mercoledì 17 ottobre 2018

Recensione; "Shining" di Stephen King

Buon mercoledì amici lettori!
Ottobre ha già superato le sue idi e Halloween si avvicina sempre più velocemente quindi nei giorni scorsi è giunto il momento per me di lanciarmi alla scoperta di una lettura horror, genere che normalmente tendo ad evitare perchè non proprio nelle mie corde.
Per iniziare ho deciso quindi di andare sul sicuro e puntare su quello che è indubbiamente considerato il Re del Terrore; Stephen King e il suo "Shining". La storia la conoscevo già attraverso il film che ho visto almeno una decina di volte i 31 ottobre passati, ma è stato decisamente interessante affrontarla nella sua versione originale, ovviamente ben più completa e approfondita della pellicola cinematografica. Ecco a voi la mia recensione


Titolo: Shining
Autore: Stephen King
Paese: Stati Uniti
Titolo originale: The Shining
Genere: Horror
Pagine: 430
Prima pubblicazione: 1977
Pubblicazione più recente: 2017
Anno edizione: 2005
Casa editrice italiana: Bompiani
Prezzo di copertina: edizione del 2005 9 euro, edizione del 2017 14 euro, entrambi in copertina flessibile
Ebook: 1.99 euro

Link per l’acquisto Amazon e ibs



Durante l'estate, l'Overlook è un hotel di lusso situato tra le più sperdute montagne del Colorado. È quando arriva l'inverno e tutti i dipendenti e i clienti lo abbandonano che  l'hotel si trasforma, dando vita alle terribile "cose" che risiedono al suo interno. Avrà modo di scoprirlo bene Jack Torrance, il nuovo guardiano invernale, che insieme alla propria famiglia composta dalla moglie Wendy e dal figlio di cinque anni Danny, bambino dotato di alcune speciali capacità, si presta e risiedere al suo interno fino alla riapertura primaverile. Se nei primi mesi la prospettiva non è poi così terribile grazie alla possibilità di raggiungere i paesi vicini e i vari lavoretti che Jack è stato ingaggiato per compiere, quando le prime vere nevicate scendono copiosi lasciandoli isolati dal resto del mondo inizia la discesa verso la follia. L'Overlook si è risvegliato con l'obbiettivo di ottenere qualcosa dai malcapitati nuovi ospiti. E sarà pronto a fare di tutto per averlo.


Prima di riuscire ad entrare veramente nel vivo della storia ho dovuto scansarmi da tutto quello apparso nel celebre film da essa ispirata, una trasposizione degna ma che si è rivelata essere molto diversa da ciò che l'autore ha voluto creare nel suo libro. Non voglio dilungarmi troppo sul confronto libro/film visto che ho in programma di parlarvene nello specifico nella rubrica apposita ma per darvi la mia impressione su questa lettura devo assolutamente passare per quelle molteplici differenze che li separano, diversità che alla fine ho trovato la cosa più interessante di tutta l'esperienza.
La prima cosa che ho apprezzato è stato senza dubbio lo stile di Stephen King, autore che conoscevo solo di fama, e che mi ha stupito con una prosa semplice ma che va dritta al punto e risulta in questo modo comprensibile e "percepibile" a tutti. La seconda cosa che mi è piaciuta molto è la caratterizzazione del personaggi; attraverso questa lettura ho avuto infatti modo (finalmente) di comprendere a pieno il personaggio di Jack Torrance, un uomo tormentato dai fantasmi del proprio passato e giunto in un momento di pura tensione e sconforto, che vede nel lavoro all'Overlook l'ultimissima possibilità e per questo sviluppa all'interno di sè una vera e propria ossessione nei confronti dell'hotel, finendo così dritto dritto nella sua trappola. Il secondo personaggio interessante è senza dubbio quello di Danny Torrance, il figlio cinquenne di Jack, che grazie alle sue particolari capacità (chiamate nel libro "aura" ma che io sono abituata ad indicare come "luccicanza") pone al lettore una diversa versione della realtà nonché anche del futuro che li aspetta. Inutile specificare che il personaggi più agghiacciante è proprio lui, più di ogni strano abitante dell'Overlook, ma allo stesso tempo ho avuto modo di sviluppare nel corso della lettura una sorta di affetto nei confronti di questo bambino dotato di un potere ben più grande di lui, affezione che probabilmente mi spingerà in futuro anche a leggere il continuo "Doctor Sleep". Sono invece rimasta un po' delusa dal personaggio femminile di Wendy, colei che per qualche strana ragione si accorge per ultima dei strani eventi che accadono all'interno dell'hotel, che appare costantemente spaventata e preoccupata per le sorti del figlio ma che, per la maggior parte del libro, non riesce a fare altro che affidarsi totalmente al marito. Già un idea su di lei me l'ero fatta dal film ma speravo in un po' più di forza (soprattutto costante e non solo nel momento di più alto pericolo) nell'unico personaggio femminile i un romanzo dove sono gli uomini a condurre il gioco. Detto questo non è stata per me una lettura molto spaventosa (con mio grande sollievo) ma decisamente piacevole e, chi lo sa, magari buona base per approfondire la conoscenza con questo autore. Nella vita di un lettore è bene mai dire mai.

Voto: 7.5

Frase: "Seguirono con lo sguardo la macchina, finché sparì lungo il pendio verso est. Quando fu scomparsa, i tre Torrence si scambiarono un occhiata in silenzio. Quell'istante fu colmo di paura. Erano soli."


Stephen Edwin King è nato il 21 settembre 1947 a Portland da una famiglia di origini scozzesi-irlandesi. Scrittore incredibilmente prolifico, nella sua carriera letteraria, inizia nel 1977 con la pubblicazione di "Carrie", ha pubblicato oltre ottanta opere, scritte anche sotto lo pseudonimo di Richard Bachman, tra romanzi, antologie e racconti di genere fantascientifico ed horror di cui è considerato il più importante esponente nel XX e XXI secolo. Molti dei suoi libri hanno ottenuto importanti trasposizioni cinematografiche e da diversi anni l'autore fa parte anche di un gruppo musicale composto da soli scrittori chiamato Rock Bottom Remainders. Tra la sua grande produzione si ricordano "Le notti di Salem", "Shining", "It", "Misery", "La bambina che amava Tom Gordon", "Il miglio verde", "22/11/63", "Doctor Sleep" e "Sleeping Beauties" scritto con il figlio Owen.

Nessun commento:

Posta un commento