mercoledì 6 giugno 2018

Recensione; "Il più grande uomo scimmia del Pleistocene" di Roy Lewis

Buon mercoledì pomeriggio a tutti voi, cari miei amici lettori!
Vi devo chiedere scusa per l'assenza di questi giorni ma tra il lavoro e un trasloco in arrivo non ho avuto un attimo di tempo.
Tante sono le cose che devo recuperare quindi non perdo altro tempo ed inizio a parlarvi subito della mia ultimissima lettura di Maggio "Il più grande uomo scimmia del Pleistocene", romanzo ironico scritto da Roy Lewis nel 1960 e pubblicato da Adelphi.
Ho scoperto questo libro grande ad uno dei miei profili di Instagram librosi preferiti e devo ammettere di esserne rimasta davvero entusiasta, tanto da farlo rientrare di diritto tra le prime posizioni della mia classifica mensile.
Ecco qui la mia recensione



Titolo: Il più grande uomo scimmia del Pleistocene
Autore: Roy Lewis
Paese: Inghilterra
Titolo originale: The evolution man, Once upon an Ice Age, What we did to father
Genere: Romanzo umoristico
Pagine: 178
Prima pubblicazione: 1960
Casa editrice italiana: Adelphi
Anno edizione: 2001
Prezzo di copertina: 10 euro copertina flessibile
Ebook: 4.99 euro 
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Ci fu un tempo in cui l'uomo non era ancora Uomo, in cui i primi ominidi iniziavano a fare i primi passi sulla terra, in cui il più forte sopravviveva e lui, spesso così indifeso e sprovveduto, era destinato a perire, ci fu un tempo in cui l'uomo non troneggiava sulla terra ma era solo uno dei suoi più piccoli abitanti. È proprio in questo mondo che vive la famiglia di Ernest, giovane uomo scimmia, che attraverso la sua voce racconta la propria quotidianità; la caccia, la lotta per difendersi dai nemici, la creazioni delle selci, il cibo difficile da procurarsi e da masticare, i ruoli all'interno della comunità e i rapporti famigliari, alle volte affettuosi, alle volte conflittuali, al cui centro si staglia la figura del padre, che ha fatto della corsa all'evoluzione la sua unica ragione di vita.


"Il più grande uomo scimmia del Pleistocene" viene presentato come il romanzo più divertente degli ultimi cinquantanni, e dopo aver letto non posso fare altro che dargli ragione.
La prima cosa che colpisce e coinvolge il lettore è senza dubbio l'originalità della storia; non capita spesso, infatti, di essere catapultati nelle primissime vasi della Preistoria ed assistere, attraverso gli occhi di chi la sta vivendo di persona, allo svolgersi della vita in quel periodo così difficile ma fondamentale nella storia dell'evoluzione. Attraverso il racconto di Ernest e le vicende della sua famiglia, il lettore potrà vivere sulla propria pelle l'emozione delle scoperte che hanno segnato le sorti dell'uomo, in particolare quella del fuoco, che gli ha permesso di trasformarsi da facile preda a temibile predatore, abbandonando gli alberi e trasferendosi nelle più sicure caverne e proclamandosi come più forte mammifero del mondo. Tutto ciò appare oltremodo interessante e dimostra quanto l'autore sia stato attendo a mantenersi fedele alla realtà del periodo, ma questo non è romanzo storico ma ben sì un romanzo umoristico e, in quanto tale, è capace di mischiare realtà con finzione, in special modo per ironizzare sugli atteggiamenti e le abitudine dell'uomo moderno; risulta impossibile non scoppiare a ridere assistendo alle discussioni tra Edward, il padre di Ernest, ossessionato dall'evoluzione e dalle scoperte che permettono di perseguirla, e zio Vania, suo fratello, ben più radicato alle vecchie abitudini, oppure intenerirsi venendo a conoscenza dei fallimenti del piccolo William, deciso a dare vita ad un primordiale addestramento di animali.
Particolare importanza all'interno del libro è il rapporto tra genitori e figli; Ernest e i suoi fratelli crescono all'ombra di Edward, un padre geniale e rivoluzionarlo che li spinge continuamente verso nuovi orizzonti, allontanandoli delle convinzioni antiche (come ad esempio l'abolizione dell'incesto), ma che, in fin dei conti risulta essere decisamente impegnativo, tanto da minare, con le sue idee e prese di posizione, l'intera esistenza della specie e tanto da spingere i giovani figli ad un gesto imprevedibile... se uno dei titoli con cui è stata pubblicata la storia è "What we did to father" "Cosa abbiamo fatto a papà" non è certo un caso..
In conclusione, un libro che consiglio spassionatamente, perchè mi ha sorpreso e mi conquistato, entrando di diritto tra le piccole perle che solo gli Adelphi sanno regalare.

Voto: 8

Frase: "Potevamo essere gli ultimi arrivati; la specie non troppo diffusa; la lotta per la vita durissima e l'era paleolitica ancora lunghissima davanti a noi; ma noi stavamo danzando" 

Roy Lewis è nato a Felixstowe il 6 novembre 1916 ed è cresciuto a Birmingham. Dopo essersi laureato ad Oxford nel 1934, inizia a lavorare come economista, lavoro che porta avanti per poco, infatti presto capisce che la sua vera passione è il giornalismo e diventa direttore della rivista "Statist". Dopo essersi sposato, essere diventato padre di due figlie e aver viaggiato in tutto il mondo, sia per passione che per lavoro, si stabilisce ufficialmente in Inghilterra dove viene assunto per il "Times" e fonda il "Keepsake Press" con cui inizia a stampare libricini per famiglie. Il suo decesso è avvenuto nel 1996. "Il più grande uomo scimmia del Pleistocene" è il suo romanzo più celebre e apprezzato, ma a scritto anche altri due libretti in cui reinterpreta ironicamente l'epoca Vittoriana, "La vera storia dell'ultimo re socialista" e "Una passeggiata con Mr Gladstone".

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