Finalmente vi parlo di "Il gioco dell'angelo", secondo capitolo della serie del Cimitero dei Libri dimenticati di Carlos Ruiz Zafòn, ed è tutta la settimana che non vedevo l'ora di farlo perchè è stata una lettura a dir poco controversa..
Titolo: Il gioco dell'angelo
Autore: Carlos Ruiz Zafòn
Paese: Spagna
Titolo
originale: El juego del àngel
Genere: thriller
Pagine: 676
Casa
editrice: Mondadori
Anno
di pubblicazione: 2004
Prezzo
di copertina: 22.00 copertina rigida, ma lo trovate usato oppure in versione economica Oscar Mondadori
Ebook: 7.99 euro
David Martin,
giovane aspirante scrittore, dopo essere stato abbandonato dalla
madre quand’era molto piccolo e dopo aver visto assassinare il
padre davanti ai suoi occhi, rimane completamente solo. Per fortuna
può contare sull’affetto e sul sostegno del suo mentore, don Pedro
Vidal, famoso scrittore che lo sostiene finanziariamente e gli trova
un lavoro presso la redazione di un giornale.
È proprio tra le
file della Vox de la Industria che David inizia a farsi strada
pubblicando le sue opere, racconti dai risvolti scabrosi ambientati
nei bassifondi di Barcellona, e in seguito trova lavoro presso una
piccola casa editrice gestita da due loschi figuri scrivendo sotto lo
pseudonimo di Ignatius B. Samson.
Ha compiuto ormai
ventisette anni quando una serie di malori lo spingono a chiedere il
parere ad un medico che gli da una tragica notizia: ha un tumore al
cervello e gli resta poco tempo da vivere.
Cosciente della sua
premature fine David si convince a realizzare il suo sogno, vedere
pubblicato un libro con il suo vero nome sopra. Così lavora giorno e
notte e proprio quando il libro viene pubblicato e risulta un vero
fiasco, viene contattato da un oscuro personaggio che si presenta
come un editore francese che gli fa un offerta che non potrà
rifiutare: scrivere un libro per lui in cambio della vita eterna.
La scelta per lui è
praticamente obbligata e inspiegabilmente inizia a stare meglio ma
diversi pericoli sono in agguato e lui è deciso ad indagare su due
misteri apparentemente diversi; uno riguarda l’identità del suo
misterioso principale e l’altro sul libro che ha trovato nel Cimitero dei Libri Dimenticati dove lo ha condotto una notte il caro
signor Sempere, il cui autore, morto misteriosamente anni prima,
sembra aver vissuto proprio nella sua casa.
Premetto con il dire
che dopo un inizio come quello di “L’ombra del vento” è stato
per me impossibile resistere alla tentazione di buttarmi a capofitto
nel sequel, che però sorprendentemente alla fine si scopre essere un
prequel. Infatti come scopriamo nelle ultime pagine, (Zafon
probabilmente mi fucilerebbe nel sapere che sto svelando un
particolare che lui ha così minuziosamente celato, ma mi perdonerà
perché non credo che sia giusto che anche voi, come me, soffriate per
670 pagine senza avere un idea chiave di chi siano i personaggi!) il
Signor Sempere citato nel libro non è altro che il nonno di Daniel.
Detto questo devo
ammettere che per buona parte del libro la storia mi aveva
incredibilmente entusiasmato; era così simile a L'ombra del vento
per stile che mi è risultato impossibile non amarla.
Altri termini di
paragone si trovano anche nella storia, è infatti impossibile non
paragonare David a Daniel, seppur psicologicamente siano molti
diversi; David è molto più arrogante e pieno di sé di quanto
Daniel abbia mai pensato di essere, però anche lui ama inizialmente
una donna che è destinato a perdere, si ritrova a dover scontrarsi
con la polizia ed è circondato da continui rimandi agli incendi e affini.
C’è però una
grande differenza tra le due opere, differenza che è stata
fondamentale nella formazione del mio giudizio: Se il primo capitolo
tiene inchiodati fino all'ultima pagina, “Il gioco dell’angelo”
ad un certo punto è destinato a perdere intensità, con l’arrivo
di personaggi che finiscono solo per destabilizzare e confondere.
Se in "L'ombra del
vento" la narrazione corre sul filo del paranormale fino a giungere
alla verità più umana possibile, nel secondo così no avviene e
anzi, il sovrannaturale rimane sovrannaturale, sfociando in un finale
che si può essere anche poetico ma che personalmente ho trovato un po’
assordo.
Devo ammettere di
esserne molto dispiaciuta che questa lettura mi sia risultata così
controversa, Carlos Ruiz Zafon ha uno stile di scrittura unico, che
non può che sorprendere e coinvolgere, e ho apprezzato molto diversi
aspetti come il rapporto tra David e Isabella, lui così arrogante e
lei, giovane e determinata, che riesce pian piano a scavare oltre la
sua armatura per prendersi un posto nel suo cuore.
“Amici?” “Finchè
morte non ci separi” penso che sia lo scambio più bello che io
abbia mai letto.
Non
posso però ignorare di avere un po’ di amaro in bocca riguardo a questo
libro e per questo il mio voto non potrà essere molto alto, ma
presto mi terrà nella lettura del terzo capitolo della saga, e
allora potrò vedere che cosa esso vorrà regalarmi.
Voto: 6.5/10
Frase: “La
gente normale mette al mondo dei figli, noi romanzieri dei libri.
Siamo condannati a metterci la vita, anche se quasi mai ce ne sono
grati. Siamo condannati a morire nelle loro pagine e a volte persino
a lasciare che siano loro a toglierci la vita”
Carlos Ruiz Zafòn nasce a Barcellona il 25 Settembre 1964 e dal 1996 vive a Los Angeles dove lavora come sceneggiatore.
Ha iniziato la sua carriera come scrittore nel 1993 scrivendo libri per bambini e ragazzi e ha esordito nella letteratura per adulti nel 2002 con la pubblicazione di "L'ombra del vento", primo dei suoi grandi successi che lo hanno portato al successo mondiale.
"Il gioco dell'angelo" è il secondo libro della serie del Cimitero dei Libri Dimenticati preceduto da "L'ombra del vento" e seguito da "Il prigioniero del cielo" e "Il labirinto degli spiriti".
Di sua pubblicazione anche la Trilogia della Nebbia ("Il principe della nebbia", "Il palazzo della mezzanotte", "Luci di Settembre") e "Marina".
Nessun commento:
Posta un commento