mercoledì 31 gennaio 2018

Le migliori letture del mese; Gennaio!


Eccoci arrivati al momento più atteso; il resoconto di fine mese!
Inanzi tutto sono molto contenta perché i libri che ho letto sono stati tanti e nel complesso estremamente piacevoli.
In totale sono state dodici.
Ecco la classifica!


Dodicesimo posto: "Il mistero della Torre Eiffel" di Benjamin Monferat

Parigi 1889. A pochi giorni dalla fine dell'Esposizione Universale due agenti segreti francesi vengono trovati brutalmente uccisi. Iniziato bene si è poi perso con l'eccessivo numero di personaggi e di pagine.

Voto: 5.5                Recensione completa qui




Undicesimo posto: "Delitto in libreria" di Mariel Sandrolini

Nuovissimo Giallo con protagonista il Commissario Marra da domani in libreria. Interessante ma non particolarmente emozionante. Letto per Thrillernord.

Voto: 6                            Recensione ancora non disponibile





Decimo posto: "Henry" di Giovanni Mastrangelo


Bel Giallo che porta alla scoperta della Roma degli spacciatori attraverso le storie di diversi tossicodipendenti.

Voto: 6.5                Recensione ancora non disponibile






Nono posto: "Vincent" di Barbara Stok

Mia primissima Graphic Novel che racconta la storia di Vincent Van Gogh.
Belle le illustrazioni anche se qualche aspetto meritava più attenzione.

Voto: 6.5               Recensione completa qui






Ottavo posto: "Il giardino segreto" di Banana Yoshimoto

Terzo capitolo della serie Il Regno in cui viene analizzato uno dei più grandi problemi della vita di una persona; la fine di un amore.
Profondo e delicato. Come sempre.

Voto: 7                Recensione completa qui




Settimo posto: "L'allieva" di Alessia Gazzola

Primo libro della saga da cui è stata tratta la celebre serie tv. Alice, una giovane specializzanda, ci porta all'interno dell'Istituto di Medicina Legale di Roma e soprattutto dei suoi terribili guai.
Molto divertente.

Voto: 7                     Recensione completa qui       



Sesto posto: "Viva la vida" di Pino Cacucci

Libro breve ma molto profondo sulla vita della pittrice messicana Frida Kahlo.
Un buonissimo punto di partenza da cui approfondire.

Voto: 7.5             Recensione completa qui

    



Quinto posto: "L'arminuta" di Donatella Di Pietrantonio

Vincitore dell'ultimo Premio Campiello, racconta la storia di una ragazza e il suo ritorno nella famiglia d'origine di cui ignorava l'esistenza.
Un libro vero e profondo ma dal quale mi aspettavo un po' di più.

Voto: 7.5              Recensione completa qui



Quarto posto: "Cosa pensano le ragazze" di Concita De Gregorio

Ai piedi del podio si piazza il primissimo libro di quest'anno, una raccolta di storie di donne veramente splendido che ogni donna dovrebbe leggere.

Voto: 7.5           Recensione completa qui





Terzo posto: "Mio fratello rincorre i dinosauri" di Giacomo Mazzariol

Bellissima e toccante storia vera di un ragazzo e del suo rapporto con il fratello minore Giovanni, nato con la sindrome di Down.

Voto: 8                        Recensione completa qui




Secondo posto: "Storia di chi fugge e di chi resta" di Elena Ferrante

Terzo e penultimo capitolo della serie "L'amica geniale". Elena ormai, donna inizia, una nuova vita a Firenze mentre Lila, tornata al rione, continua la sua vita tra lotte e ostinazioni.

Voto: 8                 Recensione completa qui





Primo posto: "Il labirinto degli spiriti" di Carlos Ruiz Zafon

Ultimo capitolo della serie del Cimitero dei Libri Dimenticati. Una fine così riuscita e sorprendente che non poteva non guadagnarsi il primo posto.

Voto: 8                 Recensione completa qui





Cosa ve ne pare di questa classifica? Avete letto qualcuno di questi libri? La pensate come me? Fatemi sapere i vostri pareri!
E domani, mi raccomando tornate a trovarmi, perchè daremo insieme inizio ad un nuovo mese fatto di letture!!
       

