Leggere è andare incontro a qualcosa che sta per essere e ancora nessuno sa cosa sarà (Italo Calvino)
lunedì 31 dicembre 2018
Le migliori letture del mese, Dicembre!
Ed eccoci qui amici lettori! Anche il dodicesimo mese di questo 2018 è giunto al termine ma prima di salutarlo del tutto bisogna fare il consueto resoconto letterario! Anche questo mese le mie letture sono state tante ( esattamente nove) e alcune mi hanno colpito particolarmente. Senza trattenermi molto, perché il Cenone si avvicina e bisogna prepararsi, ecco la mia ultima classifica del 2018!
Nono posto: "Dentro l'acqua" di Paula Hawkins
Ultimo libro del mese, non che anche dell'anno. Una seconda possibilità che però purtroppo non è andata a buon fine per via di una storia basata su un idea interessante ma sviluppata in modo poco piacevole.
Voto: 5.5 Recensione completa qui
Ottavo posto: "Il segno dei quattro" di Arthur Conan Doyle
Secondo libro della serie di Sherlock Holmes in cui il celebre investigatore e il suo fidato assistente dovranno addentrarsi in una complessa vicenda giunta a loro dalla lontana India.
Voto: 6 Recensione completa qui
Settimo posto: "L'estraneo" di Ursula Poznanski e Arno Strobel
Altro libro molto apprezzato dai lettori che però non è riuscito a convincermi per via di un buon inizio ma di una risoluzione troppo vasta e complessa.
Voto: 6 Recensione completa qui
Sesto posto: "Un piccolo favore" di Darcey Bell
Thriller divenuto celebre per la trasposizione uscita proprio questo mese, nel quale ho avuto difficoltà a relazionarmi con i personaggi ma che è riuscito a convincermi, soprattutto grazie ad un finale fuori dai soliti schemi.
Voto: 7.5 Recensione completa qui
Quinto posto: "La ragazza che sapeva troppo" di M.R. Carey
Romanzo dispotico e stampo prettamente horror mi ha pienamente sconvolto e commosso con una storia avvincente ed importante sul punto di vista sociale. Consigliatissimo
Voto: 8 Recensione completa qui
Quarto posto: "Incubo" di Wulf Dorn
Non potevo concludere quest'anno senza celebrarlo finendo la bibliografia di questo grande autore che finalmente sono tornata ad amare a pieno grazie ad una storia dal ritmo altissimo e dal colpo di scena da cardiopalma. Certi amori non ti tradiscono mai.
Voto: 8 Recensione completa qui
Terzo posto: "Oscar Wilde e i delitti a lume di candela" di Gyles Brandreth
Da patita di Oscar Wilde non potevo non vedere questo libro fiction storico con molto interesse, interesse che si è tramutato in una vera e propria passione, nata soprattutto dalla reale base storica. Una vera nuova fissazione che non passerà tanto facilmente.
Voto: 8 Recensione completa qui
Secondo posto: "Lettere da Babbo Natale" di J.R.R. Tolkien
Che cosa dire? Un vero piccolo capolavoro natalizio che raccoglie tutte le lettere scritte da Tolkien a nome di Babbo Natale ed inviate per vent'anni ai suoi figli. Magico ed emozionante.
Voto: 9 Recensione completa qui
Primo posto: "La corsa di Billy" di Patricia Nell Warren
Ed eccoci giunti alla fine dove non si poteva non trovare questo splendido romanzo che racconta, attraverso la lotta di un ragazzo per raggiungere i suoi sogni sportivi, la battaglia di migliaia di persone per poter essere liberi di vivere e amare come vuole.
Voto: 9 Recensione completa qui
Ed eccomi qui, anche questa classifica è finita ed è il momento di salutare ufficialmente questo 2018 letterario. Augurandovi un Capodanno ricco di serenità vi aspetto domani per iniziare insieme un nuovo anno ricco di libri e di emozioni!
Recensione; "Dentro l'acqua" di Paula Hawkins
Buon ultimo giorno del 2018 amici lettori!
Ebbene sì, un altro anno volge al termine ma quello nuovo è più che mai pronto ad arrivare e prima di fare il punto della situazione e buttarcici a capofitto dobbiamo affrontare l'ultima recensione dell'anno che riguarda una "seconda opportunità". Come molti lettori, ho avuto modo di conoscere lo stile di Paula Hawkins all'uscita del suo celebre esordio "La ragazza del treno", thriller a cui avevo ceduto ma che non mi aveva per nulla convinto, rivelandosi una vera delusione. Conscia di questo primo approccio ma anche del fatto che ogni autore merita una seconda possibilità prima di essere "bocciato" ho scelto di prendere in prestito dalla mia biblioteca la sua seconda pubblicazione "Dentro l'acqua". Come sarà andata? Ora ve lo svelo.
Ebbene sì, un altro anno volge al termine ma quello nuovo è più che mai pronto ad arrivare e prima di fare il punto della situazione e buttarcici a capofitto dobbiamo affrontare l'ultima recensione dell'anno che riguarda una "seconda opportunità". Come molti lettori, ho avuto modo di conoscere lo stile di Paula Hawkins all'uscita del suo celebre esordio "La ragazza del treno", thriller a cui avevo ceduto ma che non mi aveva per nulla convinto, rivelandosi una vera delusione. Conscia di questo primo approccio ma anche del fatto che ogni autore merita una seconda possibilità prima di essere "bocciato" ho scelto di prendere in prestito dalla mia biblioteca la sua seconda pubblicazione "Dentro l'acqua". Come sarà andata? Ora ve lo svelo.
Titolo: Dentro l'acqua
Autore: Paula Hawkins
Paese: Inghilterra
Titolo
originale: Into the Water
Genere: Thriller
Pagine: 371
Prima
pubblicazione: 2017
Casa
editrice italiana: Piemme
Prezzo
di copertina: 19.50 euro copertina rigida, 14 euro copertina flessibile
Ebook: 12.99 euro
Sono molti anni che Jules non ha nulla a che vedere con Beckford, piccolo paese inglese dove la sua famiglia aveva una casa delle vacanze, nè, tanto meno con sua sorella Nel. Ma quando, una mattina mentre esce per andare al lavoro, due poliziotti la informano che Nel è stata ritrovata morta nel fiume che affianca la sua casa, capisce che dovrà fare i conti con il passato, tornare nel paese e prendersi cura della nipote, la quindicenne Lena, che sembra la fotocopia della madre. Tante cose sono cambiate ma non le oscure leggende che aleggiano sul fiume, quel fiume che a sempre ossessionato Nel, tanto da spingerla a farne il soggetto principale del suo misterioso progetto. Lo stesso fiume nella quale sembra essersi buttata. Ma si è trattato davvero di un suicidio? E cosa centrano con lei Katie, Libby, Lauren e tutte le altre donne che negli anni, proprio in quelle acque, hanno finito per rimetterci la vita?
