giovedì 28 dicembre 2017

Dal libro al film; Babylon Berlin. Parte Prima


Buon giovedì amici lettori!
Come penso sappiate, ad inizio mese, in collaborazione con Thrillernord, ho avuto modo di leggere "Babylon Berlin" il nuovissimo thriller tedesco scritto da Volker Kutscher da cui, come forse sapete, è stata creata una serie televisiva di successo divisa (per il momento) in due stagioni da otto episodi ciascuna che negli scorsi mesi ha colpito e conquistato migliaia di telespettatori.
Da grande estimatrice di alcuni produzioni moderne teutoniche quale sono, sono stata molto felice che almeno questo nuovo progetto abbia ottenuto il giusto merito, e dopo aver concluso la lettura del libro (la cui recensione potete trovarla qui) non ho potuto non buttarmi alla scoperta della prima stagione.
Premetto dicendo che, se il libri iniziava alla grandissima per poi perdersi un po' strada facendo diventando confuso e poco definito, la serie è decisamente migliore per questo verso; le scelte fatte dal regista Tom Tykwer (ideatore dell'altra celebre serie Sense8) permettono alla storia di apparire più chiara e per certi versi sviluppata in modo migliore rispetto al romanzo.
Chiare le differenze tra libro e serie a partire dai due personaggi principali Gereon Rath e Charlotte Ritter; interpretati da Volker Bruch e Liv Lisa Fries, il poliziotto e la stenografa appaiono decisamente diversi rispetto a come vengono descritti da Kutscher, cosa che sinceramente mi ha inizialmente scombussolato ma che permette di dare a tutta la serie quel clima sordido e oscuro che la caratterizza. Se nel libro Charlotte (chiamata Charly invece che Lotte, come invece avviene nella serie) condivide il suo appartamento con un amica, nella serie vive nella quasi totale povertà insieme alla sua famiglia, composta dai genitori, una sorella maggiore con marito e una figlia e una sorella minore che la venera completamente. Il suo ruolo in polizia non è istantaneo ma bensì assai difficoltoso; inizia ad ottenere un ruolo come organizzatrice di un archivio fotografico per la sezioni omicidi grazie all'intervento di Stephan Janicke (interpretato da Anton von Lucke) e, dopo aver incontrato Rath, inizia ad affiancarlo (contro il suo volere) nelle indagini che lui porta avanti, fingendo di essere una poliziotta e collaborando contemporaneamente contro di lui per diventarlo davvero. Dipinta in questo modo, la giovane ci appare come un personaggio decisamente più sordido e complesso rispetto a quanto traspariva nella lettura.
Passando al protagonista, anche in lui le differenze tra libro e serie sono molteplici; inanzi tutto nella trasposizione televisiva viene approfondito il suo trascorso in guerra, nel libro solo accennato, e il suo amore per la sorella del fratello maggiore Anno, misteriosamente scomparso. Se nell'opera di Kutscher, Rath giunge a Berlino perché costretto a farlo, nella serie lo fa perché mandato dal padre, futuro capo della polizia di Colonia, ad indagare su un video hard che potrebbe compromettere la sua carriera ed infine è proprio lui stesso a decidere di rimanere.
A parte i due protagonisti anche gli altri personaggi appaiono un po' diversi e alcuni di essi nel libro proprio non appaiono come la giovane Greta (Leonie Benesch) amica di Charlotte a corto di denaro e dal passato doloroso (nella prima seria non del tutto svelato) che grazie alla ragazza inizierà a lavorare come cameriera a casa del capo della polizia di Berlino, oppure il giovane medico legale con cui Charlotte inizia una relazione e il famoso proprietario ferroviario che Swetlana, la contessa Sokorina (interpreta egregiamente da Severjia Janusauskaite) sfrutta per portare in Germania i suoi preziosi vagoni. Personaggi che completano l'insieme e che aprono strade interessanti nello svolgimento delle vicende.
Un altro personaggio che mi sento di citare perché mi ha veramente compito moltissimo è quello del povero Alexej Kardakov (Ivan Shveroff) il principale compagno di Swetalana, che dopo essere stato orrendamente tradito cercherà di distruggerla ma che dovrà veramente passarne di ogni fin dal primissimo episodio, sfuggendo alla morte ogni volta per un soffio. Personalmente mi sono ritrovata a tifare per lui!
Splendida anche l'atmosfera descritta nella serie, divisa da traffici illeciti, malavita russa (mantenuta in lingua originale) e splendidi spettacoli serali nel tipico stile degli anni 30.
Detto questo la storia di fondo rimane essenzialmente quella ideata da Volker Kutscher, anche se decisamente modificata. Come sapete le modifiche ai romanzi, soprattutto se così profonde, mi urtano moltissimo ma in questo caso devo ammettere che sono state necessarie per la creazione una trasposizione che io ho apprezzato molto più del libro.
To be continued prossimamente con la seconda stagione...



1 commento:

  1. Non ho letto il libro ma ho amato la serie TV da subito.
    Attendo la terza stagione

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