccola frase.. e aspettarsi di tutto.
Sono stata anche molto contenta di ritrovare Jan Forstner, il protagonista di "Il superstite", personaggio che ho amato molto del libro precedente e che in questa storia ha perso totalmente la sua fragilità trasformandosi quasi in un “supereroe” pronto a lottare contro tutti.
Anche questa volta però sarà costretto a trovarsi in balia del destino, perché ammettiamolo, Jan è un po’ sfigatello, gliele capitano davvero di tutti i colori e anche in questo caso dovrà lottare per salvare le persone che ama, soprattutto Carla, altro personaggio che sono stata felice di aver ritrovato, il cui nuovo ruolo la mette ovviamente in pericolo visto la finalità del loro pericoloso nemico.
Nonostante i tratti tipicamente scabrosi e le scene a dir poco inquietanti (la scena del pettirosso, santo cielo Wulf!!!) in questo libro si parla principalmente di amore, l’amore salutare tra Jan e Carla e quello avvelenato e ossessivo che Jana, nome usato dalla sua stalker, crede di provare per Jan.
In un interessante scambio tra Jan e il caro Rudi Marenberg si parla di “limirence” ossia quello stranissimo effetto che sente il nostro corpo quando ci innamoriamo di qualcuno, quella sorta di follia che ci fa sentire in orbita e che ci fa pensare solo ed esclusivamente alla persona interessata facendo sparire tutto il resto, Rudi chiede che cosa succederebbe se questo limirence durasse per sempre e non si trasformasse in qualcosa di più ragionevole e Jan risponde “allora impazziresti”.
C’è così tanto significato in questo piccolo passaggio che qualsiasi mio commento sarebbe superfluo.
Potrei parlare ancora molto di questo libro ma direi che posso fermarmi qui e concentrarmi sul prossimo psico-thriller del Re: Ora tocca a “Il mio cuore cattivo”, e veramente io non vedo l’ora!!

Voto: 8/10

Frase: "L’animo umano vive nascosto e quando si spezza lo fa in silenzio. Non ci sono schianti, né tintinnii, come con la porcellana o il vetro. Solo quando è già troppo tardi, si vedono le schegge"



Wulf Dorn nasce il 20 Aprile 1969 a Ichenhausen, in Germania.
Dopo aver studiato lingue, ha lavorato per anni come logopedista per la riabilitazione del linguaggio in pazienti psichiatrici.
Arriva alla fama grazie al suo thriller d'esordio "La psichiatra", diventato in pochi mesi un vero caso editoriale, e in seguito pubblica "Il superstite", "Follia Profonda", "Il mio cuore cattivo", "Phobia", "Incubo" e "Gli eredi".

Segnalazione, "Non dirmi bugie" di Rena Olsen

Buongiorno cari amici lettori!
Siamo giunti a venerdì ed eccomi ad iniziare la giornata con una bellissima segnalazione; uno dei migliori libri che io abbia letto quest'anno "Non dirmi bugie" di Rena Olsen.
Non capita spesso che una storia mi rimanga impressa così tanto con quella di Clara, la protagonista di questo libro, una storia dura che tratta in maniera sorprendente e ad un angolazione del tutto nuova temi terribili come la prostituzione e il rapimento di bambini.
Vi consiglio vivamente di leggerlo e par farvi un idea più precisa potete leggere la recensione completa su Thrillernord cliccando qui
Sul portale trovate anche una bellissima intervista fatta da me all'autrice.



Titolo: Non dirmi bugie
Autore: Rena Olsen
Paese: Stati Uniti
Titolo originale: The Girl Before
Genere: thriller
Pagine: 403
Casa editrice: Newton Compton
Anno di pubblicazione: 2017
Prezzo di copertina: 9.90 euro copertina rigida
Ebook: 2.99 euro 