Proprio come in "La ragazza del treno" la prima caratteristica che non mi ha convinto di "Dentro l'acqua" è stato l'utilizzo di un numero eccessivo di personaggi, tutti accompagnati da un cambio di prospettiva che rendono chiaro il concetto che ci troveremo di fronte ad una vicenda decisamente intricata. Nella storia compaio le vicende di diverse famiglie; quella di Jules, Lena e Nel, quella di Katie e i suoi genitori e quella dell'ispettore Sam, la moglie e il burbero padre. Questi tre gruppi famigliari si scontrano e si intrecciano, rivelando dissapori e amicizie presenti ma anche passate. A loro si uniscono poi personaggi esterni come l'anziana sensitiva Nickie, che sembra sapere tutto ma che nessuno prende mai sul serie, il giovane professore Mark Henderson e la sergente Erin Morgan, l'unica straniera, trasferitasi in paese dopo una brutta vicenda personale a Londra giusto in tempo per cercare di districare la matassa venuta in superficie dopo la morte di Nel ma che sembra essere iniziata molti anni prima. L'idea iniziale su cui prende vita questo libro non è male; un fiume misterioso e ricco di leggende in cui diverse donne nel corso degli anni hanno persona la vita, sia per mano di altri sia per propria volontà, i cui segreti sembrano legarsi alle famiglie che abitano sulle sue sponde. Scegliendo di ambientare la sua storia in una comunità così ristretta, la Hawkins preannuncia la presenza di una serie infinita di scheletri nell'armadio che nessuno vorrebbe rivelare e questo sarebbe un ottimo punto di partenza, ma tutto sta a come viene sviluppato. A mio avviso l'autrice non riesce in questo, creando una storia ben fatta all'inizio ma che non riesce a mantenere l'attenzione del lettore nel corso della lettura, rivelandosi lenta e poco coinvolgente. Ciò che proprio non mi ha convinto è la fissazione per la scrittrice di basare le proprie storie su personaggi femminili ben poco positivi; come per "La ragazza del treno" anche questa volta ho trovato molto difficile provare simpatia per i personaggi femminili, soprattutto per quella che si rivela l'iniziale protagonista, Jules. Da lei parte la vicenda e lei sembra dover essere la chiave per risolvere il mistero ma ben presto lascia del tutto posto agli altri, addirittura alla giovane nipote, ben più forte e coraggiosa. Debole e di poco carattere, non farà altro che buttarsi nel dolore di un passato difficile e dalla quale ancora non è riuscita a liberarsi, donando alla storia solo una profonda amarezza. Se i personaggi maschili sono espressi nella loro forma peggiore, anche le donne appaiono ben poco piacevoli, nonostante questo libro sembra presentarsi proprio come un opera a loro favore. Detto questo, purtroppo la mia opinione nei riguardi di questa autrice non è cambiata e devo ammettere definitivamente che le sue storie non fanno per me.
Voto: 5.5
Frase: "A nessuno piaceva pensare che l’acqua del fiume fosse contaminata dal
sangue e dalla bile di donne perseguitate e infelici: era l’acqua
che bevevano ogni giorno"
Paula Hawkins, nota al pubblico anche lo pseudonimo di Amy Siver, è nata a Harare il 26 agosto 1972 e attualmente vive a Londra. Ex giornalista è arrivata al successo grazie al suo romanzo d'esordio "La ragazza del treno", diventato un best-seller internazionale. Di sua pubblicazione anche "Dentro l'acqua".
domenica 30 dicembre 2018
Recensione; "La corsa di Billy" di Patricia Nell Warren
Buona domenica 30 Dicembre amici lettori!
Ormai il 2018 è agli sgoccioli e io devo ancor più darmi da fare per essere pronta a salutarlo come si deve. Oggi ad esempio vi parlo di un libro che ho concluso qualche giorno fa e che si è rivelato essere uno dei migliori libri non solo del mese ma anche dell'interno anno (a proposito di questo argomento, martedì uscirà un articolo speciale sulle migliori letture del 2018!). Sto parlando di "La corsa di Billy" libro scritto da Patricia Nell Warren negli anni '70 e diventato una delle opere più famose ed importanti della lettera gay. Non voglio dilungarmi troppo nell'anticipazione quindi mi fermo qui ma vi invito caldamente a leggere la recensione completa. Questo è un libro che davvero merita di essere letto almeno una volta nella vita.
Ormai il 2018 è agli sgoccioli e io devo ancor più darmi da fare per essere pronta a salutarlo come si deve. Oggi ad esempio vi parlo di un libro che ho concluso qualche giorno fa e che si è rivelato essere uno dei migliori libri non solo del mese ma anche dell'interno anno (a proposito di questo argomento, martedì uscirà un articolo speciale sulle migliori letture del 2018!). Sto parlando di "La corsa di Billy" libro scritto da Patricia Nell Warren negli anni '70 e diventato una delle opere più famose ed importanti della lettera gay. Non voglio dilungarmi troppo nell'anticipazione quindi mi fermo qui ma vi invito caldamente a leggere la recensione completa. Questo è un libro che davvero merita di essere letto almeno una volta nella vita.
Titolo: La corsa di Billy
Autore: Patricia Nell Warren
Paese: Stati Uniti
Titolo originale: The Front Runner
Genere: Romanzo
Pagine: 330
Prima pubblicazione: 1974
Casa editrice italiana: Fazi Editore
Anno edizione: 2017
Prezzo di copertina: 18.50 euro copertina flessibile
Ebook: 9.99 euro, disponibile con KU
È esattamente il 10 dicembre 1974 e la vita di Harlan Brown, allenatore della squadra di atletica della piccola università di Prescott, è destinata a cambiare per sempre. Dopo un passato turbolento e il licenziamento dopo uno gravoso scandalo, Harlan è deciso a non fare assolutamente nulla per mettersi in luce nei confronti di stampa ed autorità, ma quando il preside dell'Università, Joe Prescott, lo informa sullo stano fatto accaduto nella notte, capisce che i veri guai stanno ancora per arrivare. Tre giovani ragazzi, tutti e tre talentuosi atleti, sono appena giunti alla sua porta dopo un lungo viaggio per chiedere aiuto e protezione dopo l'espulsione dall'università che frequentavano e per la quale gareggiano. La motivazione offerta dall'allenatore è "problemi comportamentali" ma la verità è ben diversa; i tre ragazzi, infatti, sono gay. Dopo questa dichiarazione Harlan, anche lui gay, si trova di fronte ad una decisione difficile. Impedire ai tre ragazzi di laurearsi e gareggiare, soprattutto se dotati di un talento così grande, è una vera ingiustizia e proprio lui non può certo tirarsi indietro, soprattutto quando incrocerà per la prima volta lo sguardo di Billy, il più affascinante e il più dotato dei tre, deciso a fare di tutto per qualificarsi alle Olimpiadi dell'anno dopo. Le sfide da affrontare saranno tante e le più difficili saranno fuori dalla pista dove nemici ben più grandi di loro e duna mentalità chiusa e retrograda farà di tutto per fermarli ed impedirli di realizzare i loro sogni; poter correre nella competizione più importante per la vita di un atleta e soprattutto essere liberi di poter vivere la propria vita, di poter essere sé stessi e di poter amare chi si vuole.
