martedì 1 ottobre 2019

Recensione: "Suite francese" di Iréne Némirovsky

Ed eccomi quindi pronta ad una nuova recensione; finalmente vi parlo delle mie scorse letture (sono tante e non oso immagine quanto ci metterò a recuperarle tutte) e nello specifico di quello che si è rivelato essere uno dei libri più belli di questo Settembre appena passato ossia "Suite francese" di Iréne Némirovsky. Tanti di voi conoscono questo romanzo ma ci tengo a dare anche io la mia opinione quindi se siete interessati qui sotto potete trovare la mia recensione completa.





Titolo: Suite francese
Autore: Iréne Némirovsky
Paese: Ucraina/Francia
Titolo originale: Suite francaise
Genere: Romanzo
Pagine: 412
Prima pubblicazione: 2004
Casa editrice italiana: Garzanti
Anno edizione: 2015
Prezzo di copertina: 11 euro copertina rigida, disponibile in molteplici edizioni
Ebook: 2.99 euro, disponibile con KU
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è lunedì 3 giugno del 1940 e  nazisti stanno per conquistare Parigi. Milioni di persone si apprestano a lasciare la città, le loro case, le loro vite. I più fortunati lo fanno in macchina o in treno, sempre che abbiano la fortuna di avere abbastanza benzina o di riuscire a partire prima della chiusura delle stazioni, altri invece, moltissimi, devono fuggire a piedi. Ha inizio così un vero e proprio esodo fatto di fame, violenza e paura fino alla disfatta francese, alla resa e all'arrivo nel piccolo paese di Bussy dove la giovane Lucille Angelier, moglie di un soldato francese prigioniero in Germania, dovrà, come tutti gli altri, ospitare in casa propria un ufficiale tedesco, Bruno von Falk, con il quale si legherà in un legame dai risvolti inaspettati e dalle speranze impossibili.


Risulta impossibile parlare di questo romanzo senza fare una breve digressione sul periodo storico e personale in cui è stato scritto; Iréne Némirovsky è stata una grande scrittrice nata nel 1903 a Kiev da una famiglia dell'alta società ebrea ed in seguito naturalizzata francese. Tanti sono i suoi romanzi giunti fino a noi ma nessuno come questo racchiude in sè il vero animo della sua autrice perchè ne condivide lo stesso atroce destino. Nel 1942, nel pieno della stesura di questo romanzo, Iréne Némirovsky viene infatti fatta prigioniera, deportata ad Auschwitz dove morirà dopo poco più di un mese. Per tantissimi anni "Suite francese" è rimasto quindi sconosciuto, nascosto dalla stessa autrice per non essere scoperto in un periodo in cui anche scrivere poteva valere la morte ed è stato trovato solo negli anni '70 dalle figlie della Némirovsky che hanno voluto in tutti i modi portarlo in vita in onore della madre. Prima di essere ufficialmente pubblicato però sono dovuti passare alti trent'anni e tanti sono stati gli studi a cui è stato sottoposto per riuscire a cogliere a pieno ciò che la sua autrice voleva raccontare e quale fosse in realtà il suo intento e tante cose, purtroppo, ancora rimangono segrete. Ciò che sappiamo è che il fine dell'autrice era quello di scrivere ben cinque romanzi brevi differenti da unire nello stesso tomo in modo da raccontare lo svolgersi della guerra sulle vite dei cittadini francesi; purtroppo solo due di essi sono stati completati e sono quelli che abbiamo modo di leggere in quello che è diventato il nostro "Suite francese". Il primo, "Tempesta di ghiaccio" racconta l'invasione tedesca, l'esodo degli abitanti di Parigi e dei dintorni attraverso il racconto di diversi personaggi molto diversi tra loro. è un racconto straziante, crudele e violento ma necessario per comprendere un periodo storico che l'autrice conosceva molto bene avendolo vissuto sulla propria pelle. Il secondo, "Dolce" ci permette invece di assistere alla vita sotto l'egemonia tedesca attraverso la storia di un amore impossibile, quello tra Lucille e Bruno, un amore d'altri tempo ma capace di far provare una forte emozioni. Le due parti sembrano quasi antistanti ma in realtà si uniscono grazie al fine coinvolgimento dei veri personaggi, destinati a tornare nella grande ragnatela di vicende. Già dalle prime pagine ho avuto ben chiaro che questo fosse un grande libro, e lo è per la capacità narrativa della Némirovsky, per la delicatezza della sue parole e per la sua capacità di rendere vivo anche il più piccolo personaggio in modo che sia automatico comprenderlo a pieno. I personaggi di questo romanzo non sono sempre corretti, non sono tutti piacevoli ma l'autrice pone la stessa attenzione sia ai buoni che ai cattivi mettendoli allo stesso piano, un po' come fa confrontando i francesi e tedeschi, nemici, sicuramente, come comunque semplicemente uomini e quindi capaci sia di crudeltà come di dolcezza qualunque sia la parte in cui si trovano a stare. Da amante di storia ed in particolare di periodo della Seconda Guerra Mondiale sono rimasta folgora dalla capacità dell'autrice di ricreare il contesto storico in modo che fosse percepibile anche sulla pelle del lettore e ho amato come abbia deciso di concentrarsi sulle persone e non sul conflitto in sè in modo da dare un idea di come potesse essere la quotidianità in un periodo storico così delicato. C'è chi dice che "Suite francese" viene descritto come un romanzo d'amore quando invece non è assolutamente così e io per un certo verso sono d'accordo anche sè devo considerare che l'amore è una parte fondamentale di questo romanzo perchè appare come un fiore sbucato dall'asfalto ed unisce due esseri che non potrebbero essere più diversi in un legame fuori da tutti gli schemi. Tanti rimangono dispiaciuti di fronte al finale di questo libro ma io reputo che invece sia una conclusione degna, considerando il contesto; ovviamente a tutti farebbe piacere poter scoprire cosa sarebbe successo dopo, quale sarebbe stato il destino di Lucille e Bruno e degli altri personaggi ma purtroppo la vita è giunta a chiedere il suo conto nel peggiore dei modi e solo Iréne Némirovsky sa cosa sarebbe successo davvero. A noi non resta che apprezzare ogni singola parola che questa grande autrice ci ha lasciato perchè è impossibile non leggerla senza imparare qualcosa, ed è proprio questo che con lei bisogna fare.

Voto: 9

Frase: "Tutto questo passerà. L’occupazione finirà, Ci sarà la pace, la pace benedetta. La guerra e il disastro del 1940 non saranno più che un ricordo, una pagina di storia, dei nomi di battaglia e di trattati che gli studenti reciteranno a memoria nei licei, ma io, finché vivrò , ricorderò questo rumore sordo e regolare degli stivali , come un martello, sul pavimento."




Iréne Némirovsky nacque in Ucraina nel 1903 da una famiglia dell’alta borghesia ebraica, si trasferì in Francia nel 1919 dove studiò alla Sorbona. In seguito si convertì al cattolicesimo ma fu ugualmente arrestata dai nazisti durante l’occupazione francese e deportata ad Auschwitz, dove morì di tifo nel 1942, in solo poco più di un mese di prigionia.

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