Clara sta spazzolando i capelli a una delle figlie, quando alcuni uomini armati fanno irruzione in casa e arrestano Glen, suo marito. L'ultima cosa che lui le urla, prima di essere portato via, è di non dire niente, e lei ubbidisce. Del resto la rigida educazione che ha ricevuto da ragazzina, e che l'ha resa poi una giovane donna dalle maniere perfette, l'ha abituata a fare ciò che va fatto. Sempre. Clara ripercorre così il suo passato, cercando la chiave per comprendere ciò che sta succedendo. Ma la situazione sta rapidamente precipitando e lei si ritrova rinchiusa, interrogata da uomini e donne che la chiamano con un altro nome, Diana, e che accusano il marito di aver commesso crimini atroci. A poco a poco il passato inizia a stridere con il presente e Clara è costretta a mettere in dubbio la realtà che ha sempre dato per scontata: dovrà ricorrere a tutte le sue forze per affrontare il futuro, se per lei un futuro c'è ancora...

giovedì 26 ottobre 2017

Recensione; "Ho sposato una vegana" di Fausto Brizzi

Buon pomeriggio, amici!
Ecco, come promesso stamattina con una nuova recensione.
Qualche mese fa ho avuto l'occasione di conoscere questo irriverente autore leggendo la sua ultima opera "Se prima eravamo in due", lettura che mi ha profondamente divertito ed emozionato e di cui sicuramente vi parlerò molto presto.
Dopo un inizio così coinvolgente non ho potuto resistere alla tentazione e sono corsa ad acquistare "Ho sposato una vegana", il primo capitolo sulle irresistibili disavventure della famiglia Brizzi.




Titolo: Ho sposato una vegana
Autore: Fausto Brizzi
Paese: Italia
Genere: Romanzo
Pagine: 130
Casa editrice: Einaudi
Anno di pubblicazione: 2016
Prezzo di copertina: 12.50 euro copertina flessibile, 8.50 versione tascabile

Ebook: 7.99 euro







Forse il nome Fausto Brizzi a primo acchito può non dirvi nulla, a meno che voi siate del suo stesso mestiere o degli appassionati del suo genere di arte, ma se io vi decessi invece “Notte prima degli esami”, “Ex”, “Maschi contro femmine” “Poveri ma ricchi” forse vi sarebbe tutto più chiaro.
Il regista e produttore di queste famose commedie italiane, e di molte altre, da qualche tempo si è dato anche alla scrittura, dando luce a romanzi irresistibili saturi della stessa ironia che contraddistingue le sue pellicole.
Quella di cui vi sto parlando è la sua terza opera, la prima dove il regista ci porta all'interno della sua vita privata analizzando il suo amore per l'attrice Claudia Zanella.
Da quando il mondo è mondo esiste una lotta interminabile e incondizionata, quella tra onnivori e vegani. Questi due sottogruppi della specie umana sono in continuo conflitto, non si sopportano, non capiscano le scelte dell’altro e si accusano in continuazione per le diverse caratteristiche.
Ciò che forse non sappiamo però è che alle volte può succedere che queste due specie così incompatibili arrivino ad innamorarsi: è quello che è successo a Fausto quando ha incontrato Claudia, vegana, ambientalista, animalista e chi può ne a più ne metta.
Come ho già detto ho conosciuto Brizzi scrittore grazie al suo ultimo libro “Se prima eravamo in due” che mi aveva divertito ma anche un po’ emozionato e dopo aver letto “Ho sposato una vegana” non posso fare a meno di convenire di aver scoperto un autore assolutamente ironico ma mai banale, perfetto per quelle occasioni in cui si ha voglia di gustarsi una lettura leggere e magari farsi anche qualche risata, che non guasta mai.
Devo ammettere di aver apprezzato molto anche questa breve lettura, così fluida e coinvolgente che l'ho conclusa, praticamente quasi senza accorgermene, in una mezza giornata.
Il fatto che io l'abbia finito in così poco tempo però non deve ingannarvi, infatti non è così leggero come si potrebbe immaginare.
Inizialmente le battute e l’ironia si sprecano, nelle descrizioni dei primi appuntamenti, negli aneddoti legati a Cluadia, una di quelle vegane che non è più che fiera di esserlo ma che combatte con forza e convinzione contro tutti quelli che non lo sono (lasciatemelo dire.. Brizzi non me ne voglia, ha una moglie bellissima e bravissima ma per alcuni versi mi è stata un pochino antipatica..) e la sua decisione, per amore suo di diventare un “vegano part time”. 
Pian piano si scopre che questo libro in realtà è un modo per mettere luce su questo strano mondo, a molti di noi ancora totalmente oscuro, aiutandoci, se non a condividerlo, di certo a comprenderlo un po’ di più, che è la cosa più importante da fare nel mondo di oggi sempre più vasto e soprattutto vario.
Forse in questo romanzo è mancata la nota emotiva che traspare nella pagine del seguito, quella che mi ha spinto a dargli quel piccolo voto in più, però è comunque un libro piacevole e che io consiglio con vigore: e poi vi sfido a non commuovevi di fronte alla scena di Claudia che cerca disperatamente di soccorrere la lucertola aggredita dal gatto dei vicini oppure alla disperazione di Fausto ad un passo dall'essere rinchiuso in una prigione thailandese per aver provato ad importare dieci chili di riso integrale.
Sono i veri drammi della vita! E come spesso si dice, il mondo reale è il miglior romanzo di sempre.