Già dalla descrizione della trama penso abbiate capito quanto questa storia mi sia piaciuta. Del resto, visto quanto tengo a questo particolare argomento, questo libro sembrava essere proprio adatto a me. Così è stato, e anche di più. Inanzi tutto l'autrice fa una scelta estremamente importante ed azzeccata scegliendo di dare al proprio protagonista la piena libertà di raccontare la sua storia e quella del suo giovane atleta Billy Sive, una storia che nasce sulla pista di atleti e che tra gare, regolamenti e duri sconti con le Commissioni Nazionali mostra un importantissimo esempio di com'era la mentalità delle istituzioni e della società nei confronti degli atleti omosessuali nell'America degli anni '670. Questa serie tematica viene affrontata dall'autrice, attraverso la narrazione del suo protagonista, con un attenzione e una gravità veramente apprezzabili. La lettura si rivela da subito molto scorrevole ma allo stesso tempo piena di avvenimenti continui che coinvolgono il lettore, spingendolo a seguire le vicende dei personaggi, ai quali è davvero impossibile non affezionarsi. Grazie ad una splendida caratterizzazione, Harlan, Billy, Vince, Jacque e tutti gli altri diventeranno agli occhi del lettore dei veri e proprio amici, con la quale chiacchierare, discutere e seguire nella loro crescita, ma soprattutto sopportarsi, sia sul piano atletico che su quello sociale. Non posso nascondere che uno dei fattori che più mi sia piaciuto di questo libro è l'ambientazione nel campo dello sport; da appassionata del mondo sportivo ho trovato entusiasmante ed emozionante seguire i personaggi nel loro allenamento personale e nel sogno di poter partecipare alle Olimpiadi, nello specifico quelle di Montreal '74, una competizione che anche su di me riflette il suo splendore. Oltre alla fatica per raggiungere gli standard necessari per entrare a far parte dell'élite internazionale, Billy e i suoi amici dovranno anche lottare per un altro difficile traguardo; quello della parità di diritti per la comunità omosessuale. Una lotta straziante e alle volte senza senso ma necessaria per permettere a milioni di persone di essere finalmente sé stesse. Le difficoltà della vita quotidiana della comunità omosessuale viene rappresentata a pieno dall'unione di Harlan e Billy, un amore che provoca diverso scalpore sia nel mondo dell'atletica che nell'intera società americana tanto da dare vita ad una lunga serie di pettegolezzi, pregiudizio ed addirittura di dure ripercussioni. Nonostante questo, Patricia Nell Warren la descrive esattamente come qualsiasi altra storia d'amore, senza nascondersi dietro i tabù tipici della società nella quale vive e lavora. Questa scelta dimostra un grande coraggio ma anche una grande umanità, pienamente rispettabile. "La corsa di Billy" rientra a mio avviso di diritto nei romanzi di formazione e, come ho già scritto nella presentazione, ognuno di noi dovrebbe leggerlo almeno una volta nella vita perché grazie alla drammaticità e alla sofferenza che trasmette la sua storia pone un insegnamento fondamentale; nonostante sia passato molto tempo dall'epoca in cui Harlan e Billy vivevano, purtroppo ancora oggi non si possono notare così tante differenze della mentalità e nel trattamento che ogni uomo o donna omosessuale deve affrontare ogni giorno. Ancora oggi si sente parlare di pregiudizio e di intolleranza e questo è davvero inammissibile, considerando soprattutto quante persone come Billy ed Harlan si sono battuti in passato per far sì che in futuro cambiasse qualcosa. Chi lo sa, magari anche grazie a questo libro, un giorno tutti loro potrebbero non averlo fatto invano.
Voto: 9
Frase: "Quale
probo imperatore avrebbe emesso l’editto che ci consentiva di
uscire alla luce del giorno? Che male facevamo? Gli assassini e i
ladri fanno male alle persone, noi non facevamo male a nessuno, salvo
forse, confusi e pieni di sensi di colpa com'eravamo, a noi stessi"
Patricia Nell Warren è nata il 15 giugno 1936 a Helena, nello stato americano del Montana. Giornalista,
editor, editrice e scrittrice di grande successo, vive in California
ed è una delle più rispettate autrici di letteratura gay. Attivista
politica, è particolarmente nota per la sua vicinanza e l’appoggio
ai fenomeni di emancipazione del mondo omosessuale. È stata anche
un’atleta: una delle prime donne a correre la maratona di Boston,
nel 1968. "La
corsa di Billy",
il suo primo romanzo, ebbe un’eco tale da ispirare la nascita, nel
1974, dei Frontrunners (dal titolo originale del libro): un gruppo di
atleti gay, lesbiche, bisessuali e transessuali di San Francisco che
si riunivano per praticare sport. A oggi, esistono club di
Frontrunners in Europa, Canada, America meridionale e centrale,
Australia e Nuova Zelanda.
sabato 29 dicembre 2018
Recensione; "L'estraneo" di Ursula Poznanski e Arno Strobel
Buon sabato a tutti cari amici lettori!
La fine del 2018 si avvicina e quindi non c'è più tempo per rilassarsi, devo rimboccarmi le maniche e recuperare le ultime letture. Il libro di cui vi parlo oggi è un thriller che ha avuto molto successo quando è uscito, diventando in brevissimo tempo un vero best seller internazionale, ma che purtroppo, come alle volte successo, per quanto mi riguarda non è stato degno delle aspettative che ho maturato. Il thriller in questione è "L'estraneo" di Ursula Poznanski e Arno Strobel ed il motivo per qui questo apprezzato libro non mi ha del tutto convinto.. ora ve lo svelo.
La fine del 2018 si avvicina e quindi non c'è più tempo per rilassarsi, devo rimboccarmi le maniche e recuperare le ultime letture. Il libro di cui vi parlo oggi è un thriller che ha avuto molto successo quando è uscito, diventando in brevissimo tempo un vero best seller internazionale, ma che purtroppo, come alle volte successo, per quanto mi riguarda non è stato degno delle aspettative che ho maturato. Il thriller in questione è "L'estraneo" di Ursula Poznanski e Arno Strobel ed il motivo per qui questo apprezzato libro non mi ha del tutto convinto.. ora ve lo svelo.
Titolo: L'estraneo
Autore: Ursula Poznanski e Arno Strobel
Paese: Austria
Titolo
originale: Fremd
Genere: Thriller psicologico
Pagine: 367
Anno di pubblicazione: 2017
Casa
editrice italiana: Giunti
Prezzo
di copertina: 14 euro copertina flessibile, 10 euro versione economica
Ebook: 4.99 euro, disponibile con KU
Da quando si è trasferita in Germania per scappare al controllo del ricchissimo e rigidissimo padre australiano, Joanna segue una vita tranquilla ed esattamente come piace a lei. Questo almeno fino a quando una sera in casa sua entra un uomo, per lei totalmente estraneo, ma che si annuncia come suo fidanzato. Da quel momento in poi per la ragazza inizierà un vero e proprio incubi il perno è Erik, quello ragazzo di cui non ricorda nulla e di cui non saprà mai se si potrà fidare davvero ma che allo stesso tempo sembra essere l'unico capace di starle vicino e proteggerla dal pericolo più grande; sé stessa. Chi è davvero Erik? Ed è lei ad essere diventa pazza o è lui a volerla convincere di questo per poter mettere le mani sul suo immenso patrimonio? Le verità da svelare sono tante e per farlo entrambi i giovani dovranno ritrovarsi a fronteggiare un nemico ben più grande di loro.
