martedì 7 agosto 2018

Recensione; "Lettera a Berlino" di Ian McEwan

Buona sera amici lettori!
Dopo una caldissima giornata di lavoro torno da voi per continuare a parlare delle letture che hanno caratterizzato il mese appena finito. Luglio, tra le altre cose, è stato per me il mese delle vacanze; da grande amante dei viaggi quale sono, ogni estate scelgo una meta diversa e quest'anno è stato il turno di Berlino, una città che da diversi anni desideravo visitare.
Per accompagnarmi nella breve vacanza non potevo non sceglie un libro attinente e quindi è stata per me l'occasione giusta di dare una seconda possibilità a Ian McEwan, autore che mi aveva un po' deluso durante la lettura del suo ultimo romanzo "Nel guscio" e che ho potuto assolutamente rivalutare.
"Lettera a Berlino" un romanzo spy story ambientato nella capitale tedesca durante la Guerra Fredda; un romanzo tagliente, crudo e a tratti irreale, che è stato capace di mostrarmi un altra parte della città che tanto apprezzo, attraverso una storia d'amore e di sangue.
Ecco a voi la mia recensione



Titolo: Lettera a Berlino
Autore: Ian McEwan
Paese: Inghilterra
Titolo originale: The Innocent
Genere: Romanzo/Spy-Story
Pagine: 260
Prima pubblicazione: 1990
Anno edizione: 2015
Casa editrice italiana: Giulio Einaudi Editore
Prezzo di copertina: 12 euro copertina flessibile
Ebook: 6.99 euro 

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A dieci anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, nel pieno della Guerra Fredda, il venticinquenne inglese Leonard, viene inviato a Berlino per un compito molto importante; lavorare all'"Operazione Oro", lo scavo di un tunnel al confine con la zona russa in modo da poter intercettare i messaggi operativi sovietici.
Distrutto da interminabili ore di lavoro, Leonard ha poco tempo per gli svaghi, ma si ambienta facilmente nella città che fin da subito gioca su di lui il suo fascino irresistibile; sentimento che si accentua ancora di più dopo l'incontro con Maria, una giovane tedesca conosciuta in un locale. Di lei non sa praticamente, a parte poche cose, ma a Leonard non importa; si farà trascinare da lei fino a giungere alla completa conoscenza di sè stesso a soprattutto ad un gesto terribile, inatteso ed istintivo, capace di cambiare la sua vita per sempre.


"Lettera a Berlino" viene presentato come un romanzo spy-story ma alla fine delle lettura ci si rende conto che questa etichetta può essere associata solo alla storia di superficie creata per dare vita al vero cuore d'opera; una storia d'amore. Di certo non da romanzo rosa ma una storia di due persone che si incontro, che sono attratte l'una dall'altro e che finisco per amarsi fino a condividere insieme ogni cosa, dai momenti più semplici e belli ai crimini più sanguinosi ed efferati.
Bisogna stare attenti a non farsi ingannare da McEwan che di libri ne sa qualcosa e che in questo romanzo ne da ampiamente prova; quando inizia a leggere di aspetti lo spionaggio, la vita delle spie, ed invece sfoci in una storia di passione; durante la parte centrare ti sembra di percepire un atmosfera romantica ed è proprio lì che arriva il colpaccio che porta ad una lunga sequenza per niente adeguata agli stomaci deboli; e alla fine.. bhe alla fine quando tutto sembra andare per il meglio.. ecco che arrivano i ricordi, un salto nel tempo e un ritorno che fa riemergere tutto come un film di altri tempi.
Cosa dire, l'autore si diverte a giocare con le aspettative del lettore e questo fa si che il romanzo subisca delle continue scosse che non permettono al lettore la minima distrazione.
Se nel primo approccio con questo autore ho avuto un po' da ridire sulla prosa, un po' troppo ricercata e complessa, in questo caso non ho proprio nulla da dire; lo stile risulta infatti perfetto e decisamente adeguato per l'atmosfera e il contesto dell'opera, forse più affine con al produzione dell'autore.
Appare molto bello lo sviluppo della storia tra Leonard e Maria, come anche la crescita interiore dei due personaggi nel corso del tempo; inizialmente Leonard è il cucciolo indifeso, buttato nel mondo senza armi per affrontarlo, Maria è invece la donna vissuta, con un passato alle spalle che lo prende sotto la sua ala protettrice per insegnargli a camminare. Pian piano che l'intensità aumenta però i toni cambiano come anche i ruoli, Leonard non è più un ragazzino, ora è un uomo e in lui prevale l'istinto del predatore, del vincitore che sfoga la sua potenza su Maria, la preda, la sconfitta. Nei due personaggi si rispecchiano i ruoli dei due diversi Paesi fino a quando i due saranno costretti ad una azione capace di metterli finalmente sullo stesso piano; non più diversi ma uguali e nella colpa, indivisibili.  Devo ammettere anche di aver molto apprezzato la descrizione di alcune parti della città che, sia durante il viaggio, sia al mio ritorno, mi hanno permesso di rivivere a pieno un momento storico importante in una città che prima fra tutte a vissuto tutti i più grandi cambiamenti della storia dell'Europa.
Sono felice di aver letto questo libro, di aver conosciuto quest'autore in questa veste. Da ora in poi possiamo intraprendere la conoscenza con curiosità decisamente maggiore.

Voto: 7.5

Ian Russel McEwan è nato il 21 giugno 1948 ad Albershot, in Inghilterra, e ora vive ad Oxford.
è stato sposato due volte, dalla prima moglie ha avuto due figli e nel 2002 ha scoperto di avere un fratellastro che la madre aveva dato in adozione durante la Seconda Guerra Mondiale.
Autore di due raccolte di racconti e più di dieci romanzi, giunge al successo con "L'amore fatale", da molti considerato un capolavoro e con "Espiazione", su cui però è stato per la seconda volta accusato di plagio. La prima è stata con "Il giardino di cemento".
Viene soprannominato "Ian Macabre" per via dei toni cupi che caratterizzano le sue opere. Oltre a quelli già citati nella sua bibliografia troviamo "Cortesie per gli ospiti", "Bambini nel tempo", "Lettera a Berlino", "Cani neri", "L'inventori di sogni", "Amsterdam", "Sabato", "Chesil Beach", "Solar", "Miele", "La ballata di Adam Henry" e "Nel guscio".






1 commento:

  1. Ho letto il libro con piacere, anche se ho trovato eccessive le dettagliate descrizioni "tecniche" della prima parte e eccessive le descrizioni della sezionatura del cadavere. Ho saltato due o tre pagine, troppo gotico!, non credo di essermi persa qualcosa.
    Una domanda ti rivolgo. Quando legge la lettera di Maria, a fine libro, capisce chi aveva fatto la spia ai russi, credo in combutta con George Blake. Io però non ho capito (le spy story non sono per me :-) ). Glass? McNamee?
    PS - Data la tua passione per la lettura mi permetto di consigliarti questi due volumetti:
    Primo consiglio di lettura: "Venivamo tutte per mare" (Julie Otsuka, Bollati Boringhieri - circa 130 pagine credo) una rivelazione.
    Secondo consiglio: "La ribellione" (Joseph Roth, nulla a che vedere con Philip Roth, che mi piace meno- Adelphi).
    Buona lettura!

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