lunedì 6 novembre 2017

"Spunti tra le righe"; San Cristoforo e Gesù Bambino

Ritorna oggi anche la mia speciale rubrica "Spunti tra le righe".
Come sapete nel corso delle settimane l'idea iniziale che ha dato vita a questa rubrica si è scissa in quattro rubriche diverse ma non per questo smetterà di esistere, sarà semplicemente dedicata esclusivamente al mondo dell'Arte, una delle mie più grandi passioni che prende radice nei miei ormai lontani studi artistici e che tutt'oggi mi accompagna.
Mostre, musei e collezioni sono alcuni dei luoghi che preferisco e spesso succede che nei libri si parli di alcune opere d'arte, come il "Passe-Muraille" la statua di cui vi ho parlato nel primo appuntamento, e penso che ognuno di esse abbia diritto ad una particolare attenzione, cosa che mi occuperò di fare proprio in questa rubrica.
Oggi vi parlo dell'opera "San Cristoforo e Gesù Bambino", in cui mi sono imbattuta leggendo le pagine di "Follia profonda" di Wulf Dorn. Si, sto parlando molto ultimamente di questo romanzo e di questo autore ma non è colpa mia se mi porge argomenti di riflessione su un piatto d'argento, non credete?

"San Cristoforo e Gesù Bambino" ha un ruolo estremamente importante nella storia infatti è presente in diverse occasioni; è la statua che viene "abbellita" nella prima apparizione della spietata assassina protagonista del libro, è rivista poi dal giovane parroco nelle sale del vescovo ed infine è ripresa nei disegni che Jana lascia allo psichiatra Jan Forstner.
Nel romanzo non vengono però specificati quali sono le opere precisi quindi mi sono presa la libertà di scegliere le più interessanti.
Come scultura ho scelto quella conservata nell'omonima Chiesa di San Cristoforo sul Naviglio a Milano e come pittura invece quella raffigurata nel Polittico di San Vincenzo Ferrer realizzato da Giovanni Bellini tra il 1464 e 1470 e conservato nella basilica di San Zanipolo a Venezia, di cui più giù potete vedere un particolare.
San Cristoforo è venerato come santo dalla Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa.
Il primo e più antico testo degli "Atti" di San Cristoforo, risale al VII secolo ma è con la "Legenda Aurea" del monaco domenicano Jacopo da Varagine che la sua storia divenne famosa durante il Medioevo.
A lui sono legate due diverse leggende.
Secondo quella orientale, Cristoforo, un omone dall'aspetto animalesco vissuto in Licia sotto Decio nel 250, entrato nell'esercito imperiale, si convertì al cristianesimo e annunciò la sua fede ai commilitoni.
Una volta scoperto, venne sottoposto a numerose torture e due donne, Niceta e Aquilina, assoldate per corromperlo, vennero invece da lui convertite.
Alla fine Cristoforo venne decapitato.
In Occidente invece prese un altro significato, quello basato sul significato etimologico del suo nome; Cristoforo infatti deriva dal greco e significa "colui che porta Cristo" e la leggenda infatti dice che si trattasse di un gigante che faceva il traghettatore su un fiume.

Reprobus, questo il suo nome prima del battesimo, era un uomo burbero e viveva da solo in un bosco. Una notte da lui si presentò un fanciullo per farsi portare dall'altra parte del fiume, lui quindi se lo caricò sulle spalle e iniziò ad attraversare ma sorprendentemente il ragazzo iniziò a pesare sempre di più fino ad arrivare ad avere un peso insostenibile anche per uno grande e robusto come lui.
La corrente quella notte stava diventando sempre più forte e il gigante arrivò a pensare che sarebbe stato sopraffatto dalle acque ma con un ultimo sforzo riuscì ad arrivare sull'altra riva.
Fu allora che, ancora stremato per la traversata, l'uomo ricevette la rivelazione; il fanciullo infatti non era altro che Cristo e gli confessò inoltre che aveva portato sulle spalle non solo il peso dell'esile bambino ma anche quello del mondo intero.
Dopo il battesimo, Cristoforo si recò in Licia per predicare e lì subì il martirio.
A Cristoforo viene anche attribuita una fiaba presente in alcuni paesi, tra i quali quelli anglosassoni, che narra la storia di un certo Iron John o Eisenhans, come raccontano tra gli altri anche i fratelli Grimm. Il protagonista dalla fiaba è un uomo selvatico che viene ripescato nel fondo di uno stagno, dove si trovava da diverso tempo.
Ultimo particolare interessante, i bizantini rappresentano il santo cristiano le fattezze di un Cinocefalo, figura mitologica con il corpo da uomo e la testa da cane.


Spero che anche questo interesse abbia suscitato in voi piacere e curiosità nei confronti della bellezza dell'arte.
Vi saluto e ci risentiamo domani, con nuove interessanti recensioni e qualche bellissima segnalazione.
Un grande saluto e buona lettura!

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