Mi capita raramente di leggere libri scritti a quattro mano e quando succede inizio sempre la lettura con molta curiosità. Se questa unione all'inizio risulta essere convincente, soprattutto nel ricreare i due differenti punti di vista di Erik e Joanna, piano piano si inizia a percepire un po' di confusione. Non posso dire che "L'estraneo" sia un thriller mal riuscito ma, escludendo la parte iniziale dove era necessario scoprire chi dei due personaggi stesse dicendo la verità, non è stato capace di mantenere la mia attenzione tramutando quella che apparentemente sarebbe sembrata una vicenda strettamente personale tra due persone, turbata da un qualche profondo trauma psichico, in una situazione ben più ambia e di grande spessore storico e sociale. Questa decisione mi è parsa un tantino esagerata e ha fatto sì che ai miei occhi la storia diventasse decisamente meno coinvolgente. Il colpo di scena finale, quello che non può mancare in un thriller degno di questo nome, comunque arriva ed è anche piacevole perché mette tutti gli elementi al loro posto, conclude la vicenda di Joanna ed Erik ma, grazie ad un epilogo sorprendente, tiene sempre aperto quello che è il pericoloso mondo in cui vengono catapultati e che sembra essere tutt'altro destinato a finire. In conclusione un libro piacevole ma, ahimè, nulla di più.. ci sarà sicuramente una seconda occasione per testare questa coppia letteraria, magari con "Anonimo" il loro secondo thriller.
Voto: 6
Frase: "- Se ne vada subito o chiamo la polizia!- Un rapinatore a questo punto scapperebbe. L'estraneo invece non lo fa. Ma lui non è entrato per rubare, questo l'ho capito da un pezzo. I ladri non si intrufolano certo nelle case altrui in giacca e cravatta. Il che significa che l motivo è un altro, che quest'uomo ha altre intenzioni.."
Ursula Poznansky è nata a Vienna nel 1968 e prima di diventare una scrittrice best-seller ha lavorato come giornalista per riviste scientifiche. è autrice di numerosi romanzi per ragazzi e thriller di grande successo. Arno Strobel è nato a Saarlouis nel 1962 e ha lavorato a lungo per una gorssa banca prima di dedicarsi interamente alla scrittura. è diventato un autore best-seller con una fortunata serie di thriller psicologici. "L'estraneo" è il loro primo romanzo scritto a quattro mani ed è diventato un successo incredibile, tanto da rimanere per settimane nella TOP 10 dello "Spiegel" ed essere tradotto in cinque paesi. Nel 2018 è uscito anche "Anonimo" il loro secondo thriller.
venerdì 28 dicembre 2018
Recensione; "La ragazza che sapeva troppo" di M.R. Carey
Seconda recensione di giornata che riguarda un romanzo che ho letto prima delle vacanze natalizie ma che mi coinvolto davvero tantissimo. Sto parlando del dispotico horror "La ragazza che sapeva troppo" di M.R. Carey. Pur non essendo del mio genere preferito, questo romanzo è stato davvero in grado di convincermi grazie ad una storia d'effetto.. ma per saperne di più, vi invito a scorrere e leggere la recensione completa.
Titolo: La ragazza che sapeva troppo
Autore: M.R. Carey
Paese: Inghilterra
Titolo
originale: The Girl with All the Gifts
Genere: Romanzo dispotico/Horror
Pagine: 382
Prima
pubblicazione: 2014
Casa
editrice italiana: Newton Compton
Anno
edizione: 2015
Prezzo
di copertina: 9.90 euro copertina rigida, 4.90 euro versione economica
Ebook: 3.99 euro
In un futuro post apocalittico, Melanie vive una vita assolutamente terrificante. Costretta, insieme ad altri bambini come lei, a vivere rinchiusa in una base militare segreta, passa le sue giornate tra le lezioni dei maestri, tra i quali l'amata signorina Justineau, e le eterne notti passate in una cella d'isolamento. Del mondo fuori da quelle quattro mura non sa nulla a parte che è pericoloso e controllato dai terribile hungrie. Ma chi sono davvero questi esseri senza anima? Come si sono creati? E chi è davvero Melanie? Un bambina, oppure qualcosa di più? E soprattutto, cosa vuol dire quella terribile sensazione che sente ogni volta che per sbaglio percepisce l'odore degli umani che la circondano? Saranno tante le domande a cui Melanie dovrà trovare risposta e soprattutto molti i pericoli che lei e il suo piccolo gruppo, composto dalla signorina Justineau, la dottoressa Caroline Caldwell, il Sergente Parks e un giovane soldato, dovranno affrontare quando la base verrà attaccata e loro si ritroveranno nel pieno del mondo che li circonda. Infine sarà Melanie a dover fare una scelta, anche se terribile, per fondare le basi per un nuovo mondo.
Appena ho iniziato a leggere questo libro mi sono ritrovata di fronte ad una narrazione alla quale non ero per nulla preparata. Il genere dispotico è uno dei miei preferiti ma la stessa cosa non è per l'horror e questa storia si rivela da subito decisamente tendente verso quel genere, soprattutto quando la base verrà attaccata e i vari personaggi ci faranno conoscere il mondo che li circonda, un mondo veritiero ma ben diverso da quello che conosciamo perché distrutto dalla diffusione di un virus che ha attaccato e distrutto migliaia di persone rendendole simili a terrificanti zombie. La cosa che mi ha permesso di continuare a leggere è una sorta di attrattiva che mi legava alle pagine, coinvolgendomi e dandomi voglia di proseguire, facendomi scoprire una storia che spesso e volentieri cade nello splatter e che si adatta poco ai deboli di fegato ma che conserva alcuni messaggi civili e sociali davvero molto importanti. Il fattore migliore è formato dai personaggi, tutti estremamente interessanti e molto ben caratterizzati; a partire dalla piccola Melanie e dalla sua presa conoscenza del mondo e della sua identità, passando per i suoi compagni di viaggio, tutti diversi tra loro e spinti da differenti valori ed esperienze, fino ad arrivare agli hungrie, visti prima come delle terrificanti beste ma piano piano rivalutati nel corso della lettura. Storia commovente che sfocia in un finale che sconvolgerà ma che farà comprendere una verità a volte difficile da accettare; certe volte è inutile combattere e per salvare il mondo, bisogna scegliere di perire. Un libro sorprendente, che è stato capace di convincere anche me e che quindi si adatta bene anche a quelli non affine a questo particolare genere. Per tutti quelli che amano le storie dell'errore e le scene raccapriccianti.. bhè qui troverete di certo pane per i vostri denti!
Voto: 8
Frase: "Il
mondo sotto i nostri oggi è stato costruito dagli uomini per
soddisfare le loro esigenze, ma ora non è più così, è del tutto
cambiato. Ed è cambiato perché se ne sono andati via, ritirandosi,
abbandonandolo agli hungrie"
M.R. Carey è nato a Liverpool nel 1959. È
autore di vari libri e di fumetti, ha lavorato per la DC Comics e la
Marvel, firmando episodi acclamati dalla critica delle famose serie
degli XMen e
dei Fantastici
quattro.
