lunedì 29 gennaio 2018

Recensione; "Il mistero della Torre Eiffel" di Benjamin Monferat

Buon lunedì a tutti cari amici lettori!
Devo essere sincera, questo weekend me la sono presa un po' comoda.
Sono stata molto tempo sul divano con il mio bellissimo pigiamone a non fare assolutamente nulla.
Ma non temete, perché nonostante il mio attacco di pigrizia sono come riuscita ad ottenere bastanza materiale per poter parlare con voi oggi in ben due rubriche.
La prima è la consueta recensione del libro che ho concluso durante la pausa, più precisamente sabato sera (ho fatto le ore piccole per poterlo fare ma poi ho recuperato tutto la domenica mattina)
Il libro in questione è un thriller storico edito pochi mesi fa da Newton Compton; "Il mistero della Torre Eiffel" di Benjamin Monfarat.
Devo ringraziare Chiara del bellissimo sito libroso Libriamoci che grazie alle sue fantastiche stories su Instagram mi ha spinto a leggere questo libro che però (proprio come è successo alla mia collega) non mi convinto moltissimo..
Ora vi spiego perchè.


Titolo: Il mistero della Torre Eiffel
Autore: Benjamin Monferat
Paese: Germania
Titolo originale: Der Turm der Welt
Genere: Thriller storico
Pagine: 574
Casa editrice: Newton Compton
Anno di pubblicazione: 2017
Prezzo di copertina: 10 euro copertina rigida
Ebook: 4.99 euro
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Parigi, 1889. A pochi giorni dalla conclusione della strabiliante Esposizione Universale in cui l'intero mondo ha potuto spalancare gli occhi davanti alle immense costruzioni (tra le quali appunto anche la Torre Eiffel), alle bellissime riproduzioni di mondi lontani, alle innovative macchine di ogni utilità, un terrificante ritrovamento mina l'equilibrio sostenuto per diversi mesi; due agenti dei servizi francesi sono stati infilzati nelle lancette dell'immenso orologio di Berneaux, ferme esattamente a cinque minuti alla mezzanotte.
La situazione appare da subito assolutamente critica, mandano meno di sessanta ore alla fine dell'Esposizione e alla rivelazione del misterioso marchingegno che gli organizzatori hanno fino a quel momento mantenuto segreto e la vecchia leggenda del Bureaux Alain Marais è obbligato a lasciare le bottiglie di assenzio a cui da tempo si è dedicato e, con l'aiuto del giovane Pierre Trebut, trovare il responsabile prima che esso avvenga e che l'intera città venga rasa al suolo.
I possibili colpevoli presenti in città sono moltissimo; a partire dal tedeschi, da sempre nemici dei francesi, giunti con una delegazione capeggiata dal conte Drakenstein e il capitano Friedrich von Straten, passando per i Russi, rappresentati da un principe dei Carpazzi, e dagli Inglesi, in compagnia dell'erede del trono, il principe Albert Victor, e infine gli stessi francesi che da tempo sono divisi in più gruppi politici. Sarà un compito arduo districare quest'immensa matassa, fatta da intrighi, segreti e vicende personali, che legheranno i personaggi verso una fine degna dei periodo delle innovazioni.


La cosa più bella di questa libro è senza dubbio l'ambientazione, appare impossibile infatti non rimanere meravigliati immaginando il clima che si doveva respirare in quella Parigi d'altri tempi che si apriva alle innovazioni tecnologiche, agli esperimenti, alle luci e a tutte quelle scoperte che l'avrebbero resa fondamentale nel futuro del mondo intero.
L'autore è stato capace di creare una storia decisamente intrigante, moderatamente scorrevole e ben costruita; l'utilizzo di moltissimi personaggi, di origini, passati e ruoli totalmente diversi, permette di creare una rete assolutamente complessa e complicata.. forse anche troppo.
I continui cambi di fronte, infatti, confondo un po' trasformando una storia che inizialmente si preannuncia molto bene, di perdersi nella lunghezza. Ammetto di aver addirittura perso concentrazione in alcune parti, cosa davvero irritante quanto desideri leggere un libro che ti inchioda alla pagine.
Ho apprezzato molto il fatto con il libro non sia solo un thriller ma anche una lettura in cui si mischiano vari aspetti tipici di altri generi, come il romanzo. Mi sono piaciute molto le parti in cui i personaggi rivelano i loro segreti e anche i collegamenti storici attraverso personaggi realmente esistiti.
Ciò che però non mi ha convito per nulla è stata la soluzione finale; da lettrice di thriller quale sono voglio poter avere tutti gli indizi e cercare io stessa durante la lettura di giungere alla soluzione. E quando alla fine scopro che essa non avrei nemmeno potuto immaginarla perchè totalmente diversa dalle piste seguite fino a quel momento.. bhè, un po' di nervoso mi viene!
Considerando questo (e un stile di scrittura formato da un enorme utilizzo di frasi lasciate in sospeso, sia nei discorsi diretti che quelli indiretti, che spezzano la lettura) il mio voto non può essere tanto alto, salvo un occhio di riguardo per il fascino inestinguibile della mia amata Parigi.

Voto: 5.5

Frase: "L'introduttore di scintille viene installato probabilmente oggi nel nuovo lampione di Ruhmkorff. Potrete darlo ai minatori per affrontare il buio dei cunicoli in cui lavorano. Allo stesso modo potete darlo ai soldati così che le loro pallottole possono trovare il loro obiettivo anche nella notte. Non esistono invenzioni innocenti. Ogni invenzione è buona o cattiva a seconda della mano dell'uomo che se ne serve"

Benjamin Monferat (pseudonimo di Stephen M. Rother) nasce il 27 ottobre 1968 a Wittingen, Germania. Storico e scrittore, è stato profondamente condizionato dalle storiche locomotive a vapore conservate nella piccola stazione ferroviaria vicino a dove è cresciuto e dalla vita del nonno, vissuto durante il Terzo Reich. In Italia è giunto grazie a Newton Compton per cui ha pubblicato "Lo strano mistero dell'Orient Express" e "Il mistero della Torre Eiffel".

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