Titolo: Sabbie Mobili
Sottotitolo: Tre settimane per capire un giorno
Autore: Malin Persson Giolitto
Paese: Svezia
Titolo
originale: Störst
av allt
Genere: Thriller/Legal thriller
Pagine: 449
Prima
pubblicazione: 2016
Casa
editrice italiana: Salani Editore
Anno
edizione: 2018
Prezzo
di copertina: 16.90 euro copertina flessibile, disponibile anche con cover della serie tv
Ebook: 9.99 euro
C'è una marcata linea di separazione nella vita di Maja Norberg; prima dell'attentato e dopo l'attentato. Prima di quel tragico giorno in cui, all'interno della classe della sua scuola, quattro persone hanno perso la vita, Maja era una ragazza normale, fidanzata con il ragazzo più popolare della scuola, figlio di uno degli uomini più ricchi di tutta la Svezia, con una amica del cuore, due genitore più interessati all'immagine che al contenuto, un'amata sorellina e dei buonissimi voti, ottima prospettiva per una vita splendente. Dopo quel giorno però tutto ciò si è completamente cancellato lasciandole solo una definizione; assassina. Quanto centra Maja con il piano ideato da Sebastian, il suo facoltoso e problematico fidanzato? Lui ha agito davvero da solo oppure lei era sua complice fin dall'inizio? Quali sono state le azioni che hanno portato a quella tragica mattina? Maja cercherà di spiegarlo, analizzando lentamente il suo punto di vista, per spiegare una delle azioni più controverse della storia del Paese.
Giunta alla fine di questa lettura non posso non ammettere quanto essa mi abbia sorpreso, coinvolto e conquistato ma devo anche aggiungere che non è stato sempre così. All'inizio la mia opinione su quest'opera era molto diversa; per le prime centoventi pagine ho provato una gran fatica ad entrare all'interno del libro, questo perché, almeno nella prima parte "Sabbie mobili" si rivela essere un legal thriller decisamente insolito. Raccontato tutto in prima persona e dal punto di vista della protagonista per i primi capitoli risulta sconclusionato e decisamente poco chiaro. L'autrice ci da solo pochissimi indizi, si sa che Maja è in prigione, che è rappresentata da un celebre avvocato che ha annunciato che questo sarà il suo ultimo caso, e che deve essere successo qualcosa di molto grave ma la sua tendenza ad estraniarsi da tutto ciò che la circonda per lasciarsi travolgere dai suoi pensieri non permette al lettore di avere una idea chiara di cosa sia avvenuto né tanto meno di come si sta svolgendo il processo, una delle caratteristiche fondamentali del legal thriller. Irrefrenabile flusso di coscienza su cui si basa l'inizio di questo romanzo fa sì che il lettore debba unicamente segnarsi i vari particolari che puoi si congiungeranno solamente capitoli dopo. Ci vuole tempo per avere almeno un idea di quello che è successo quella famosa mattina in quell'aula scolastica, a mio avviso, un po' troppo tempo, perché capisco il volere dell'autrice di mantene il mistero però viene a mancare quel filo conduttore che permette al lettore di continuare a leggere con la speranza di chiarire una situazione a cui da subito sono state messe le basi. Come avrete capito, la prima parte è stata per me molto difficile da affrontare, e ad un certo punto ho addirittura pensato di sospendere questa lettura.. ora posso dire che ho fatto bene a non farlo perché dalla centoventesima pagina in poi è tutta un altra storia! La vicenda inizia finalmente a delinearsi, il flusso di coscienza della protagonista rimane ma lascia un po' spazio all'azione, le fasi del processo risultano più chiari, così come ciò che è accaduto durante l'attentato e sopratutto i rapporti che legano Maja alle vittime. Non mi sorprende che questo libro abbia fatto così tanto parlare in patria perché appare come un accusa nei confronti della società svedese a partire dall'importanza che il Paese (e il mondo intero) da alla ricchezza. Il gruppo di amici di Maja appartengono tutti all'etile di Stoccolma, hanno dei vestiti, belle case, belle macchine, possono avere tutto ciò che desiderano ma allo stesso tempo sono terribilmente annoiati, fanno uso di droghe pesanti, si lasciano sconvolgere da feste da capogiro che durano tutta la notte e soprattutto, alcuni di loro, sono profondamente arrabbiati ed infelici, sentimenti capaci di infettarli e portarli sull'orlo del baratro. Malin Presson Giolitto parla di questi ragazzi per affrontare altri temi spinosi ed importanti come il controllo della finanza, l'immigrazione e la tolleranza, lo fa sia in modo approfondito che nascondendolo in qualche frase a sorpresa, ma il messaggio arriva forte e chiaro a chi lo vuole recepire. Attraverso la storia di Maja l'autrice sottolinea il sottile confine tra innocenza e colpevolezza, ci spiega come una sola azione possa cambiare una vita intera, ci illumina sul significato reale e oscuro dell'amore. Il rapporto, a tratti sereno a tratti malato, tra Maja e Sebastian è uno dei più interessanti che io abbia mai conosciuto, viene affrontato in ogni piccolo dettaglio e non può non colpire per il suo profondo significato. Questa oscura storia d'amore e il fatto che venga narrata da un adolescente rende questo libro avvicinabile anche ai lettori più giovani, quelli più coraggiosi che voglio staccarsi un po' dallo stile young adolt e avvicinarsi ad altri genere come il thriller e il legal thriller attraverso una storia che gli entrerà nelle vene, facendogli vivere la vicenda di Maja quasi sulla propria pelle. A parte questo target "Sabbie mobili" è un libro capace di colpire un po' tutte le fasce d'età e lasciare il segno nella mente dei lettori. Il mio consiglio è di affrontare le prime pagine con la consapevolezza che prima o poi prenderà quota e sarà capace di lasciare senza fiato.
Voto: 8
Frase: E
voi? Voi cosa ne pensate? Io lo so cos’avete fatto e fate ancora:
Passate il vostro tempo a cercare di farmi combaciare con l’idea
che vi siete fatti di me. Vi rifiutate di vedere che io non
corrispondo a nessun modello, né positivo né negativo. Non sono una
presidente del consiglio degli studenti sveglia e propositiva né una
coraggiosa vittima di stupro, non sono una tipica stragista né una
fashionista intelligente e bella al punto giusto. Non fermo taxi
gialli indossando scarpe col tacco. Non ho tatuaggi né la memoria
fotografica. Non sono la fidanzata di nessuno, la migliore amica di
nessuno, la figlia di nessuno. Sono solo Maja. Non mi perdonerete
mai.
Anna Malin Ulrika Persson Giolitto è nata a Stoccolma il 25 settembre 1969. Figlia dello scrittore Leif G.W. Persson, ha lavorato diversi anni come avvocato per un importante studio legale e attualmente vive a Bruxelles con il marito e le loro tre figlie. è autrice di cinque romanzi di genere giallo tra cui solo "Sabbie mobili" è stato tradotto in Italia.