mercoledì 25 ottobre 2017

Recensione: "Il gioco dell'angelo" di Carlos Ruiz Zafòn

Ed ecco la recensione!
Finalmente vi parlo di "Il gioco dell'angelo", secondo capitolo della serie del Cimitero dei Libri dimenticati di Carlos Ruiz Zafòn, ed è tutta la settimana che non vedevo l'ora di farlo perchè è stata una lettura a dir poco controversa..


Titolo: Il gioco dell'angelo
Autore: Carlos Ruiz Zafòn
Paese: Spagna
Titolo originale: El juego del àngel
Genere: thriller
Pagine: 676
Casa editrice: Mondadori
Anno di pubblicazione: 2004
Prezzo di copertina: 22.00 copertina rigida, ma lo trovate usato oppure in versione economica Oscar Mondadori
Ebook: 7.99 euro






David Martin, giovane aspirante scrittore, dopo essere stato abbandonato dalla madre quand’era molto piccolo e dopo aver visto assassinare il padre davanti ai suoi occhi, rimane completamente solo. Per fortuna può contare sull’affetto e sul sostegno del suo mentore, don Pedro Vidal, famoso scrittore che lo sostiene finanziariamente e gli trova un lavoro presso la redazione di un giornale.
È proprio tra le file della Vox de la Industria che David inizia a farsi strada pubblicando le sue opere, racconti dai risvolti scabrosi ambientati nei bassifondi di Barcellona, e in seguito trova lavoro presso una piccola casa editrice gestita da due loschi figuri scrivendo sotto lo pseudonimo di Ignatius B. Samson.
Ha compiuto ormai ventisette anni quando una serie di malori lo spingono a chiedere il parere ad un medico che gli da una tragica notizia: ha un tumore al cervello e gli resta poco tempo da vivere.
Cosciente della sua premature fine David si convince a realizzare il suo sogno, vedere pubblicato un libro con il suo vero nome sopra. Così lavora giorno e notte e proprio quando il libro viene pubblicato e risulta un vero fiasco, viene contattato da un oscuro personaggio che si presenta come un editore francese che gli fa un offerta che non potrà rifiutare: scrivere un libro per lui in cambio della vita eterna.
La scelta per lui è praticamente obbligata e inspiegabilmente inizia a stare meglio ma diversi pericoli sono in agguato e lui è deciso ad indagare su due misteri apparentemente diversi; uno riguarda l’identità del suo misterioso principale e l’altro sul libro che ha trovato nel Cimitero dei Libri Dimenticati dove lo ha condotto una notte il caro signor Sempere, il cui autore, morto misteriosamente anni prima, sembra aver vissuto proprio nella sua casa.


Premetto con il dire che dopo un inizio come quello di “L’ombra del vento” è stato per me impossibile resistere alla tentazione di buttarmi a capofitto nel sequel, che però sorprendentemente alla fine si scopre essere un prequel. Infatti come scopriamo nelle ultime pagine, (Zafon probabilmente mi fucilerebbe nel sapere che sto svelando un particolare che lui ha così minuziosamente celato, ma mi perdonerà perché non credo che sia giusto che anche voi, come me, soffriate per 670 pagine senza avere un idea chiave di chi siano i personaggi!) il Signor Sempere citato nel libro non è altro che il nonno di Daniel.
Detto questo devo ammettere che per buona parte del libro la storia mi aveva incredibilmente entusiasmato; era così simile a L'ombra del vento per stile che mi è risultato impossibile non amarla.
Altri termini di paragone si trovano anche nella storia, è infatti impossibile non paragonare David a Daniel, seppur psicologicamente siano molti diversi; David è molto più arrogante e pieno di sé di quanto Daniel abbia mai pensato di essere, però anche lui ama inizialmente una donna che è destinato a perdere, si ritrova a dover scontrarsi con la polizia ed è circondato da continui rimandi agli incendi e affini.
C’è però una grande differenza tra le due opere, differenza che è stata fondamentale nella formazione del mio giudizio: Se il primo capitolo tiene inchiodati fino all'ultima pagina, “Il gioco dell’angelo” ad un certo punto è destinato a perdere intensità, con l’arrivo di personaggi che finiscono solo per destabilizzare e confondere.
Se in "L'ombra del vento" la narrazione corre sul filo del paranormale fino a giungere alla verità più umana possibile, nel secondo così no avviene e anzi, il sovrannaturale rimane sovrannaturale, sfociando in un finale che si può essere anche poetico ma che personalmente ho trovato un po’ assordo.
Devo ammettere di esserne molto dispiaciuta che questa lettura mi sia risultata così controversa, Carlos Ruiz Zafon ha uno stile di scrittura unico, che non può che sorprendere e coinvolgere, e ho apprezzato molto diversi aspetti come il rapporto tra David e Isabella, lui così arrogante e lei, giovane e determinata, che riesce pian piano a scavare oltre la sua armatura per prendersi un posto nel suo cuore.
“Amici?” “Finchè morte non ci separi” penso che sia lo scambio più bello che io abbia mai letto.
Non posso però ignorare di avere un po’ di amaro in bocca riguardo a questo libro e per questo il mio voto non potrà essere molto alto, ma presto mi terrà nella lettura del terzo capitolo della saga, e allora potrò vedere che cosa esso vorrà regalarmi.

Voto:  6.5/10

Frase: La gente normale mette al mondo dei figli, noi romanzieri dei libri. Siamo condannati a metterci la vita, anche se quasi mai ce ne sono grati. Siamo condannati a morire nelle loro pagine e a volte persino a lasciare che siano loro a toglierci la vita”




Carlos Ruiz Zafòn nasce a Barcellona il 25 Settembre 1964 e dal 1996 vive a Los Angeles dove lavora come sceneggiatore.
Ha iniziato la sua carriera come scrittore nel 1993 scrivendo libri per bambini e ragazzi e ha esordito nella letteratura per adulti nel 2002 con la pubblicazione di "L'ombra del vento", primo dei suoi grandi successi che lo hanno portato al successo mondiale.
"Il gioco dell'angelo" è il secondo libro della serie del Cimitero dei Libri Dimenticati preceduto da "L'ombra del vento" e seguito da "Il prigioniero del cielo" e "Il labirinto degli spiriti".
Di sua pubblicazione anche la Trilogia della Nebbia ("Il principe della nebbia", "Il palazzo della mezzanotte", "Luci di Settembre") e "Marina".


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