Recensione; "Mio fratello rincorre i dinosauri" di Giacomo Mazzariol

Buongiorno cari amici lettori!
Siamo quindi giunti all'ultimo giorno di questo primo mese del 2018 e, prima di mostrarvi la mia consueta classifica delle letture di Gennaio, volevo parlarvi dell'ultimo libro che ho letto; "Mio fratello rincorre i dinosauri" di Giacomo Mazzariol, la bellissima storia vera di un ragazzo appena maggiorenne che racconta il suo rapporto con il fratello minore Giovani, affetto dalla sindrome di Down.
Ecco la recensione.


Titolo: Mio fratello rincorre i dinosauri
Autore: Giacomo Mazzariol
Paese: Italia
Genere: Romanzo
Pagine: 176
Casa editrice: Einaudi
Anno di pubblicazione: 2016
Prezzo di copertina: 16.50 euro copertina flessibile
Ebook: 7.99 euro 

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Giacomo ha solo cinque anni quando i genitori informano lui e le due sorelle che presto avranno un fratellino. La gioia è subito tanta perché finalmente potrà avere un compagno di vita, qualcuno con cui crescere, qualcuno a cui insegnare tutto ciò che deve sapere. Le cose improvvisamente però prendono una piega diversa quando mamma e papà lo informano che il nuovo arrivato sarà un bambino "speciale". Speciale. Questa strana parola che lo confonde, lo attira e lo anima di entusiasmo; suo fratello sarà speciale! Sarà un supereroe! È così che un giorno di settembre nasce finalmente Giovanni e Giacomo si rende subito conto della sua diversità, una diversità evidente inanzi tutto nell'aspetto fisico e successivamente anche in quello mentale, una diversità che all'inizio lo affascina ma che è destinata a diventare un problema, fonte di vergogna e sensi di colpa, pian piano che il tempo passa. Attraverso un percorso di crescita, Giacomo si renderà pian piano conto della realtà che vive il fratello, prima allontanandosi e poi entrando in relazione con lui, lasciandogli modo di sconvolgergli la vita e dimostrargli come si vede la vita dal suo speciale punto di vista.


Ho trovato questo libro su uno degli scaffali della mia biblioteca e ho provato da subito una forte curiosità nei confronti della storia che racconta. Lavorando con i bambini sono sempre attratta dai libri che vengono scritti dal loro punto di vista, soprattutto se analizzano fattori chiave nella loro crescita e nella percezione del mondo che li circonda.
Giacomo ha diciannove anni quando decide di scrivere questa storia ma lo fa riuscendo a conservare tutti i pensieri e tutte le emozioni che lo hanno interessato nella sua vita, a partire dalla scoperta dell'arrivo di un fratellino, alla presa di coscienza della sua malattia, fino ad arrivare alla completa accettazione di ciò che suo fratello è ed al completo coinvolgimento nella sua vita.
Crescere con un fratello affetto con la sindrome di Down non è una delle cose più semplici che può capitare nella vita di un ragazzo, sottoposto già di per sé agli sguardi e ai giudizi degli altri e questo traspare perfettamente in tutta la descrizione di quel lungo periodo in cui Giacomo non parlava di suo fratello con i compagni di scuola e con gli amici, oppure non trovata il coraggio di difenderlo dall'attacco dei bulli. Il rapporto che lega i due fratelli però è più forte di qualsiasi difficoltà e alla fine anche Giacomo se ne rende conto, liberandosi dal penso che si porta dentro.
Ho apprezzato moltissimo la scrittura diretta e scorrevole, tipica di uno scrittore così giovane, l'emozione che si respira in un pagina e soprattutto l'anima di questa famiglia, una famiglia come tante, create da persone meravigliose che unite le une alle altre, affrontano i problemi della vita.
Oltre a Giacomo ci sono anche le due sorelle, Chiara e Alice, e soprattutto i genitori, la mamma Katia e il papà Davide, che con la sua ironia e il suo modo di affrontare le situazioni insegna qualcosa non solo al figlio ma anche a tutti noi.
In ultimo, ma ovviamente non per importanza, essendo appunto il protagonista di questa storia, c'è Giovanni. Giovanni e la sua passione per i pupazzi e per i libri sui dinosauri. Giovanni che mostra il suo affetto appena possibile, in ogni modo, Giovanni che ci mostra il suo mondo in ogni atteggiamento. Giovanni che ce ne dovrebbero essere di più al mondo che hanno un cuore grande come il suo.
Un libro unico, perché vero e diretto, che parla di argomenti difficili con una tenerezza incredibile e mi ha donato passaggi veramente splendidi come il discorso del giovane Down alla festa del gruppo o la lettera di Giacomo al defunto nonno. Parti che difficilmente dimenticherò.

