martedì 13 novembre 2018

Dal libro al film: "La svastica sul sole" VS "The man in the high castle"



Buongiorno a tutti amici lettori!
Oggi è martedì e io voglio renderlo speciale con un nuovo attesissimo (da me soprattutto) articolo della mia rubrica dedica ai film e alle serie tv tratte dai libri.
Se già mi seguivate e avete una buona memoria forse vi ricorderete che lo scorso Maggio ho letto un libro su cui riponevo tantissime aspettative per l'interessante idea su cui era fondato ma che non mi aveva totalmente convinto; sto parlando di "La svastica sul sole" uno dei romanzi più celebri di Philip K. Dick da cui qualche tempo fa (con i ritardo che mi contraddistingue) ho scoperto essere stata tratta una serie tv che non ho potuto fare a meno di correre a scoprire. "The man in the high castle" (conosciuta anche con la traduzione italiana letterale "L'uomo dell'alto castello" è una serie composta da tre stagioni di dieci episodi ciascuno prodotta da Amazon Studios, lanciata al successo dopo che l'episodio pilota, trasmesso per la prima volta il 15 gennaio 2015, ha raggiunto il record come episodio più visto di Amazon Video. A differenza le scorse volte in cui ho avuto occasione di parlarvi di serie tv, ho preferito non dividere gli articoli in prima, seconda e terza parte in base alle stagione ma fare un solo unico articolo, un po' perché in una storia come questa gli spoiler sono sempre pericolosamente in agguato e un po' perché questa serie mi è piaciuta così tanto da volerla completamente divorare. Il VS che potete vedere nel titolo non è solo figurato ma ha un vero e proprio significato in quanto mi sono ritrovata in un vero e proprio scontro tra l'idea originale sviluppata da Dick nel suo romanzo (la cui recensione, se ancora non l'avete letta, potete trovare qui) e la serie tv che partendo dallo stesso scenario, ossia un passato dispotico ucronico in cui la Seconda Guerra Mondiale è stata vinta da Germania e Giappone e quindi sono queste due grandi potenze a controllare buona parte del mondo, sviluppa tutta una serie di vicende proprie fatte per attirare e catturare l'attenzione dello spettatore. La prima grande differenza tra libro e serie tv è quella di dividere gli ex Stati Uniti d'America (nel romanzo controllati unicamente dai Giapponesi) tra Giappone, proprietario della zona occidentale chiamata "Stati Giapponesi del Pacifico" e Germania che sfoggia tutto il suo potere sulla zona orientale denominata "Grande Reich Nazista Americano". Le due grandi potenze vincitrici convivono così sullo stesso territorio, divisi unicamente da una piccola lingua di terra, la "Zona Neutrale", già presente nel libro e realizzata come una sorta di vecchio Far West. Questa scelta fa sì che l'attenzione non si concentri solo su uno dei due mondi ucronici, come accadeva con il libro dove i Nazisti erano "confinati" in Europa, ma apre bensì nuovissime ed interessantissime strade percorribili dai creatori e dai propri personaggi. Con la comparsa dell'Impero Nazista in America avviene anche la creazione di imperdibili personaggi come quello dell'Obesgruppernfuhrer John Smith, un ex americano entrato dopo la guerra tra le file naziste e salito fino ai vertici grazie alle sue spiccate (e diaboliche) capacità. John Smith, interpretato da un meraviglioso Rufus Sewell, è uno di quei personaggi che nel romanzo non erano presenti ma che arricchiscono la serie tv interpretando un ruolo chiave all'interno delle vicende. Tra questi non posso esimermi dal citare l'affascinante Ispettore Capo Giapponese Kido (Joel De la Fuente) visto il più delle volte come il più temibile e pericoloso antagonista. Per quanto riguarda i personaggi che invece sono presenti all'interno del romanzo la prima caratteristica che salta all'occhio è il drastico calo della loro età media; se ne "La svastica sul sole", Juliana, Frank e Joe avevano più di quarantanni nella serie si tramutano in personaggi ben più giovani e soprattutto ben più avvenenti. Scelta saggia, e anche un po' porcina, per attirare i telespettatori che non possono non rimanere da subito colpiti dalla presenza di Alexa Davalos, Rupert Evans e Luke Kleintank. A parte questo mio commento, spudoratamente superficiale, le scelte attoriali di questi tre personaggi convincono, anche se presentano alcune importanti differenze dalle loro "versioni" libresche, questo soprattutto per quanto riguarda Juliana, forse il personaggi più importante dell'intera rappresentazione, che nella serie è responsabile di dare vita a tutta la catena di eventi che porterà lei e Frank a combattere per la resistenza e per la distribuzioni dei misteriosi film che nella pellicola prendono il posto del libro "La cavalletta non si rialzerà più" (titolo citato in un episodio della seconda stagione). Quello che tra i tre subisce maggior cambiamento è però Joe che non solo si rivela essere tedesco invece che italiano ma anche nato da uno dei più importanti progetti portati avanti dalla ideologia della Germania nazista. Se per questi tre personaggi le differenze con il libro sono palesi, stessa cosa però non si può dire per gli altri tre che appaiono anche nel libro ossia  il Signor Tagomi (Cary-Hiroyuki Tagawa), Robert Childan (Brennan Brown" e il simpatico Ed (DJ Walls), i quali, a parte il rapporto lavorativo tra i primi due nella serie inesistente, sembrano essere usciti direttamente dalla mente del loro primo creatore. Penso che a questo punto vi sia molto chiaro ciò che intendevo con "lotta" tra libro e serie che, in fin dei conti, si rivela essere da essa solo liberamente ispirata. I primi contatti iniziano infatti ad avvenire solo nella seconda serie grazie alla rivelazione della vera funzione dei film che porta il tutto su una logica molto più fantascientifica ben più affine allo stile dell'autore.
In conclusione, la serie mi è piaciuta veramente molto, ben più del libro che non mi aveva conquistato proprio per via dello sviluppo troppo fantascientifico e non vedo davvero l'ora di gustarmi la quarta stagione e ritrovare così i personaggi a cui ormai sono del tutto affezionata.

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