Come ormai saprete una dei gruppi di lettura a cui mi piace partecipare quando possibile è quello nato su Instagram e soprannominato "We can read it"; un grande gruppo di lettura virtuale che ha come obiettivo diffondere e conoscere meglio tutte quelle opere che in qualche modo trattano un argomento femminista. Per il mese di Marzo la scelta è ricaduta su un breve saggio di una delle autrici più amate e conosciute dal titolo "Cara Ijeawele. Ovvero quindici consigli per crescere una figlia femminista". L'autrice è Chimamanda Ngozi Adichie e se ancora non si è letto nulla di suo o si conosce poco il suo pensiero, questo è un ottimo punto di partenza. Ecco la mia recensione.
Titolo: Cara Ijeawele. Ovvero quindici consigli per crescere una bambina femminista
Autore: Chimamanda Ngozi Adichie
Paese: Nigeria
Titolo
originale in lingua inglese: Dear
Ijeawele, or A Feminist Manifesto in Fifteen Suggestions
Genere: Saggio
Pagine: 96
Anno di pubblicazione: 2017
Casa
editrice italiana: Einaudi
Prezzo
di copertina: 15 euro copertina flessibile
Ebook: 6.99 euro
In questo piccolo ma splendido saggio Chimamanda Ngozi Adichie esprime a pieno il suo pensiero sulla lotta femminista nel suo Paese e nel mondo intero e lo fa nella maniera più intima e diretta possibile, rivolgendosi ad una sua cara amica, Ijeawele, da poco diventata mamma di una bambina e alla ricerca dei suoi consigli su come educare la figlia ad essere una femminista. Chimamanda risponde a questo suo bisogno e fa dando vita ad un saggio molto breve ma incredibilmente interessante dove affronta diversi argomenti legati al femminismo e dove afferma convinzioni che non possono che colpire per la loro profonda verità. Chimamanda parla della tendenza che molte donne hanno nel trincerarsi dietro il fatto che il mondo sia degli uomini e che si possa ancora realmente fare poco per cambiare le cose, condanna il pensiero comune (nel suo Paese ancora molto radicato) che una donna possa compiere solo determinate mansioni o raggiungere solo terminati obbiettivi. denuncia alcune caratteristiche della società e del pensiero comune che sembrano innocenti ma che fanno da punto di partenza per la nascita di un pensiero sbagliato come la differenza tra i giochi da maschio e i giochi da femmina, gli sport definiti maschili o femminili, persino i colori che servono per definire un genere o un altro. Chimamanda affronta tutti questi temi ma anche alcuni molto più importanti, come i pregiudizi che ancora oggi colpiscono le donne, offrendo alla giovane mamma una strada da seguire per insegnare a sua figlia a credere in sè stessa, a non porsi limiti e dire la sua, anche quando questo può avere delle conseguenze. Un opera da leggere e sopratutto da regalare alle neo mamme per metterle in guarda sui comportamenti da evitare e per crescere una generazione di donne che sarà un passo avanti nella strada verso l'emancipazione e la parità di diritti.
Voto: 8
Frase: "Il presupposto femminista dev'essere: io sono importante. Ho pari importanza. Non - se solo-. Non - a condizione che -. Io ho pari importanza. Punto"
Chimamanda Ngozi Adichie è nata a Enugu, in Nigeria, il 15 settembre 1977. A diciannove anni ha vinto una borsa di studio per l'Università di Drexler, a Filadelfia, dove visse due anni per poi trasferirsi in Connecticut. Il suo esordio letterario avvenne nel 1997 con la pubblicazione della raccolta di poesie "Decisions" e della seguente opera teatrale "For love of Biafra". Appena terminata l'università inizia a lavorare al suo romanzo "Ibisco viola" con il quale nel 2005 vince il Commonwealth Writers' Prize per la categoria "First Best Book". Celebre attivista per i diritti dei neri e delle donne ha pubblicato diversi romanzi e saggi sull'argomento come "Ma le farfalle mangiano le ceneri?", "Metà di un sole giallo", "Quella cosa intorno al collo", "Americanah" e "Dovremmo essere tutti femministi".
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