Le sue opere finiscono regolarmente nella classifica del «New York
Times» dedicata alle graphic novel. È stato anche sceneggiatore di
Hollywood. La Newton Compton ha pubblicato "La
ragazza che sapeva troppo",
un successo internazionale diventato un film con Glenn Close, Gemma
Arterton e Paddy Considine, "Fellside" e "Il
ragazzo sul ponte".
Recensione; "Lettere da Babbo Natale" di J.R.R. Tolkien
Buon pomeriggio a tutti amici lettori!
Un po' in ritardo sulla tabella di marcia (come al solito del resto) eccomi per parlarvi delle ultime letture del mese, una delle quali è stata veramente e totalmente a tema natalizio; "Lettere da Babbo Natale" è una splendida raccolta di lettere create dal genio di J.R.R. Tolkien che mi è stato gentilmente regalato da una mia cara amica lettrice e collega lo scorso Natale. Per apprezzarla a pieno ho dovuto attendere un anno ma non è stata vana perchè si è rivelato essere un vero e proprio gioiellino natalizio! Ecco la mia recensione.
Un po' in ritardo sulla tabella di marcia (come al solito del resto) eccomi per parlarvi delle ultime letture del mese, una delle quali è stata veramente e totalmente a tema natalizio; "Lettere da Babbo Natale" è una splendida raccolta di lettere create dal genio di J.R.R. Tolkien che mi è stato gentilmente regalato da una mia cara amica lettrice e collega lo scorso Natale. Per apprezzarla a pieno ho dovuto attendere un anno ma non è stata vana perchè si è rivelato essere un vero e proprio gioiellino natalizio! Ecco la mia recensione.
Titolo: Lettere da Babbo Natale
Autore: J.R.R. Tolkien
Paese: Inghilterra
Titolo
originale: Letters from Father Christmas
Genere: Raccolta di lettere/Fantasy
Pagine: 190
Prima
pubblicazione italiana: 2004
Casa
editrice italiana: Bompiani
Anno
edizione: 2017
Prezzo
di copertina: 13 euro copertina flessibile
Dal 1920 al 1943 i bambini di casa Tolkien, John, Michael, Christopher e Priscilla, hanno atteso in Natale con ancor più trepidazione degli altri bambini perché sapevano che avrebbero ricevuto una lettera molto speciale; direttamente da Casa Natale al Polo Nord, Babbo Natale scriveva loro, con la sua scrittura malferma ed imprecisa, per informarli sulla sua quotidianità, per descrivergli la loro vita e per raccontargli tutte le fantastiche avventure che lo vedevano protagonista insieme ai suoi inseparabili amici; il pasticcione Orso Bianco, l'efficiente Elfo Ilbereth, gli Elfi della Neve, gli Gnomi Rossi, gli Orsi delle Caverne e tutti gli altri, alle volte impegnati nella lotta contro dei terribili nemici, i goblin, decisi ogni anno ad impadronirsi di tutti i regali di Natale. Che dietro queste leggere e le splendide illustrazioni che le accompagnano, ci fosse lo zampino dell'amorevole e geniale padre, per loro non faceva alcuna differenza. E così è anche per noi.
"Lettere a Babbo Natale" è un opera che si annuncia fin da subito splendida e lo diventa ancora di più una volta iniziata l'avventura sulle sue pagine. Questa raccolta è un vero e proprio tripudio di fantasia di fronte ai quali, bambini e adulti, non potranno fare a meno di sentirsi invadere dall'emozioni. è quasi incredibile pensare a ciò che abbiano provato i quattro figli dell'autore a ricevere ogni anno la loro busta da Babbo Natale e l'entusiasmo con il quale leggevano e scoprivano ciò che lui voleva raccontagli. L'amore e il genio di J.R.R. Tolkien risulta enfatizzato all'ennesima potenza nell'impegno che metteva nel ricreare le lettere (molte delle quali riportate come originali all'interno del libro), differenziando la scrittura per i diversi personaggi e accompagnandole con splendidi disegni e veritiere buste intestate. Impossibile quindi non rimanere senza fiato nel poter ricreare questo modo fantastico a cui ogni di noi a creduto (e a cui magari ancora crede). Le simpatiche avventure che ogni anno vanno a turbare gli equilibri del Polo Nord non possono che richiamare un sorriso, soprattutto quando centra l'esilarante Orso Bianco, a mio avviso il personaggio più bello dell'intera raccolta. Oltre ai sorrisi e alla spensieratezza, però, questa racconta porta anche una grande commozione, sia quando, attraverso le lettere, traspirano la povertà, i problemi economici, e i dolori della guerra, ma soprattutto quando Babbo Natale si trova nella condizione di dover salutare i suoi piccoli amici, diventati ormai troppo grandi per credere nella sua magia. Un opera perfetta da regalare a tutti coloro che amano il Natale e che vogliono viverlo nella sua forma più speciale.
Voto: 9
Frase: "Io non mi dimentico mai delle persone, nemmeno quando ormai hanno passato l'età in cui si appendono le calze, almeno fino a quando non sono loro a dimenticarsi di me"
John Ronald Reuel Tolkien è nato il 3 gennaio 1893 a Bloemfontein ed è deceduto a Bournemounth il 2 settembre 1973. Celebre per la sua saga "Il Signore degli Anelli", divenuto un bestseller di fama internazionale, è stato autore ed illustratore di altre due opere considerate delle vere pietre miliari della letteratura fantasy inglese; "Lo Hobbit" e "Silmalirrion" uscite postume la sua morte grazie al figlio Christopher, anch'esso scrittore.
mercoledì 26 dicembre 2018
Segnalazione; "La ragazza di neve" di Isabella Izzo
Buon Santo Stefano amici lettori!
In questo periodo di feste spero di ritrovare la costanza necessaria per concludere adeguatamente il 2018 e le letture le lo hanno accompagnato. Prima di continuare a parlarvi delle mie scorse letture, però, ho una cosa importante da fare; parlarvi di una splendida nuova uscita! "La ragazza di neve" è il nuovo romanzo storico di Isabella Izzo, una giovane autrice che io ho avuto già modo di conoscere ed apprezzare grazie a "La schiava dei Tudor". La trama sembra davvero molto interessante e conoscendo il talento della scrittrice sono certa che anche questo nuovo libro sarà capace di farsi ricordare. Qua sotto vi lascio la trama e una breve biografia dell'autrice, invitandovi a dargli un occhiata. Esce proprio oggi!
Trama:
Villaggio di Mortalach. Scozia 1322. Alena e i suoi fratelli fuggono di casa. è notte fonda e fuori c'è l'inverno gelido e beffardo ad attenderli. Ma in casa c'è il diavolo. Stanno attraversando il bosco innevato quando si imbattono in una donna travestita da monaco, anche lei in fuga. E inaspettatamente si ritrovano custodi di una misteriosa pergamena che condurrà i loro destini in un'abbazia ai confini dell'Inghilterra.
