È con enorme gioia che oggi vi annuncio il ritorno di un'altra mia consueta rubrica che, non ve lo nascondo, è anche la mia preferita; finalmente posso sedermi comodamente al tavolino di un bar e scambiare due parole con un gentile autore che ha deciso di accettare il mio invito. Anche questa volta si tratta di un autore emergente, cosa che mi rende ancora più felice; sono infatti in compagnia di Stefano Valente, un autore nell'ombra che ha preferito concentrare tutta la sua attenzione sulla sua opera "Storie fantastiche di gente comune". Questo libro ha fatto parte delle mie letture di Settembre e l'ho apprezzato moltissimo per la ricchezza del significato che vuole trasmettere. Per chi si fosse perso la recensione può ritrovarla a questo link.
Per tutti gli altri, prendete pure posto e lasciatevi sorprendere da questa bella chiacchierata
- Inanzi tutto ti ringrazio per aver accettato di scambiare due chiacchiere con me in questa piccola “pausa caffè” letteraria. Nella tua biografia possiamo leggere che ti sei laureato in Scienze Organizzative e Gestionali per poi entrare nell'Aeronautica Militare, di cui attualmente sei graduato. Ma noi qui parliamo di libri, e vogliamo sapere, come e quando è nata la tua passione per la scrittura e come riesci a far convivere il tuo lavoro e la tua passione?
La mia passione è nata circa quindici anni fa quando scrivevo alcuni articoli e poesie per il giornale della scuola. Le Forze Armate incentivano quelle attività atte alla promozione umana. Durante il tempo libero mi dedico alla scrittura.
- “Storie fantastiche di gente comune” è il tuo romanzo d’esordio, una raccolta di racconti che raccoglie le vite di tre persone come tante che però vivono un esperienza eroica. Come è nata l’idea di questo romanzo, come hai proseguito nella sua creazione e, soprattutto, hai attinto direttamente a qualche storia veramente vissuta?
L’idea di questo libro è nata dalla mia necessità di trasmettere ai lettori quei valori celebrati in questa opera nei quali credo assolutamente. Le storie sono completamente inventate, non ho attinto ad alcuna esperienza realmente vissuta.
- Paolo, Chiara e Matteo, i tuoi protagonisti, sono tre personalità diverse ma tutte e tre dimostrano un grande coraggio nelle situazioni che si trovano ad affrontare. Quanto è importante secondo te il coraggio anche nella vita di tutti i giorni?
Io credo che prima del coraggio bisogna affrontare il tema della giustizia, soprattutto bisogna analizzare il suo significato correlato alla ponderazione riguardo le scelte da prendere. Il coraggio è parte integrante dell’insieme di quei valori (giustizia, altruismo, spirito di sacrificio, esempio, disciplina, ecc.) che albergano nell’eroe comune. Il coraggio, senza essere consapevoli di possedere tutti quei valori, è totalmente inutile. Essere coraggiosi senza essere eroi comuni si rivela anche dannoso per sè stessi e per gli altri.
- Ci sono delle caratteristiche che senti di condividere con i tuoi protagonisti? C’è qualcuno di loro tre a cui ti senti più vicino intimamente e se sì, perché?
I tre personaggi sono la testimonianza che l’eroe comune esiste. Però, no non mi sento vicino intimamente ad alcuno dei tre protagonisti.
- Alla fine del tuo romanzo ci tieni a specificare di aver scelto solo tre storie ma di averne potuto scrivere altre centro. C’è qualche storia, reale o inventata, che metteresti in luce se ne avessi la possibilità?
Penso che ognuno di noi con la sua esperienza può diventare il protagonista di una storia fantastica.
- Fin’ora abbiamo parlato di Stefano Valente scrittore, ma com’è Stefano Valente lettore? È un divoratore di libri oppure si prende il suo tempo durante la lettura? E quali generi predilige tenere sul proprio comodino?
Leggo abitualmente. Non ho un genere preferito nello specifico. Leggo romanzi storici, gialli, fantasy e fantascientifici per citare qualche genere. Purtroppo detesto, mi dispiace dirlo, quelle trame dedite alla fin troppa ricerca psicologica del personaggio: per esempio alcuni testi biografici o autobiografici, alcuni romanzi noir è alcuni romanzi rosa.
- Dal momento dell’autopubblicazione di “Storie fantastiche di gente comune” hai dato inizio alla vera e propria lotta che si trovano a combattere milioni di autori emergenti per darsi visibilità. È davvero nella letteratura che vedi il tuo futuro? E, soprattutto, stai lavorando già a qualche altro progetto?
Il mio sogno è quello di diventare uno scrittore affermato e spero davvero di riuscirci. Ho molti progetti in mente, sicuramente quello che vedrà la luce sarà una trilogia fantascientifica.
- In conclusione, una domanda che faccio a tutti gli ospiti di questa mia rubrica; c’è una citazione, tua o no, che vuoi regalarci?
Semplicemente; un libro regala emozioni
Grazie ancora a Stefano Valente per aver trovato il tempo di rispondere alle mie domande e soprattutto a tutti voi che seguite questa rubrica con tanto affetto.
Alla prossima pausa caffè!
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