mercoledì 21 febbraio 2018

Recensione; "Storia della bambina perduta" di Elena Ferrante

Ben ritrovati carissimi amici lettori!
Come avrete potuto notare questa settimana non ho potuto essere attiva qui sul blog, cosa che mi rende veramente tanto triste. Per via dell’inizio di un nuovo lavoro (yeeeaaah!) ho dovuto allontanarmi da casa (ueee!) e stabilirmi in modo semi fisso a Novi Ligure e nell'attesa di sistemarmi e, soprattutto, stabilire la connessione internet anche qui non ho potuto accedere al blog.
Scrivo questo post sfruttando una toccata e fuga a Valenza, dove sono tornata per sbrigare alcune faccende, ma probabilmente questo sarà l’unico articolo di questa settimana, a meno che Linkem mi faccia la grazia e mi mandi il modem prima del weekend. Finger Crossed!
Detto questo, se la mia attività online sta subendo un momento di stallo, di certo non lo fa quella da lettrice! Le mie letture correnti del mese proseguono e giusto ieri ho dato inizio alla lettura di “Il predicatore” di Camilla Lackberg, secondo libro della sua famosa serie che promette molto bene.
Oggi però vi parlo del libro appena concluso, finito giusto giusto nei giorni scorsi; si tratta del quarto e ultimo capitolo della serie “L’amica geniale” “Storia della bambina perduta”!

Bando alle ciance, ecco la mia recensione!


Titolo: Storia della bambina perduta
Autore: Elena Ferrante
Paese: Italia
Genere: Romanzo
Pagine: 451
Prima pubblicazione: 2014
Casa editrice italiana: Edizione e/o
Anno di pubblicazione: 2016
Prezzo di copertina: 19.50 euro copertina flessibile
Ebook: 12.99 euro
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Lenù e Lila sono ormai delle donne adulte. Entrambe con figli (la prima due bambine, la seconda un maschio), entrambe con un matrimonio fallito alle spalle, entrambe alle prese con una nuova storia d’amore, Lila con il caro Enzo e Lenù con l’affascinante ma famigerato Nino di cui è stata innamorata per tutta la vita e per il quale ha deciso di lasciare ufficialmente Pietro e la sua bellissima vita a Firenze per tornare a vivere a Napoli.
Nonostante il volere di tenersi lontana dal rione, desiderio che dopo la nascita della piccola Imma, figlia appunto di Nino, si accentua ancora di più, Elena sarà costretta lentamente, prima per la malattia della madre ed in seguito all'allontanamento di Nino, a ritornare al punto di partenza, al rione dove tutto è iniziato; il rione in cui c’è Stefano Carracci, l’ex marito di Lila e padre del piccolo Gennaro, ormai caduto in disgrazia, il rione in cui ci sono i suoi fratelli finiti a lavorare in misteriosi traffici illeciti, il rione in cui c’è Carmen, rimasta sola dopo la sparizione di Pasquale, c'è Alfonso, che continua la lotta con sé stesso e il suo progetto di assomigliare sempre di più alla donna che ha sempre idolatrato, il rione in cui ritorna Antonio con la moglie tedesca e i due figli, il rione in cui ci sono i perfidi fratelli Solara, con il quale ha finito per imparentarsi dopo il matrimonio di sua sorella Elisa con Marcello. E soprattutto il rione dove c’è Lila, la sua grande e complicata amica a cui per tutta la vita è stata legata da un rapporto di affetto di invidia, di malessere e di compassione. È la sua storia che ha raccontato in questi quattro libri per cercare di riafferrarla, di riportarla a sé, senza però riuscire a sapere di esserci riuscita davvero.