Voto: 8

 Frase: "Gio era tutto, ma più di ogni altra cosa era libertà. Lui era libero in tutti i modi in cui avrei voluto essere libero io. Gio era tornato ad essere il mio supereroe. E non avrebbe mai smesso di stupirmi"


Giacomo Mazzariol è nato 9 gennaio 1997 a Castelfranco Veneto, dove vive con la sua famiglia.
Nel marzo 2015 ha pubblicato su YouTube un corto intitolato "The Simple Interview"  girato insieme al fratello Giovanni, affetto dalla sindrome di Down. Il video ha avuto un successo incredibile, guadagnandosi le prime pagine di diversi giornali e diventando famoso anche all'estero.
"Mio fratello ricorre i dinosauri" è il suo libro, basato proprio sul suo rapporto con Giovanni,



martedì 30 gennaio 2018

Spunti tra le righe; Favola russa del cigno, il luccio e il gambero

Buongiorno amici lettori!
Definirei questo nuovo appuntamento con la rubrica "Spunti tra le righe" decisamente speciale perchè è la prima volta che su questo blog mi trovo a parlare di favole.
Dovete sapere che ho sempre avuto un debole per le storie per bambini, anche per il fatto che con i bambini ci lavoro e trovo fondamentale il ruolo delle fiabe e delle favole, sia classiche che quelle un po' più moderne.
La favola di cui vi parlo oggi, citata nella pagine del saggio "L'anno del ferro e del fuoco, Cronache di una rivoluzione" di Ezio Mauro, non è molto conosciuta essendo parte della tradizione di un paese a noi abbastanza lontano; la Russia.
Scritta da Ivan Andreevic Krylov, poeta e commediografo russo vissuto tra il XVIII e il XIX secolo, "Il cigno, il luccio e il gambero" fa parte di una delle otto raccolte di favole scritte t il 1808 e il 1820 e, come tutte le altre fiabe dell'autore che comprendono animali, mira direttamente ai vizi e ai comportamenti tipici degli uomini, con chiaro riferimento alla vita della Russia del suo periodo.
Ispirandosi alle grande favole di Esopo e La Fontaine, Krylov manifesta un atteggiamento piccolo-borghese tipicamente russo, basato sul buon senso ma anche su un certo conformismo. Sua particolarità, che lo aiutò a conquistare da subito una cera fama, fu quella di utilizzare per le sue favole la lingua del popolo russo. Le favole di Krylov sono state tutte tradotte più volte in italiano, e tre di loro ("il sacco", "Il villano e l'asino" e "Il lupo e cuculo") furono tradotte da Vincenzo Monti quando l'autore era ancora in vita.


Il cigno, il luccio e il gambero


Una volta un cigno, un gambero e un luccio decisero di tirare un carretto  con sopra un carico. Vi si
aggiogarono tutti e tre insieme e fecero tutti gli sforzi possibili, ma il carretto non si muoveva.
Il carico non era pesante; ma il cigno si slanciava verso le nubi, il gambero tirava indietro e il luccio spingeva verso l'acqua. Il carretto è ancora là.

Quando non c'è accordo tra i compagni o in famiglia, il lavoro non riesce e non ne deriva mai qualcosa di utile, solo tormento per tutti.