Abbazia di Melrose. Guglielmo è un giovane frate che fugge dall'amore, ma presto il ricordo della sua donna non sarà più l'unico fantasma a tormentarlo. Strane cose accadono nelle mura dell'abbazia, tra spettri notturni e morti improvvise.
In un mondo di uomini spietati, dilaniato da una sanguinosa guerra per la libertà, in una continua lotta per la sopravvivenza, tra corruzioni e sete di potere, tra sfide, odio, desideri e amori, sarà la voglia di rinascita a guidare le scelte di chi ancora ha speranza. In un gioco di vendette e misteri, di cui il destino ha unito le trame.
Isabella Izzo è nata il 9 luglio del 1985 a vive a Calvi Risorta, in provincia di Caserta, con il marito e i figli. "La ragazza di neve" è il suo nuovo romanzo dopo il bestseller "La schiava dei Tudor", pubblicato per il nuovo marchio Deagostini, e "Il segreto del tempo" che ha riscosso successo di vendite e critiche. Il suo primo romanzo è "Harbor. Storia di un regno" pubblicato nel 2012.
In questo periodo di feste spero di ritrovare la costanza necessaria per concludere adeguatamente il 2018 e le letture le lo hanno accompagnato. Prima di continuare a parlarvi delle mie scorse letture, però, ho una cosa importante da fare; parlarvi di una splendida nuova uscita! "La ragazza di neve" è il nuovo romanzo storico di Isabella Izzo, una giovane autrice che io ho avuto già modo di conoscere ed apprezzare grazie a "La schiava dei Tudor". La trama sembra davvero molto interessante e conoscendo il talento della scrittrice sono certa che anche questo nuovo libro sarà capace di farsi ricordare. Qua sotto vi lascio la trama e una breve biografia dell'autrice, invitandovi a dargli un occhiata. Esce proprio oggi!
Trama:
Villaggio di Mortalach. Scozia 1322. Alena e i suoi fratelli fuggono di casa. è notte fonda e fuori c'è l'inverno gelido e beffardo ad attenderli. Ma in casa c'è il diavolo. Stanno attraversando il bosco innevato quando si imbattono in una donna travestita da monaco, anche lei in fuga. E inaspettatamente si ritrovano custodi di una misteriosa pergamena che condurrà i loro destini in un'abbazia ai confini dell'Inghilterra.
Abbazia di Melrose. Guglielmo è un giovane frate che fugge dall'amore, ma presto il ricordo della sua donna non sarà più l'unico fantasma a tormentarlo. Strane cose accadono nelle mura dell'abbazia, tra spettri notturni e morti improvvise.
In un mondo di uomini spietati, dilaniato da una sanguinosa guerra per la libertà, in una continua lotta per la sopravvivenza, tra corruzioni e sete di potere, tra sfide, odio, desideri e amori, sarà la voglia di rinascita a guidare le scelte di chi ancora ha speranza. In un gioco di vendette e misteri, di cui il destino ha unito le trame.
Isabella Izzo è nata il 9 luglio del 1985 a vive a Calvi Risorta, in provincia di Caserta, con il marito e i figli. "La ragazza di neve" è il suo nuovo romanzo dopo il bestseller "La schiava dei Tudor", pubblicato per il nuovo marchio Deagostini, e "Il segreto del tempo" che ha riscosso successo di vendite e critiche. Il suo primo romanzo è "Harbor. Storia di un regno" pubblicato nel 2012.
mercoledì 19 dicembre 2018
Recensione; "Il segno dei quattro" di Arthur Conan Doyle
Buongiorno amici lettori!
Dopo aver divorato e adorato "Oscar Wilde e i delitti a lume di candela" di cui vi ho steso le lodi nell'articolo precedente, la lettura seguente è praticamente venuta da sé. Nelle sue pagine si cita spesso "Il segno dei quattro" secondo libro di Arthur Conan Doyle in cui appare la figura di Sherlock Holmes e che sembra guidare l'indagine di Oscar Wilde, quindi è stato per me impossibile, nell'enfasi del momento, resistere alla tentazione di leggerlo. Ecco qui la mia recensione.
Dopo aver divorato e adorato "Oscar Wilde e i delitti a lume di candela" di cui vi ho steso le lodi nell'articolo precedente, la lettura seguente è praticamente venuta da sé. Nelle sue pagine si cita spesso "Il segno dei quattro" secondo libro di Arthur Conan Doyle in cui appare la figura di Sherlock Holmes e che sembra guidare l'indagine di Oscar Wilde, quindi è stato per me impossibile, nell'enfasi del momento, resistere alla tentazione di leggerlo. Ecco qui la mia recensione.
Titolo: Il segno dei quattro
Autore: Arthur Conan Doyle
Paese: Inghilterra
Titolo
originale: The Sing of The Four
Genere: Giallo
Pagine: 170
Prima
pubblicazione: 1890
Anno edizione: 2017
Casa
editrice italiana: Feltrinelli
Prezzo
di copertina: 9 euro copertina flessibile
Ebook: 1.99 euro
Dopo il successo derivato dalla soluzione del caso di "Uno studio in rosso", per Sherlock Holmes ha inizio un periodo di inattività e di noia. Non si vede un cliente da molto tempo e il geniale detective non ha alternative che abbandonarsi alle droghe, come grande rammarico del fedele amico Watson, che disapprova questa sua estrema abitudine. Per fortuna di entrambi un pomeriggio giunge a Baker Street una bellissima donna di nome Mary Morstan e porta con lei un grande segreto legato alla figura di suo padre, militare inglese in India mai tornato a casa. La vicenda risulta da subito estremamente intricata e vede intrecciarsi le vite di diversi uomini tutti responsabili della scoperta di un misterioso tesoro e per questo destinati a perire. Sarà compito di Holmes districare la matassa che avvolge il mistero dell'enigmatica frase "Il segno dei quattro" mentre per Watson si stagliano all'orizzonte alcune faccende di cuore
Inutile dichiarare quanto il personaggio di Sherlock Holmes mi affascini e mi colpisca. Anche in questa seconda indagine il geniale detective sarà in grado infatti di mostrare tutte le sue capacità e aprire le mente di tutti quelli che hanno modo di seguirlo nelle sue indagini, in primis il dottor Watson, la cui amicizia e fedeltà sono ormai un dato di fatto. Annoiato e dedito all'uso di droghe, Holmes dovrà riscuotersi trovandosi di fronte ad un caso tutt'altro che scontato ma che sfiderà le sue particolati doti e che troverà soluzione nel passato del padre della signorina Mostan e dei suoi compagni. Nonostante la storia risulti da subito molto interessante devo ammettere però di aver provato un po' di difficoltà nel continuare la lettura e soprattutto nel mantenere la concentrazione adatta per seguire le complicate vicende. Questa sensazione potrebbe derivarsi dal fatto che arrivavo da un'indagine ben diversa, perchè ambientata nello stesso periodo ma scritta in tempi moderni e quindi dotata di uno stile ben più scorrevole, o forse per la mia poco congenialità con la prosa dell'epoca. Nella mia storia di lettrice ho trovato ben poche opere scritte in quel periodo che siano capaci di raccogliere del tutto la mia attenzione e convincermi a pieno e questo non deve darsi alla bellezza dell'opera ma alla mia grave mancanza e difficoltà di empatia nei confronti dei Classici. Seppur questa cosa sia ormai risaputa sia a me che a voi, di tanto in tanto provo la voglia e la curiosità di confrontarmi con opere del genere, anche se il risultato non è sempre dei più positivi. Tutto questo discorso per spiegarvi quello che sarà il mio voto su questa lettura, giudizio del tutto personale e che non ha nulla a che vedere con la bravura di Arthur Conan Doyle (mai mi passerebbe per la testa di criticarlo!) che anzi mostra una prosa ben più scorrevole e diretta di molti altri suoi colleghi contemporanei. Detto questo concludo dicendo che la serie di Sherlock Holmes merita sicuramente di essere conosciuta e che anche io continuerò a farlo, magari però spostandomi e gustandomela sotto forma di audiolibro.