Come penso ormai sappiate a me le serie piacciono da morire; mi piacciono perché la storia non finisce in un solo libro ma va avanti nel corso del tempo, perché posso vederla evolvere insieme ai personaggi che la compongono, perché ti accompagna per un lungo periodo e ti lascia inevitabilmente qualcosa dentro. Ebbene, questa è una delle serie che più c’è riuscita.
La storia di Lila e Lenù, iniziata nel primo famoso capitolo “L’amica geniale” e continuata in “Storia del nuovo cognome” e “Storia di chi fugge e di chi resta”, è la storia di una bambine cresciute in un rione di Napoli che portano avanti la loro amicizia per tutta la vita fino alla vecchiaia quando improvvisamente Lila sparisce nel nulla, cancellando non solo sé stessa ma ogni traccia di sé. Lenù allora, che negli anni ha conquistato il sogno diventano una scrittrice di fama internazionale, autrice di numerosissimi libri, decide di raccontare la sua storia, incatenandola con la propria e con quelli di tutti gli abitanti del rione.
Anche in questo ultimo capitolo gli argomenti trattati sono davvero tantissimi, alcuni legati agli avvenimenti storici di questo particolare periodo (dagli anni 80 al 2000) come il terribile terremoto di Napoli o il terrorismo con il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro, altri alla vita dei personaggi che con la loro poliedricità occupano dei ruoli talmente tanto vasti da riuscire a mostrarci la realtà di quegli anni e anche in qualche modo dei nostri, come il traffico e l’uso di droga, le malattie trasmesse sessualmente, il cancro, l’omossesualità e i transgender (raccontata splendidamente attraverso Alfonso Carraci, a mio avviso uno dei personaggi più belli di tutta la serie), il rapimento di bambini..
È incredibile la capacità che ha avuto Elena Ferrante nel prende tutti questi elementi e mischiarli insieme in questa serie che senza ombra di dubbio è destinata a sconvolgere a scavare all’interno del lettore per seminare qualcosa al suo interno e farlo ragionare su quella che è la verità della vita, fatta di scelte e, necessariamente, di conseguenze.
Ho apprezzato molto la circolarità dell’intera narrazione e la scelta appunto di “chiudere il cerchio” facendo ritornare Elena al rione dopo la sua estenuante lotta per allontanarcisi e farle ritrovare lì proprio tutto ciò che aveva cercato altrove. Devo ammettere però che la leggera antipatia nata nei suoi confronti specialmente nel terzo capitolo non è del tutto svanita, pur avendo apprezzato alcune sue scelte continuo a preferire a lei la dispotica e vulcanica Lila, nonostante la sottile cattiveria e il fatto che non si faccia acchiappare nemmeno per un attimo lasciando sul suo vero sé uno spesso alone di mistero.
Più di tutti gli altri libri della serie, questo ultimo capitolo è un inno a Napoli, alla bruttezza ma anche all'incredibile bellezza di questa città troppo spesso denigrata ingiustamente, descritta splendidamente attraverso la descrizione di alcuni punti d'interesse poco conosciuti ma assolutamente splendidi come Piazza dei Martiri.
Di questo ultimo capitolo ho apprezzato la realtà, a sorpresa ancor più presente rispetto ai libri precedenti, la crudeltà e addirittura anche la più vile violenza che rende un epilogo, forse doloroso, ma assolutamente adatto a quella che è stata l’intera storia. Ho amato soprattutto moltissimo il piccolo capitolo finale, una perla che emoziona e lascia il lettore con un sorriso sulle labbra.
È un un po’ di malinconia che dico addio a questa saga, sapendo (e sperando!) però di poterla riafferrare nella nuovissima serie televisiva a lei ispirata che uscirà durante l’anno! Ovviamente ne riparleremo insieme!


Voto: 8

Frase: “A che sono servite dunque tutte queste pagine. Puntavo ad afferrarla, a riaverla accanto a me, e morirò senza sapere se ci sono riuscita. A volte mi chiedo dove s’è dissolta. In fondo al mare. Dentro un crepaccio o in un cunicolo sotterraneo di cui lei sola conosce l’esistenza. In una vecchia vasca da bagno colma di un acido potente. Dentro un fosso carbonario d’altri tempi, di quelli a cui dedicava tante parole. Nella cripta di una chiesetta abbandonata di montagna. In una delle tante dimensioni che noi non conosciamo ancora ma Lila sì e ora se ne sta là insieme alla figlia”




Elena Ferrante è nata a Napoli, città che ha abbondato molto presto per andare a vivere all'estero.
Dei primi due libri pubblicati "L'amore molesto" e "I giorni dell'abbandono" sono state creati due bellissimi film dalla regia di Mario Martone e Roberta Faenza. "Storia della bambina perduta" è il quarto ed ultimo capitolo della serie "L'amica geniale", preceduto dall'omonimo libro, da "Storia del nuovo cognome" e da "Storia di chi fugge e di chi resta".
Di sua pubblicazione anche "La figlia oscura".

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