Voto: 7/10



Fausto Brizzi nasce il 15 novembre 1968 a Roma.
Regista, produttore e sceneggiatore cinematografico, diventa famoso con "Notte prima degli esami" con il quale guadagna anche diversi riconoscimenti, tra cui il David di Donatello e in seguito realizza moltissime altre commedie di successo.
Come scrittore esordisce nel 2013 con "Cento giorni di felicità", seguito poi da "Se mi vuoi bene" e infine "Se prima eravamo in due".


Nuova rubrica! "Parole in musica"; "Every Time We Say Goodbey" di Chet Baker

Buongiorno cari amici lettori!
Oggi iniziamo subito con le sorprese; ecco finalmente la seconda nuova rubrica del blog!!
Dovete sapere che la musica è una delle più grandi passioni e mi emoziono sempre quando, all'interno di un libro, trovo il rimando a qualche canzone che, se ascoltata, permette di sentirsi ancora più parte della storia che stiamo leggendo.
In "Parole in musica" parleremo proprio di questo, le canzoni scelte dagli autori come colonna sonora di una particolare scena della loro storia e ovviamente del libro a cui appartiene.
La canzone di cui vi parlo oggi si intitola "Every Time We Say Goodbey" di Chet Baker presa da "Parlami d'amore" libro di Silvio Muccino e Carla Vangelista di cui vi ho parlato qualche settimana fa(recensione qui).
Nella scena precisa, Sasha e Nicole, i protagonisti della storia, ballano sulle note di questa canzone una notte nei cortile di un condominio e per la prima volta entrambi si ritrovano a chiedersi se la loro sia solo una profonda amicizia oppure si tratti di qualcosa di più.


Chesney Henry "Chet" Baker nasce a Yale il 23 dicembre 1929 e muore ad Amsterdam il 13 maggio 1988.
Figlio del chitarrista Chesney Henry Baker Sr, si avvicina alla musica da bambino proprio grazie al padre che gli regala un trombone, poi sostituito con una tromba perchè per lui decisamente troppo grande.
Trasferitosi nella California meridionale, Chet Baker inizia a fare carriera suonando nella band di numerosi artisti jazz e nei primi anni '60 forma sua sua band, nella quale oltre a suonare la tromba, ricopre anche il ruolo di cantante.
La sua sfavillante carriera fu caratterizzata anche dai suoi problemi con la droga; la dipendenza da eroina gli causò numerosi problemi legali inclusa una detenzione di più di un anno proprio qui in Italia nel carcere di Lucca.
1966 il trombettista sparì della scena e ricomparve qualche anno dopo a New York dove, parzialmente disintossicato, registrò diversi brani collaborando con alcuni grandi artisti dell'epoca, tra i quali il grandissimo Elvis Costello.
Chet Baker morì il circostante oscure cadendo da una finestra del Prins Hendrik Hotel di Amsterdam, probabilmente sotto l'effetto di droghe. Passò alla storia per il suo stile lirico e intimista e per essere stato tra i principali esponenti del genere conosciuto come cool jazz.
"Every Time We Say Goodbey" fa parte dell'album "Let's get Lost" datato 1988 ed è una delle migliori rappresentazioni del suo immenso talento.
Vi invito ad ascoltarla qui e lasciarvi trasportare dalla magia


Allora, cosa ne pensate di questa nuova rubrica?
Vi piace? Vi sembra interessante? Fatemi sapere le vostre opinioni, mi raccomando!

Noi ci sentiamo più tardi con una nuova imperdibile recensione!!