Voto: 6
Frase: "Dopo aver eliminato l'impossibile, ciò che rimane, per quanto improbabile, è per forza la verità"
Sir Arthur Ignatius Conan Doyle nacque il 22 Maggio 1859 a Edimburgo e morì il 7 luglio 1930 a Crowborough, in Inghilterra. Considerato, insieme ad Edgar Allan Poe, il fondatore di due generi letterari, il giallo e il fantastico, nella sua lunga e prolifica carriera ha sperimentato argomenti molto diversi tra loro, dall'avventura al soprannaturale, soffermandosi però maggiormente sul giallo deduttivo, di cui è il vero capostipite, grazie al suo più celebre personaggio, il detective Sherlock Holmes.
lunedì 17 dicembre 2018
Recensione; "Oscar Wilde e i delitti a lume di candela" di Gyles Brandreth
Buon lunedì amici lettori!
Inizia ufficialmente la settimana prima del Natale e io, invece di correre per acquistare i regali, corro per recuperare le scorse letture. Oggi vi voglio parlare di un libro davvero molto carino che è stato capace di conquistarmi pagina dopo pagina, soprattutto per la bellezza dei personaggi. Sto parlando di "Oscar Wilde e i delitti a lume di candela" giallo storico scritto da Gyles Brandreth. uno dei personaggi televisivi e politici inglesi più importanti nonché celebre scrittore e saggista. Si tratta di un opera senza dubbio molto particolare soprattutto perché si tratta di un indagine alla Sherlock Holmes a cui indagare è un personaggio di eccezione; il drammaturgo, scrittore e poeta Oscar Wilde.
Se volete saperne di più vi invito a continuare a leggere, e credetemi, ne vale davvero la pena.
Questo libro è entrato in mio possesso durante una delle mie missione nella mia libreria dell'usato preferita e devo ammettere che la prima cosa che mi colpito una volta scoperto è stata la bellezza del volume e della copertina, curata nei minimi dettagli. Una volta letto il titolo e qualche riga della trama (non la leggo mai tutta perché preferisco non scoprire troppo dei libri che mi appresto a leggere) ho poi capito che non ne avrei davvero potuto fare a meno. Come penso ormai avrò ripetuto fino allo sfinimento, ho una grande, immensa ed innata passione per Oscar Wilde e ho trovato da subito davvero geniale l'idea di creare una fiction su di lui. Partendo dal presupposto che si tratti di un opera di fantasia la cosa che convince e conquista sono le basi storiche su cui viene basata, Gyles Brandreth ha dedicato gran parte della sua carriera allo studio della vita del celebre scrittore irlandese e dei suoi illustri conoscenti e questo sapere maturato si nota totalmente nell'attenzione e nell'accuratezza che l'autore ci mette nel ricreare i personaggi più simili a quanto potessero apparire nella realtà. È stata una vera emozione per me poter immaginare si vedere con i miei occhi la figura imponente di Oscar Wilde, poter osservare i suoi movimenti e lasciarmi coinvolgere dai suoi ragionamenti. La cosa inoltre non interessa solamente il protagonista ma anche gli altri due personaggi realmente esistiti; Robert Sherard, scrittore forse meno famoso ma divenuto celebre per essere stato il primo a scrivere la biografia di Wilde, che in questo romanzo veste i panni di un secondo Dottor Watson, incaricandosi della narrazione, e Arthur Conan Doyle, autore che tutti noi conosciamo bene e che in questo libro gioca un ruolo chiave perché è proprio attraverso la sua influenza, e quella del suo personaggi, che Oscar decide di lanciarsi in questa complicata indagine. Tutti e tre sono poco più che trentenni, quindi nel bel mezzo della loro vita e della loro carriera, Oscar Wilde è infatti nel bel mezzo della scrittura di "Il ritratto di Dorian Gray" e Arthur Conan Doyle ha appena pubblicato "Il segno dei quattro" e questo, oltre a mostrarli al lettore nel loro massimo splendore, dimostra come sia stata importanza l'influenza della loro amicizia nelle opere di uno e dell'altro. L'importanza storica è quindi un fattore chiave nella buona riuscita di questo romanzo ma non è la sola che merita di essere citata; un ottima indagine, intricata e basata su argomenti molto importati e che anticiperanno un po' quelle che saranno le vicende che stravolgeranno la vita di Oscar Wilde (l'amore omosessuale e i circoli privati e segreti in cui era possibile esprimerlo) fanno sì che il lettore proverà l'irresistibile impulso di continuare a leggere e, perché no, di provare in prima persona a trovare la soluzione, cosa tutt'altro che facile. In conclusione un opera che io ho amato molto e che non vedo l'ora di arricchire continuando con la saga che, in lingua inglese, conta la bellezza di sette romanzi, di cui però solo tre sono stati tradotti in italiano. La scoperta mi ha fatto provare una grande tristezza ma sapete cosa vi dico.. per una storia del genere potrei anche iniziare a leggere in lingua!
Voto: 8
Frase: "Lo sguardo della nostra mente non è una macchina fotografica ma piuttosto il pennello di un pittore; non produce testimonianze documentate. Purtroppo. Può far rivivere il colore di quella giornata, la sensazione del momento, ma i dettagli sono tutti perduti. È uno strumento adatto ai poeti e ai pittore, ma per gli investigatori è del tutto inutile!"
Gyles Daubeny Brandreth è nato l'8 Marzo 1948 in Germania, dove, nel secondo dopo Guerra, il padre svolgeva la professione legale come ufficiale della Commissione di Controllo Alleata. Scrittore, sceneggiatore e saggista nella sua lunga carriera ha pubblicato numerose opere e biografie su alcuni importanti personaggi della storia e letteratura inglese, tra cui spicca Oscar Wilde, a cui l'autore ha voluto dedicare, oltre a diversi saggi, anche una serie di fantasia composta da sette gialli di cui in italia sono stati tradotti solo i primi tre; "Oscar Wilde e i delitti a lume di candela", "Oscar Wilde e il gioco della morte" e "Oscar Wilde e il sipario strappato". Ex politico e supervisore governativo è stato anche conduttore di alcuni importati programmi per la BBC e per la radio. Attualmente vive in Inghilterra con la mogli e i tre figli.
