martedì 25 giugno 2019

Recensione; "Canta, spirito, canta" di Jesmyn Ward

Buon martedì a tutti amici lettori!
Diamo inizio anche a questa giornata con una recensione che riguarda una delle mie ultime letture Desideravo leggere "Canta, spirito, canta" dal momento della sua uscita, ad inizio del mese scorso, perchè Jasmyn Ward mi aveva profondamente colpito nel suo primo libro "Salvare le ossa" e quando l'ho trovato disponibile nella mia biblioteca non ho potuto perdere l'occasione di portarmelo a casa e leggerlo immediatamente. Volete sapere cosa ne penso una volta giunta alla fine? Qui sotto trovate la mia recensione




Titolo: Canta, spirito, canta
Autore: Jesmyn Ward
Paese: Stati Uniti
Titolo originale: Sing, Unburied, Sing 
Genere: Romanzo
Pagine: 268
Prima pubblicazione: 2017
Casa editrice italiana: NNEditore
Anno edizione: 2019
Prezzo di copertina: 18 euro copertina flessibile
Ebook: 9.99 euro
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Bois Sauvage; Jojo ha solo tredici anni ma le difficoltà della vita lo hanno fatto crescere troppo in fretta. Ancora non del tutto uomo ma nemmeno più bambino, vive nella casa dei nonni insieme alla sorellina di tre anni Kayla e la madre Leonie, vergogna della famiglia e donna impossibilitata a fare la madre. Per molti anni Jojo è stato l'unico punto di riferimento per la piccola Kayla, che vede in lui un esempio in tutto e prova per lui un affetto spropositato. Quando però, il giorno del compleanno di Jojo, la famiglia riceve la chiamata di Michael, il padre bianco di Jojo e Kayla, che dopo più di tre anni ha ottenuto la libertà e sta per uscire di prigione, Leonie decide di compiere un lungo viaggio per andare a prenderlo e di portare con lei i due figli. Tra violenze, traffici illegali e conflitti mai risolti Jojo dovrà affrontare la traversata pensando alla sorellina e lasciandosi trasportare dai ricordi del nonno Pop, rinchiuso proprio nello stesso carcere che stanno per raggiungere tanti anni prima.


Come annunciato, in questa nuova lettura ritorniamo a Bois Sauvage ma invece di avere un proprio e vero seguito di "Salvare le ossa" (cosa che avrei letteralmente bramato), "Canta, spirito, canta" è un romanzo a sé che racconta la propria storia e che si collega al precedente solo per l'ambientazione e per una piccola citazione ad Esch e Skeetah, apparsi per un breve passaggio a circa tre quarti del libro. Proprio grazie a questo riferimento non si riesce bene a capire se i fatti narrati in questo romanzo si svolgano prima o dopo quelli del precedente ma questo non è fondamentale perchè, ribadisco, "Canta, spirito, canta" racconta tutta un altra storia e per lo stesso motivo può essere letto anche da chi non ha letto "Salvare le ossa". Quando ci si trova a dover commentare il secondo capitolo di una trilogia è praticamente impossibile non confrontarlo con il primo, che sia collegato oppure no, quindi non posso esimermi dal dire che in questo nuovo romanzo ho da subito ritrovato tutte le caratteristiche di Jesmyn Ward che già mi avevano colpito nel suo esordio; lei è un autrice che non ha paura di osare quando scrive, che crea scene d'effetto, che parla di crudeltà, ma lo fa in modo sapiente, senza mezzi termini ma sfruttandolo come mezzo per raccontare ciò che vuole, ossia la vita della popolazione afroamericana in questo paesino del Mississipi. Anche in questo caso la caratteristica di miglior pregio è rappresentata dai personaggi, caratterizzati sapientemente e e descritti con la stessa attenzione grazie ad una divisione; la narrazione viene infatti divisa equamente tra Jojo, Leonie e Richie, un personaggi imprevedibile giunto direttamente dal passato per svelare il suo tragico destino. Leggendo questo romanzo ho notato una linea di demarcazione tra la prima e la seconda metà; nella prima parte vengono messi a punti i personaggi, si racconta il loro trascorso e le loro caratteristiche, dando così il via alla storia, mentre nella seconda parte prende prepotente piede la parte più spirituale di loro e il particolare dono che li lega. Come anticipato dal titolo, questo libro ha una forte nota sovrannaturale e ad un certo punto della lettura ci si troverà in balia degli eventi e degli spiriti del passato, alla ricerca di una risposta. Proprio questa caratteristica ha impedito però che questa lettura mi prendesse del tutto; non essendo una grande amante del genere sovrannaturale non ho particolarmente apprezzato la piega che la scrittrice ha voluto prendere. Avrei preferito che restasse nella realtà che voleva raccontare, che approfondisse con ancora più crudeltà gli argomenti che tratta come la violenza e l'odio nel confronti della popolazione nera. Avrei voluto che, come il libro precedente, questa lettura mi facesse restare costantemente con i piedi a terra e non prendesse così tanto il volo. Chi ha potuto leggere la biografia di questa autrice sa che questo è senza dubbio il suo romanzo più celebre, quello che le ha permesso di vincere per la seconda volta il National Book Award e io non posso dire che si tratti di un libro che non merita un riconoscimento come questo; senza alcun dubbio è un romanzo importante e ben scritto, ma per i miei gusti forse troppo astratto.


Voto: 7



Jesmyn Ward è nata a DeLiesle, Mississipi, nel 1977 e attualmente lavora come professoressa associata di scrittura creativa all'Università Tutane di New Orleans.
Ha esordito nella narrativa nel con il romanzo "When the Line Bleeds" ed in seguito pubblica un sulla discriminazione razziale e un memoir su alcune tragedie famigliari, tutti ancora inediti in Italia.
Con le due vittorie, prima con "Salvage teh Bones" e poi con "Sing, Unburied, Sing", detiene il primato di unica donna ad aver vinto per due volte il National Book Award. "Salvate le ossa" e "Canta, spirito, canta" sono entrambi pubblicati da NNEditore.

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