lunedì 30 ottobre 2017

Recensione, "Divorziare con stile" di Diego De Silva

Buongiorno carissimi amici lettori!
Che bello potervi ritrovare! Come sapete, domani è l'ultimo giorno del mese e quindi la mia prerogativa di oggi sarà quella di parlarvi delle mie ultime letture (che con il libro terminato proprio poco fa sono tre) in modo da essere pronta domani a presentarvi la mia personale classifica.
Chi mi segue su Instagram già conosce quello che io chiamo il mio "Personale Resoconto Letterario" mensile, ma domani tornerà con una nuova veste e da ora sarà presentato qui sul blog.
Detto questo, ora non perdiamoci in chiacchiere e iniziamo subito a parlare di libri!
Verso la fine della scorsa settimana ho finito di leggere "Divorziare con stile" di De Silva, scrittore che non conoscevo e che mi ha dato un po' di problemi.. ora vi spiego il perchè.


Titolo: Divorziare con stile
Autore: Diego De Silva
Paese: Italia
Genere: Romanzo
Pagine: 392
Casa editrice: Einaudi
Anno di pubblicazione: 2017
Prezzo di copertina: 19.00 euro copertina flessibile

Ebook: 9.99 euro









Vincenzo Malinconico è un avvocato di mezz'età, divorziato e con due figli; Alfredo di diciannove anni che si è appena trasferito a Roma per iniziare l’università e Alagia ( di cui tecnicamente non è il vero padre) di ventitré.
Divide lo studio con un amico commercialista Espedito e una segretaria pagata dal suo amante che non fa altro che stare nell'androne perché solo lì prende Whatsapp e professa la sua professione con malcelata sofferenza, occupandosi principalmente di cause di poco conto come quella di un uomo che si è fratturato il naso andando a sbattere contro la vetrina di un bar, che poi quest’uomo non è altro che un suo quasi zio.
Quando un giorno riceve la chiama da Veronica Starace Tarallo è presumibile che la cosa gli desti un po’ di confusione, soprattutto perché lei, una delle donne più famose della città, gli vuole offrire di patteggiarla nella causa di divorzio con il marito Ugo Starace Tarallo, suo celebre e ricchissimo collega.
È così che Malinconico si ritrova a doversi destreggiare tra questa causa importante, piccoli atti vandalici con un suo amico e collega, una problematica cena di classe e sopratutto l’ex moglie Nives e i figli, Alfredo la cui situazione sentimentale cela alcuni profondi sospetti e Alagia che ha deciso di sposarsi senza però dirgli niente, in un susseguirsi di scene divertenti ed espressioni a dir poco colorite di un uomo forse come tanti, forse unico nel suo genere.


Come vi ho già detto prima di leggere questo libro non conoscevo né De Silva né il suo personaggio Malinconico, che come ho scoperto in seguito appare anche in altri tre romanzi dello scrittore, e mi trovo a dover ammettere che quello che ho provato non è stato propriamente un colpo di fulmine.
Per dirla senza giri di parole le prime trenta pagine mi sono sembrate noiose, per nulla interessanti e anche parecchio dispersive. Giunta di fronte ad un momento critico ho chiesto aiuto nel gruppo di lettori di cui faccio parte ed è solo grazie alla spinta dei loro commenti che sono riuscita a continuarlo e finirlo.
Li devo ringraziare per avermi consigliato bene perché di certo non si tratta di un brutto romanzo, se dicessi però che ho cambiato completamente opinione mentirei perché alla fine il romanzo mi ha ben poco conquistato.
E il motivo di questo penso sia molto semplice; quando un lettore decide di leggere un libro tiene conto di molti fattori (il genere, l'autore, i commenti sull'opera, le recensioni, i passaparola e alle volte anche il numero di pagine o la casa editrice) ma raramente pensa di controllare l'eventuale target a cui questo libro è destinato. Errore abbastanza grave a mio avviso, e un errore che senza saperlo ho sempre fatto anche io, ma se ci pensiamo un attimo è davvero di immediata comprensione.
Pensiamo ad esempio agli young adult, tutti quei libri destinati ad essere letti da un pubblico adolescente, se finissero in mano alla signora Maria Rossi di cinquant'anni, sposato con figli e nipoti risulterebbe difficile ricavarne un commento positivo. E questo non perché il libro sia brutto ma perché è stato destinato ad un gruppo assai diverso a quella a cui lei appartiene.
La stessa cosa è successa a me con questo libro;  "Divorziare con stile" è scritto da un uomo di mezz'età, attingendo alla vita di un uomo di mezz'età strettamente per uomini di mezz'età, e se io fossi un uomo di mezz'età  è molto probabile che lo adorerei e mi rispecchierei a pieno nel personaggio di Vincenzo Malinconico, con tutti i suoi problemi e suoi difetti.
Si da il caso però che purtroppo io sia una ragazza ventenne e che quindi, tornando al discorso di prima sia diventata come la signora Maria, e, non per mancanza di bellezza del libro e di bravura dello scrittore, non ho potuto apprezzare l'opera a pieno.
Posso dire che quello che ho sentito leggendo questo libro è la profonda distanza tra me e il pensiero del personaggio, un fattore che pesa sul mio giudizio che ovviamente è puramente soggettivo.
Ci sono stati comunque i fattori che sono riuscita ad apprezzare, come ad esempio il rapporto di Malinconico con l’ex moglie e i figli, l’avvocato infatti finge di essere un uomo solitario e un po’ burbero ma si capisce a pieno quanto tenga alla sua famiglia, principalmente dai piccoli gesti e attenzioni, e soprattutto la scena conclusiva della “causa” di divorzio, perché ricordiamo che è proprio questo il fulcro del libro come riportato nel titolo; ciò che decide di fare Veronica infatti, nonostante abbia in mano finalmente l’occasione per distruggere il marito, ha qualcosa di poetico e di profondamente umano, caratteristiche che per tutto il resto della storia facevo veramente fatica a vedere, probabilmente per via del personaggio che ce la racconta.
Detto questo il mio giudiziose è obbiettivamente positivo ma personalmente non oltre la sufficienza. Scrittore da approfondire, magari nelle altre opere che non comprendono la serie Malinconico, che vi invito comunque a scoprire, soprattutto se siete uomini di mezz'età!


Voto: 6/10


Frase: "Mi piace stare solo. Abitare in una casa piccola pensata per non permettere ad un ospite di fermarsi per più di un paio di giorni, mi piace fare a meno delle cose. Sto benissimo. Non mi manca niente. Sto veramente bene, cosa credete"



Diego De Silva nasce il 5 febbraio 1964 a Napoli.
Scrittore, giornalista e sceneggiatore di successo ha pubblicato diversi libri tra cui “Certi Bambini” da cui è stato tratto il film omonimo del fratelli Frazzi, “La donna di scorta”, “Voglio guardare”, “Da un’altra carne” e “Terapia di coppia per amanti” di cui è stato tratto un film proprio in questo periodo al cinema.
“Divorziare con stile” è l’ultimo romanzo della serie con protagonista Vincenzo Malinconico di cui fanno parte “Non avevo capito niente”, “Mia suocera beve”, “Sono contrario alle emozioni” e “Mancarsi”.

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