Inizia ufficialmente la settimana prima del Natale e io, invece di correre per acquistare i regali, corro per recuperare le scorse letture. Oggi vi voglio parlare di un libro davvero molto carino che è stato capace di conquistarmi pagina dopo pagina, soprattutto per la bellezza dei personaggi. Sto parlando di "Oscar Wilde e i delitti a lume di candela" giallo storico scritto da Gyles Brandreth. uno dei personaggi televisivi e politici inglesi più importanti nonché celebre scrittore e saggista. Si tratta di un opera senza dubbio molto particolare soprattutto perché si tratta di un indagine alla Sherlock Holmes a cui indagare è un personaggio di eccezione; il drammaturgo, scrittore e poeta Oscar Wilde.
Se volete saperne di più vi invito a continuare a leggere, e credetemi, ne vale davvero la pena.
Titolo: Oscar Wilde e i delitti a lume di candela
Autore: Gyles Brandreth
Paese: Inghilterra
Titolo
originale: Oscar
Wilde and the Candlelight Murders
Genere: Giallo storico
Pagine: 335
Anno di pubblicazione: 2007
Casa
editrice italiana: Sperling & Kupfer
Prezzo
di copertina: 16 euro copertina flessibile
Link
per l’acquisto Amazon
Londra, fine estate 1889. In una stanza dalle pesanti tende e dal forte odore d'incenso al primo piano di un casetta in Cover Street, un uomo fa una terribile scoperta. Circondato da candele e steso a terra, giace il corpo senza vita di un giovane uomo. Tutto potrebbe fermarsi lì, se non fosse che lo spettatore in questione non sia un uomo qualunque; lui è Oscar Wilde, poeta, narratore e drammaturgo, una delle autorità più importanti e conosciute della città. E la povera vittima è una sua cara conoscenza, il giovane e bellissimo Billy, un ragazzo molto povero giunto a Londra per trovarsi un lavoro e finito in un giro che il signor Wilde, nonostante il suo timore ad ammetterlo, conosce bene. Deciso a fare luce sulla faccenda Oscar dovrà svestire per un attimo i panni dello scrittore per assumere quelle ben più intriganti di investigatore, come un secondo Sherlock Holmes, il celebre personaggio del suo collega ed amico Arthur Conan Doyle. Trovare la soluzione sarà però tutt'altro che semplice e il buon Oscar dovrà far fronte a tutti le sue capacità d'intelletto e al supporto dei suoi cari amici per arrivare alla conclusione, anche arrivando a mettersi in grave pericolo..
Questo libro è entrato in mio possesso durante una delle mie missione nella mia libreria dell'usato preferita e devo ammettere che la prima cosa che mi colpito una volta scoperto è stata la bellezza del volume e della copertina, curata nei minimi dettagli. Una volta letto il titolo e qualche riga della trama (non la leggo mai tutta perché preferisco non scoprire troppo dei libri che mi appresto a leggere) ho poi capito che non ne avrei davvero potuto fare a meno. Come penso ormai avrò ripetuto fino allo sfinimento, ho una grande, immensa ed innata passione per Oscar Wilde e ho trovato da subito davvero geniale l'idea di creare una fiction su di lui. Partendo dal presupposto che si tratti di un opera di fantasia la cosa che convince e conquista sono le basi storiche su cui viene basata, Gyles Brandreth ha dedicato gran parte della sua carriera allo studio della vita del celebre scrittore irlandese e dei suoi illustri conoscenti e questo sapere maturato si nota totalmente nell'attenzione e nell'accuratezza che l'autore ci mette nel ricreare i personaggi più simili a quanto potessero apparire nella realtà. È stata una vera emozione per me poter immaginare si vedere con i miei occhi la figura imponente di Oscar Wilde, poter osservare i suoi movimenti e lasciarmi coinvolgere dai suoi ragionamenti. La cosa inoltre non interessa solamente il protagonista ma anche gli altri due personaggi realmente esistiti; Robert Sherard, scrittore forse meno famoso ma divenuto celebre per essere stato il primo a scrivere la biografia di Wilde, che in questo romanzo veste i panni di un secondo Dottor Watson, incaricandosi della narrazione, e Arthur Conan Doyle, autore che tutti noi conosciamo bene e che in questo libro gioca un ruolo chiave perché è proprio attraverso la sua influenza, e quella del suo personaggi, che Oscar decide di lanciarsi in questa complicata indagine. Tutti e tre sono poco più che trentenni, quindi nel bel mezzo della loro vita e della loro carriera, Oscar Wilde è infatti nel bel mezzo della scrittura di "Il ritratto di Dorian Gray" e Arthur Conan Doyle ha appena pubblicato "Il segno dei quattro" e questo, oltre a mostrarli al lettore nel loro massimo splendore, dimostra come sia stata importanza l'influenza della loro amicizia nelle opere di uno e dell'altro. L'importanza storica è quindi un fattore chiave nella buona riuscita di questo romanzo ma non è la sola che merita di essere citata; un ottima indagine, intricata e basata su argomenti molto importati e che anticiperanno un po' quelle che saranno le vicende che stravolgeranno la vita di Oscar Wilde (l'amore omosessuale e i circoli privati e segreti in cui era possibile esprimerlo) fanno sì che il lettore proverà l'irresistibile impulso di continuare a leggere e, perché no, di provare in prima persona a trovare la soluzione, cosa tutt'altro che facile. In conclusione un opera che io ho amato molto e che non vedo l'ora di arricchire continuando con la saga che, in lingua inglese, conta la bellezza di sette romanzi, di cui però solo tre sono stati tradotti in italiano. La scoperta mi ha fatto provare una grande tristezza ma sapete cosa vi dico.. per una storia del genere potrei anche iniziare a leggere in lingua!
Voto: 8
Frase: "Lo sguardo della nostra mente non è una macchina fotografica ma piuttosto il pennello di un pittore; non produce testimonianze documentate. Purtroppo. Può far rivivere il colore di quella giornata, la sensazione del momento, ma i dettagli sono tutti perduti. È uno strumento adatto ai poeti e ai pittore, ma per gli investigatori è del tutto inutile!"
Gyles Daubeny Brandreth è nato l'8 Marzo 1948 in Germania, dove, nel secondo dopo Guerra, il padre svolgeva la professione legale come ufficiale della Commissione di Controllo Alleata. Scrittore, sceneggiatore e saggista nella sua lunga carriera ha pubblicato numerose opere e biografie su alcuni importanti personaggi della storia e letteratura inglese, tra cui spicca Oscar Wilde, a cui l'autore ha voluto dedicare, oltre a diversi saggi, anche una serie di fantasia composta da sette gialli di cui in italia sono stati tradotti solo i primi tre; "Oscar Wilde e i delitti a lume di candela", "Oscar Wilde e il gioco della morte" e "Oscar Wilde e il sipario strappato". Ex politico e supervisore governativo è stato anche conduttore di alcuni importati programmi per la BBC e per la radio. Attualmente vive in Inghilterra con la mogli e i tre figli.
Iscriviti a:
Post (Atom)