lunedì 28 maggio 2018

Recensione; "La svastica sul sole" di Philip K. Dick

Buon lunedì a tutti amici lettori!
Ed è arrivata anche l'ultima settimana di Maggio, siamo ormai alle battute finali e mercoledì ci sarà il consueto resoconto letterario mensile, per cui oggi devo assolutamente iniziare parlandovi di una delle mie ultime letture; "La svastica sul sole", romanzo dispotico scritto da Philip K. Dick che si bassa sul ragionamento di come sarebbe il mondo oggi se la Seconda Guerra Mondiale fosse stata vinta dall'Asse.
Riponevo su questo libro buone aspettative ma purtroppo devo ammettere che non sono state rispettate. Ora vi spiego il perchè



Titolo: La svastica sul sole (o L'uomo nell'alto castello)
Autore: Philip K. Dick
Paese: Stati Uniti
Titolo originale: The Man in the High Castel 
Genere: Romanzo dispotico/Fantascienza 
Pagine: 317
Prima pubblicazione: 1963
Casa editrice italiana: Fanucci
Anno edizione: 2015
Prezzo di copertina: 16 euro copertina flessibile
Ebook: 5,99 euro, disponibile con KU
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In un tempo imprecisato dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale (sposato al 1948), il mondo risulta diviso tra i vincitori; la Germania ha preso il controllo di tutta l'Europa, dell'Africa e di buona parte dell'America, dando ancora più sfogo dalla sua follia e alla mania di possedimento non solo sul pianeta ma anche puntando all'intero sistema solare con tecnologie aerospaziali avanzate; il Giappone regna incontrastato in Asia e nella costa occidentale degli Stati Uniti, dove ha ampiamente radicato la sua cultura, la sua tradizione e il suo stile di vita; all'Italia e agli altri piccoli stati assoldati all'Asse, invece, non resta che ricoprire un piccolo spicchio in totale ombra ma con la potenza di essere vincitori.
In una San Francisco nipponica si svolgono le vite dei personaggi che, secondo il loro punto di vista, racconteranno come funzionano le cose nel mondo che li circonda; il signor Childan, americano proprietario di un celebre negozio di antiquariato, il signor Tagomi, famoso uomo d'affari giapponese, l'operaio Frank Frink e la sua ex moglie Juliana, scappata tempo prima negli stati neutri del paese che vedrà la sua vita prendere una piega inaspettata grazie all'incontro con Joe, un camionista italiano che porta con sè una copia di un libro proibito in tutti gli stati sotto il dominio tedesco.


L'idea su cui si basa il romanzo e senza ombra di dubbio originale ed intrigante e devo ammettere che è stata la caratterista fondamentale che mi ha fatto desiderare di leggere questo libro; il secondo conflitto mondiale è stato uno degli avvenimenti, forse il più importante, che ha fatto sì che il mondo prendesse le sembianze e le caratteristiche per cui lo conosciamo oggi; ma se invece degli Alleati la guerra fosse stata vinta dall'Asse? Come sarebbe il mondo dopo questo capovolgimento di fronte?
Questo è stato abbastanza per accendere la mia curiosità. Il mondo che immagina Dick sotto il potere della Germania e del Giappone è un mondo soggiogato dalla follia, dal sospetto e dalla supremazia dei popoli vincitori sui popoli vinti; un mondo dove l'orrore dell'Olocausto sembra un nonnulla rispetto al comportamento dei nazisti nei confronti degli africani, un mondo in cui il Mar Mediterraneo è stato interamente prosciugato per creare terreno coltivabile, un mondo in cui gli Stati Uniti d'America non esistono più e in cui gli ex americani consultano ogni giorno il moderno oracolo per sapere cosa poter fare delle proprie vite. 
Una volta superata la descrizione della situazione immaginata dall'autore, la narrazione prende però una strada molto diversa facendoci conoscere i personaggi che attraverso le loro vite ci mostreranno la quotidianità di quei tempi ucronici ma senza mai avere contatti tra loro e perseguendo in esistenze che alla fine, non arrivano a portare da nessuna parte. 
Attraverso una narrazione confusa e mal articolata, Dick da alla sua storia diverse caratteristiche, alcune volte toccando vicende tipiche dello spionaggio, altre invece basandosi su aspetti sociologici che attraverso questa visione fantastica del mondo, prova a farci ragionare su quello in cui viviamo attualmente. Appare fortemente l'influenza fantascientifica di Philip K. Dick, che è stato a tutti gli effetti in un autore di fantascienza e che anche in questo caso crea una storia un po' troppo utopica per risultare credibile ed efficacie. 
Un vero peccato, considerando le potenzialità dell'idea e di alcuni punti all'interno della narrazione (come la morte improvvisa del Primo ministro tedesco oppure l'entrata in scena di questo misterioso libro "La cavalletta non si alzerà più" in cui viene raccontato ai personaggi come sarebbe il mondo se avessero vinto gli Alleati) che sembrano essere il trampolino di lancio per far decollare la storia ma poi naufragano in epiloghi banali o senza un punto di arrivo.
Mi toccherà rimanere per un po' con l'amaro in bocca a chiedermi quale fosse veramente l'idea dello scrittore nella realizzazione di questo libro.

Voto: 5.5

Frase: "Una volta gli uomini erano uomini; prima della guerra, per esempio. Ma adesso è tutto finito"



Philp Kindred Dick nacque a Chicago il 16 dicembre 1928. Autore fantascientifico, raggiunse la vera fama solo dopo la sua morte, il 2 marzo 1982 a Santa Ana, grazie alla creazione di Blade Runner, film liberamente ispirato ad uno dei suoi romanzi. I temi principale che accomunano la sua produzione sono la manipolazione sociale, la simulazione e la dissimulazione della realtà e la comune convenzione di "falso". Il suo esordio letterario avvenne nel 1955 con la pubblicazione di "Il disco di fiamma" poi ripubblicato in Italia come "Lotteria della spazio" e da allora la sua produzione vanta la bellezza di quarantacinque opere.

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