lunedì 4 dicembre 2017

Recensione; "Il nero e l'argento" di Paolo Giordano

Ben ritrovati carissimi amici lettori e soprattutto buon lunedì a tutti!
Una nuova settimana ricca di libri sta iniziando ed è tempo per me di parlarvi della lettura che ho concluso alle porte del weekend appena passato; si tratta di "Il nero e l'argento" terzo romanzo dello scrittore torinese Paolo Giordano.
Dopo il celebre "La solitudine dei numeri primi" e soprattutto "Il corpo umano", questo giovane autore torna a convincermi anche con questo suo ultimo libro, relativamente breve ma enormemente profondo, grazie ad uno stile di scrittura a mio avviso estremamente piacevole.


Titolo: Il nero e l'argento
Autore: Paolo Giordano
Paese: Italiano
Genere: Romanzo
Pagine: 118
Casa editrice: Einaudi
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo di copertina: 15 euro copertina flessibile
Ebook: 7.99 euro

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Il giorno in cui la signora A. (da tutti loto in seguito chiamata teneramente Babette come la protagonista del racconto di Karen Blixen) entra nella vita dell'anonimo narratore e della moglie Nora, nessuno potrebbe immaginare quanto è destinata a diventare importante.
Chiamata inizialmente per pensare alle faccende di casa mentre una gravidanza a rischio blocca a letto Nora, in un attimo l'anziana signora ormai vedeva arrivata dalla campagna diventa un elemento fondamentale nello svolgersi delle vicende della famiglia. Pensa ad ogni piccola cosa, è sempre disposta a dare preziosi consigli senza però risultare invadente, si occupa della casa, dei due coniugi e infine, quasi automaticamente, diventa anche la tata del piccolo Emanuele. Soprattutto svolge perfettamente il suo compito di dare a tutti un perfetto equilibrio, equilibro che è destinato a guastarsi quando improvvisamente la signora A. comunica la sua decisione di non prestare più il suo servizio.
La decisione è così inaspettata che loro cercano in tutti i modi di trovare una qualche spiegazione e soprattutto un modo per riportare tutto come prima, cosa che però sfortunatamente nessuno sarà in grado di fare. Ciò che ha allontanato la signora A. dalle loro vite va oltre ogni possibile tentativo di rimediare; un male terribile e silenzioso la sta infatti lentamente logorando fino a farla dolorosamente scomparire, lasciandoli così per la prima volta soli alle prese con i problemi di una coppia ancora troppo giovane e la responsabilità di essere genitori.
L'uomo di casa ha il compito di raccontare la sua storia, attraverso alcuni aneddoti della della sua prima di entrare in contatto con loro e soprattutto con la descrizione di come può cambiare tutto il un solo attimo, prima e dopo la sua prematura scomparsa.

Con questo libro concludo quella che per il momento è l'intera biografia di Paolo Giordano, giovane scrittore torinese che dopo l'enorme successo del suo romanzo d'esordio "La solitudine dei numeri prima" si è formato una carriera di tutto rispetto, collaborando tra l'altro anche con l'importante testata del "Corriere della sera".
La cosa che mi piace di più dei suoi libri è senza dubbio lo stile di scrittura; scorrevole, incisivo e talmente intuitivo da essere veramente alla portata di tutti.
La scelta di scrivere storie di persone comuni fa si che i propri libri arrivino direttamente al profondo del pubblico, effetto che appare evidente soprattutto in questo romanzo, dove gli argomenti trattati, seppur decisamente dolorosi, sono compresi da tutti e per questo assolutamente apprezzati.
Chi ha subito un lutto simile a quello descritto in queste pagine non potrà non essere toccato dalla storia e soprattutto da alcuni passaggi.
Solitamente non mi piace riportare frasi direttamente dai libri che leggo ma questo volta penso che ne valga proprio la pena quindi ecco a voi un piccolo spunto:
"Lei apparteneva a quelle specie di arbusti che insinuano le radici nelle fessure dei muri, lungo gli spigoli dei marciapiedi, quelle specie di rampicanti cui è sufficiente un anfratto di pochi centimetri al quale aggrapparsi per ricoprire un intero palazzo. Era un erbaccia la signora A., ma delle più nobili. Anche gli errori che ha commesso negli ultimi mesi della sua esistenza [...] erano forse errori inevitabili. Non c'è spazio per il pensiero della morte in chi ha un tale eccesso di vita [...] Il pensiero della morte è soltanto per chi è capace di mollare la presa, per chi almeno una volta lo ha già fatto: non è neppure un pensiero forse, è più simile al ricordo"
Queste sono solo alcune della frasi che mi hanno fatto riflettere perché effettivamente questo è un libro che da molto da pensare, sulla vita, sulla morte, sugli affetti e sulla terribile mancanza di essi.
Il cancro è una malattia che purtroppo molti di noi conoscono molto bene, anche io ad esempio ho avuto modo di vedere i suoi affetti su una persona molto cara, e il fatto che venga descritta in modo strettamente veritiero, senza nascondere nulla di ciò che riguarda, fa sì che questo romanzo sia davvero degno di merito.
Ho trovato molto ben descritte anche le difficoltà della famiglia e di un padre posto di fronte alle sue responsabilità nel confronti di una moglie e soprattutto di un figlio che si trova improvvisamente privato di un'importante punto di riferimento, Anche gli adulti, infondo, di fronte a questa grave perdita ritorneranno un po' bambini tanto che alla fine quello più maturo è proprio il piccolo Emanuele che affronta a suo modo il dolore e che è colui che alla fine ci svela il vero nome dell'indimenticabile signora A.
Un romanzo che ho trovato molto toccante e che vi invito caldamente a leggere. La copertina che trovate vicino alla scheda è quella del libro che ho acquistato io ma ne trovate anche delle altre, una con lo stesso bellissimo stile ma contornato di bianco, una con i due protagonisti e infine una con una rappresentazione dell'uccello del Paradiso. A voi la scelta.

Voto: 7.5

Frase: "La sua vita è stata unica, meritevole di un racconto tutto per sè; la sua vita è stata degna della speranza, fino all'ultimissimo istante, che il destino potesse riservarle un eccezione, un trattamento speciale in cambio dei servigi che lei aveva reso a tanti"


Paolo Giordano nasce il 19 dicembre 1982 a Torino e nel 2006 si è laureato con lode in fisica all'Università degli studi di Torino.
Il suo libro d'esordio "La solitudine dei numeri primi" è stato un vero proprio successo editoriale e gli ha fatto conseguire il Premio Strega e il Premio Letterario Merck Serono.
Da qualche anno collabora con il "Corriere della sera".
Di sua pubblicano altri due romanzi "Il corpo umano" e "Il nero e l'argento". 

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