mercoledì 23 gennaio 2019

Recensione; "La camera azzurra" di Georges Simenon

Buon mercoledì a tutti amici lettori!
Oggi vi parlo della mia ultimissima lettura che consiste nel mio primo approccio con un autore apprezzatissimo che io da tempo volevo iniziare a conoscere; sto parlando di Georges Simenon, il celebre autore dell'Ispettore Maigret, che io ho deciso di iniziare ad approcciare grazie ad uno dei suoi romanzi auto conclusivi e non appartenenti alla saga del famoso investigatore, "La camera azzurra". Non voglio dilungarmi troppo nella presentazione, anche perché con quest'opera quasi non ce n'è nemmeno bisogno, ma vi riporto direttamente alla mia recensione completa.




Titolo: La camera azzurra
Autore: Georges Simenon
Paese: Belgio/Francia
Titolo originale: Le Chambre Bleue
Genere: Giallo
Pagine: 153
Prima pubblicazione: 1963
Casa editrice italiana: Adelphi
Anno edizione: 2003 (disponibile anche un'edizione più recente)
Prezzo di copertina: 13.50 euro copertina flessibile
Ebook: 5.99 euro
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Tony ed Andrèe si conoscono dai tempi della scuola ma per la maggior parte della loro esistenza non avrebbero mai immaginato che le loro vite si sarebbero così tanto intrecciate l'una all'altra. Tutto è iniziato una sera, sul limitare del bosco che da Triant porta a Saint-Justin dove entrambi abitano con le loro rispettive famiglie, quando lei gli ha confessato il suo amore eterno trascinando il un passione sfrenata e senza alcun limite. Per diversi mesi ogni giovedì i due amanti si sono incontrati nella camera azzurra dell'Hotel de Voyageurs, gestito dal fratello minore di Tony, quella camera li ha visti sfogare i tutti i loro istinti più sopiti, li ha sentiti lasciarsi andare in personali confidenze.. almeno fino a quando qualcosa è successo, qualcosa di terribile e di segretamente celato ma che ha portato Tony a ripensare a tutto quanto davanti ad un giudice giunto per giudicarlo colpevole oppure innocente. Starà a lui e alla sua buona fede riuscire a dimostrare la verità.


L'imprinting con questa lettura avviene istantaneamente appena si leggono le prime righe e si assaggia la splendida prosa di Simenon non che la spinta narrativa su cui questa sua celebre opera scorre. La narrazione ha inizio l 2 agosto, quando Tony ed Andrèe si trovano per l'ultima volta insieme nella camera azzurra e la vista di Nicolas, il marito di Andrèe, che cammina in prossimità dell'albergo spinge Tony a scappare e soccombere alla paura che lo farà tornare in sè, alla sua famiglia, la docile moglie Giséle e la figlia Marianne, e lo allontanerà dalla splendida donna che è stato capace di stregarlo e anche, forse, di rubargli il cuore. Proprio mentre si sta cercando di seguire questa storia d'amore extraconiugale, ecco che la scena cambia e ci troviamo nell'ufficio del giudice Diem dove Tony è costretto a raccontare tutta la storia dall'inizio alla fine e a rispondere alla sue serrate domande. è chiaro che sia successo qualcosa ma quando esso sia accaduto e soprattutto di cosa si tratta è totalmente ignoto, e lo rimarrà fino alla fine del libro quando verrà svelato con un grande colpo di scena. Questa scelta narrativa, assolutamente insolita ed originale, fa si che il lettore non abbia nemmeno un attimo di respiro e che venga catapultato da un evento all'altro, in una corsa continua tra passato e presente, per cercare di capire cosa sia successo e quali sono le cause che l'anno scatenato. La buona riuscita di questo romanzo è senza dubbio da darsi al genio di Simenon, un autore che ha fatto del Giallo il suo pane quotidiano, che sa come compire e coinvolgere il lettore e lo fa alla grande senza nemmeno sbagliare una virgola. L'aspetto che più mi ha colpito è la fluidità della prosa che sembra ben più moderna degli anni a cui appartiene così come l'attenzione con cui vengono caratterizzati i personaggi; la finezza con cui Georges Simenon racconta il rapporto tra Tony ed Andrèe è quasi commovente. Da ad ognuno di loro un ruolo apparentemente preciso all'interno della vicenda per voi complicarlo sempre di più con lo scorrere della pagine; Andrèe è davvero la donna pericolosa e tentatrice che ha rapito il cuore e la mente del povero Tony quella sera sul limitare del bosco, e Tony è veramente la vittima che sembra apparire? Per scoprirlo bisognerà arrivare alla fine e forse non sarà nemmeno così chiaro. Per essere il primo approccio devo ammettere che è andato alla grande. Penso di non aver potuto scegliere libro migliore per assaggiare la penna di Simenon.

Voto: 8

Frase: "Davvero potresti vivere tutta la vita con me?" "Certo" "Sul serio? Non avresti un po' paura?" "Paura di che?" "Riesci ad immaginare come passeremmo le giornate? Finiremmo per abituarci" "A che cosa?" "A noi due" 


Georges Joseph Christian Simenon è nato a Liegi il 13 febbraio 1903 ed è deceduto a Losanna il 4 settembre 1989. Autore di numerosissimi romanzi, è noto principalmente per aver creato il personaggi di Jules Maigret, commissario della polizia francese. Tra i suoi romanzi più celebri si ricordano "La camera azzurra", "Lettera al mio giudice", "Tre camere a Manhattan", "L'uomo che guardava i treni passare", "L'uomo di Londra" e "La morte di Belle".

1 commento:

  1. Buongiorno, o ciao se preferisci. ieri sera programmavano un film dal medesimo titolo del libro, e non conoscendone la trama ho cominciato a cercare sul web, fino ad approdare ai tuoi commenti. Fin qui la presentazione, arrivo alla domanda se tale può chiamarsi, mi chiedevo se a distanza di tempo dalla tua prima lettura, se hai avuto modo di leggere ancora di Maigret...pardon di Simenon, e non abbia trovato una particolare attenzione alla sua natura, tale da renderla protagonista morale della vita dell'uomo (maschio), colui che si fa braccio al suo potere, colui che si fa fallo ai suoi desideri, comunque colui che ha paura della donna (femmina) stessa, fino a vantare un dominio su di esse come genere svilendole al punto di renderle carne da macello. E' notorio come si vantasse di aver avito in relazioni diciamo bibliche centinaia di rappresentanti del gentil sesso.
    Ma a parte le battute, quello che mi ha sempre colpito è proprio questo atteggiamento nel confronti delle protagoniste dei suoi romanzi (non ho mai letto un Maigret), qualcosa traspare anche nei sui scritti che io chiamo autobiografici Pedigree, Mémoires intimes, con Le livre de Marie-Jo (1981). Dove costatiamo a conferma che il rapporto con il femminile è problematico le ama o le fa morire. Ricordo che in qualche intervista abbia dichiarato che in fondo se non avesse scritto sarebbe potuto diventare un serial killer.
    Abbiamo anche situazioni che presentano l'uomo individuo come incapace di fare scelte coraggiose fino a sconfessare la conoscenza della protagonista, ne il Treno, per ritornare nella calda sicurezza della famiglia lasciata per qualche settimana a causa degli eventi della IIa guerra mondiale.
    E' chiaro che di fronte al suo lavoro di scrittura quasi compulsivo è possibile dire su di lui tutto e il contrario di tutto, ma avri piacere di conoscere il tuo pensiero a riguardo, sempre che in tutti questi anni abbia potuto incontrarlo in altre letture.
    grazie per l'attenzione.
    un saluto
    Antonio Barbera

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