martedì 2 ottobre 2018

Recensione; "Non lasciarmi" di Kazuo Ishiguro

Ed eccoci finalmente giunti all'ultima recensione dei libri di Settembre e questa volta ho proprio voluto concludere in grande parlandovi di una lettura che mi convinto, coinvolto e stravolto in ogni sua caratteristica. Sto parlando di "Non lasciarmi", romanzo di Kazuo Ishiguro, Premio Nobel per la Letteratura del 2017. Ho acquistato questo libro proprio dopo la vittoria dell'autore del prestigioso premio ma ci ho messo un po' di tempo per trovare il momento adatto per leggerlo, attesa che è stata totalmente ripagata da una lettura che procede tranquillamente ma che sfocia in tanti piccoli dettagli e soprattutto in colpo di scena finale da togliere il fiato.
Volete saperne di più? Molto semplice, vi basta scorrere e lasciarvi travolgere dalla maestria



Titolo: Non lasciarmi
Autore: Kazuo Ishiguro 
Paese: Giappone/Inghilterra
Titolo originale: Never Let Me Go
Genere: Romanzo dispotico
Pagine: 291
Prima pubblicazione: 2005
Casa editrice italiana: Einaudi
Anno edizione: 2007
Prezzo di copertina: 13 euro copertina flessibile
Ebook: 7.99 euro
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Kathy, Tommy e Ruth sono amici da quando ne hanno memoria. Sono cresciuti insieme nel collegio di Hailsham, accuditi e istruiti, alle volte duramente, da un gruppo di tutori che oltre a studiare le varie lezioni li spingono ad esprimere continuamente la loro creatività in vari lavori (poesie, sculture, disegni..) che vengono puntualmente esaminati e, alle volte, anche raccolti dalla misteriosa Madame per entrare a far parte della Galleria. Fin dalla primissima infanzia il loro è un rapporto molto stretto, di condivisione e di famigliarità, ma la verità è che la loro è molto diversa da essere una famiglia normale, anche se nemmeno loro saprebbero dire perché. Del resto è da tutta la vita che vivono nel timore di porre delle semplici domande, quesiti che rimarranno soggetti a molteplici fantasie ma mai svelati; Cosa li aspetta una volta usciti dalle mure di Hailsham? Cosa significano veramente le parole "assistente" e "donatore"? Che significato hanno realmente i frutti della loro creatività? I tre amici, insieme, arriveranno a conoscerne le risposte ma lo faranno a grandi spese, tra cui quelle di vedere infrante tutte le fantasie coltivate negli anni.


Inizio con il dire che "Non lasciarmi" è un romanzo dispotico della miglior specie esistente; attraverso la narrazione di Kathy, presa come protagonista, veniamo a conoscenza di un mondo lontano e ben diverso da quello che conosciamo, di cui potremmo conoscere alcuni dettagli solo sporadicamente all'interno della narrazione. Inizia tutto in un Inghilterra futuristica, cupa e nebbiosa; Kathy ha ormai più di trent'anni e da undici lavora come assistente. Ciò che questa affermazione vuol dire e il reale ruolo di Kathy e di tutte le persone come lei, rimarrà segreto davvero fino alla fine del libro e verrà svelato solo parzialmente attraverso il racconto della giovane, che giunta in un momento chiave della propria esistenza, ripercorre i propri ricordi, tornando indietro alla propria infanzia in compagnia appunto dei cari amici. Il ruolo dell'amicizia ed in seguito quello dell'amore è decisamente fondamentale all'interno dell'opera; questi sentimenti, già terribilmente importanti nell'immaginario comune, appaiono ancora più fondamentali delle menti di questi ragazzi che vedono in essi una vera e propria ancora di salvezza all'interno di un mondo che si rivela ancora più spietato e temibile di quanto avrebbero potuto mai immaginare. Scegliendo di far condurre la narrazione ad una di questi particolare ragazzi, il sapiente scrittore pone il lettore nella situazione di avere una percezione del mondo circostante solo superficiale e alle volte anche totalmente errata, proprio come loro; ciò fa sì che una volta arrivato a conoscenza della realtà, chi legge non può che rimanerne sconvolto, addirittura stranito, come se non ci si potesse credere.  Quando si leggere questo libro si ha la percezione di leggere una comune storia di giovani, una storia di amicizia e di convivenza, piacevole ma come ce ne potrebbero essere tante altre. Ecco, questo è un grandissimo errore, la storia di Kathy, Tommy e Ruth è tutt'altro che una storia comune; Kazuo Ishiguro lo sa bene e, diciamolo, un po' si beffa dei proprio lettori, proprio come i grandi geni del mondo, lanciandoci di tanto in tanto alcune esche che ci fanno tornare alla realtà e ci pongono degli interrogativi su quello che di cui realmente ci vuole parlare. Impressione principale una volta finito di leggere "Non lasciarmi" è di aver capito la metà delle cose che l'autore voleva dirti, ma allo stesso tempo si è così pieni d'insegnamenti e messaggi ma rimanere imprigionati in un profonda profonda spossatezza. Sono queste e tante altre le sensazioni che si provano leggendo questo libro e fidatevi se vi dico che nell'intimo di un vero lettore assolutamente non può mancare.

Voto: 8.5

Frase: "Poi, quando ci ripenso, penso che quell'immagine di noi il primo giorno, stretti in gruppo davanti alla casa colonica, non è poi così strana dopotutto. Perché, forse, in un certo senso, non ci eravamo lasciati alle spalle quello che ritenevamo di aver abbandonato. Perché sotto sotto, una parte di noi rimase così; timorosa del mondo intorno e, non importa quanto ci disprezzassimo per questo, incapaci di staccarci l'uno dall'altra"


Kazuo Ishiguro è nato a Nagasaki l'8 Novembre 1954. All'età di sei anni emigrò con la famiglia nel Regno Unito, dove tutt'ora vive con la moglie e la figlia. Il primo riconoscimento letterario lo riceve nel 1968 quando vince il Premio Withbread per il secondo romanzo "Un artista del mondo fluttuante", seguito nel 1989 dal prestigioso Booker Prize per "Quel che resta del giorno", da cui è stato tratto anche l'omonimo film. Nel 2017 riceve infine il Premio Nobel per la Letteratura. Di sua pubblicazione, a parte quelli già citati, "Un pallido orizzonte di colline", "Gli inconsolabili", "Quando eravamo orfani", "Non lasciarmi" e "Il gigante sepolto".




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