mercoledì 25 luglio 2018

Recensione; "Uno studio in rosso" di Arthur Conan Doyle

Buongiorno amici lettori!
Oggi vi voglio parlare di una lettura che inizialmente non faceva parte di quelle scelte per questo mese ma alla quale mi sono approcciata grazie ad un irrefrenabile ed irresistibile istinto; tutto è nato dopo la visione di "Sherlock Holmes", film del 2008 interpretato da Robert Downey Jr e Jude Law e il seguito "Sherlock Holmes. Gioco di ombre", due pellicole così divertenti ed avvincenti da aver innescato in me una profonda curiosità che mi ha spinto ha conoscere meglio il più grande investigatore di tutti i tempi nella sua vesta originale.
è così che sono giunta in possesso di "Uno studio in rosso" primo romanzo in cui Arthur Conan Doyle svela il suo celebre e amato personaggio, mostrando al mondo intero le sue grandi capacità.
Ecco a voi la mia recensione



Titolo: Uno studio in rosso
Autore: Arthur Conan Doyle
Paese: Scozia/Inghilterra
Titolo originale: A study in scarlet
Genere: Giallo
Pagine: 100
Prima pubblicazione: 1887
Prezzo di copertina: variabile a seconda delle molteplici edizioni, alcune anche molto economiche
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Tornato a Londra dopo la sanguinosa e terribile guerra in Afghanistan, il medico militare John Watson si ritrova a dover ritrovare un posto nella società, a partire dalla scelta del posto in cui vivere. Grazie ad un vecchio amico arriva a conoscenza che un altro signore londinese è proprio alla ricerca di una persona con cui dividere un grande appartamento e, non avendo nessun altra alternativa, Watson decide di incontrarlo. è così che il giovane dottore fa la conoscenza di Sherlock Holmes, il personaggio destinato ad essere il suo compagno per la vita intera. Fin da subito il caro Holmes si rivela un tipo affabile, ma anche a dir poco particolare, soprattutto per quanto riguarda il suo misterioso lavoro che desta in Watson fin da subito una profonda curiosità. Il coinquilino riceve infatti continue visite dei personaggi più strani, si intende di varie pratiche come la chimica e la biologia, ma ne disdegna molte altre, può rimanere chiuso in casa per giorni oppure stare fuori intere settimane.. in poche parole, è un vero mistero. E quando una mattina, durante una colazione, Holmes gli svela almeno in parte la propria singola professione, Watson capisce che il dado è tratto e da quel momento sarà costretto a seguirlo; Sherlock Holmes si definisce un "consulente investigativo" ma è molto più di questo e il fedele Watson ne avrà ampiamente prova quando si troveranno ad indagare sulla misteriosa morte di un uomo, ritrovato senza il minimo segno di lotta sul corpo ma accompagnato da una misteriosa scritta sul muro; "Rache".


In questo primo giallo, Arthur Conan Doyle ci mostra da subito tutte le qualità, sia del suo stile, ombroso e anche un po' pomposo, tipico della sua epoca, sia quelle del suo famosissimo personaggio; il detective Sherlock Holmes, l'uomo più intuitivo  di tutti i tempi, colui che vede e che sente tutti, colui che è sempre un passo avanti agli altri. Impossibile superarlo e alle volte anche comprenderlo, proprio come succede al dottor John Watson, spettatore e narratore delle sue strabilianti indagini.
"Uno studio in rosso" racconta proprio il primissimo incontro di questa coppia che nel tempo è diventata una delle più famose al mondo, Holmes e Watson non sono ancora un duo ma tra di loro già si percepisce una forte intesa sul quale far nascere la loro duratura collaborazione.
La prosa di Doyle rispecchia senza dubbio le caratteristiche del movimento letterario a cui apparteneva ed assomiglia effettivamente a quello di Edgar Allan Poe, che l'autore ci tiene a citare in un riferimento che non può fare a meno di sorridere; una presa in giro dei personaggi creati del collega e contemporaneo da parte del proprio personaggio che in questo modo si autoproclama come il migliore di sempre. Ma del resto, come dargli torto, solo lui potrebbe districare una così intricata matassa che, partendo da diversi anni prima, ha portato all'uccisione di Enoch J. Drebber, avvenuta con un mezzo così poetico ed affascinante come il veleno.
La narrazione scorre velocemente, tra indizi e mezze verità, anche se forse Doyle si perde un po' troppo in alcune descrizioni che però, in un opera così breve, forse ci possono anche stare.
Del resto "Uno studio in rosso" è un opera che ha fatto scalpore e nella quale l'autore non ha avuto paura di esprimersi, donando coraggio anche al proprio personaggio che altrimenti non sarebbe così pieno di fascino.
Un primo incontro il mio con questo autore e con il frutto della sua fantasia che mi ha piacevolmente colpito e che mi spingerò sicuramente a continuare la conoscenza. Voglio proprio vedere cos'altro ha il allo per me il famoso Sherlock Holmes!

Voto: 7

Frase: "Nella matassa incolore della vita, corre il filo rosso del delitto, e il nostro compito consiste nel dipanarlo, nell'isolarlo, nell'esporne ogni pollice"


Sir Arthur Ignatius Conan Doyle nacque il 22 Maggio 1859 a Edimburgo e morì il 7 luglio 1930 a Crowborough, in Inghilterra. Considerato, insieme ad Edgar Allan Poe, il fondatore di due generi letterari, il giallo e il fantastico, nella sua lunga e prolifica carriera ha sperimentato argomenti molto diversi tra loro, dall'avventura al soprannaturale, soffermandosi però maggiormente sul giallo deduttivo, di cui è il vero capostipite, grazie al suo più celebre personaggio, il detective Sherlock Holmes.

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