Una favola breve ma molto carina e con una morale molto importante, da insegnare a tutti i bambini ma anche da far leggere agli adulti, che da alcune favole dovrebbero proprio imparare.


lunedì 29 gennaio 2018

Dal libro al film: Guida galattica per gli autostoppisti


Con mio enorme gioia, torna oggi un nuovo appuramento con la rubrica che parla di film.
Qualche mese fa, esattamente a Novembre, ho letto un libro fantascientifico intitolato "Guida galattica per autostoppisti", scritto dal deceduto autore inglese Douglas Adams.
La lettura non mi aveva per nulla conquistato (come potete vedere leggendo la recensione che trovate qui) ma quando ho scoperto che qualche anno fa (o per meglio dire diversi anni fa visto che risale al 2005 ma, ormai lo avrete capito, io sono sempre in ritardo su certe cose!) è stato creato un adattamento cinematografico non sono riuscita a resistere alla tentazione di andare a curiosare e vedere se esso mi sarebbe piaciuto di più.
Ebbene, proprio ieri mattina, avendo due ore libere, ho deciso di vederlo e per alcuni versi la risposa a questa mia personale domanda potrebbe essersi rivelata positiva.
Inanzi tutto parliamo dei termini tecnici; diretto da Garth Jennings, il film vede come interpreti Martin Freeman nel ruolo del terrestre Arthur Dent, Mos Def nel suolo dell'autostoppista Ford Prefect, Zooey Deschanel nel ruolo di Tricia "Trillian" McMillam e Sam Rockwell nel ruolo del presidente della galassia Zaphod Beeblebrox.
Grazie soprattutto all'intervento di Douglas Adams, creatore della scenografia originale prima della sua scomparsa, il cui lavoro è stato poi consegnato a Karey Kirkpatrick, il film risulta fin da subito molto fedele al romanzo, permettendosi solo qualche piccola differenza, come l'introduzione di un nuovo personaggio, quello di Humma Kavula (interpretato da John Malcovic), rivale di Zaphod alle elezioni e soprattutto il finale che dona al film il tanto amato lieto fine.
Naturalmente attraverso la pellicola mi è stato risparmiato tutto il lavoro di fantasia che mi era stato richiesto nella lettura del libro, uno sforzo per me troppo elevato, e questo l'ho apprezzato molto, come anche l'utilizzo della voce narrante, nella versione americana interpretata da Stephen Fry, dona vita ad alcune parti molto divertenti del romanzo che, con enorme piacere, vengono mantenute identiche.
Dovete sapere che conservo da anni una passione sfrenata per Sam Rockwell, attore che mi fa veramente ridere e la cui presenza è stata uno dei motivi che mi ha spinto a vedere il film. Ovviamente l'ho adorato, anche nel ruolo del presidente più stupido e pieno di sé dell'Universo.
Un altro personaggio che ho scoperto ad amare è senza dubbio Marvin l'androide depresso e paranoico. Ammetto di essermi sentita molto vicina a lui in alcuni momenti della mia esistenza quindi.. Marvin sei tutti noi!
Detto questo, seppure rimanendo sempre una storia non propriamente nelle mie corde, vedere il film mi ha aiutato un po' a rivalutarlo.. e chi lo sa.. magari potrei leggere il secondo libro!

Recensione; "Il mistero della Torre Eiffel" di Benjamin Monferat

Buon lunedì a tutti cari amici lettori!
Devo essere sincera, questo weekend me la sono presa un po' comoda.
Sono stata molto tempo sul divano con il mio bellissimo pigiamone a non fare assolutamente nulla.
Ma non temete, perché nonostante il mio attacco di pigrizia sono come riuscita ad ottenere bastanza materiale per poter parlare con voi oggi in ben due rubriche.
La prima è la consueta recensione del libro che ho concluso durante la pausa, più precisamente sabato sera (ho fatto le ore piccole per poterlo fare ma poi ho recuperato tutto la domenica mattina)
Il libro in questione è un thriller storico edito pochi mesi fa da Newton Compton; "Il mistero della Torre Eiffel" di Benjamin Monfarat.
Devo ringraziare Chiara del bellissimo sito libroso Libriamoci che grazie alle sue fantastiche stories su Instagram mi ha spinto a leggere questo libro che però (proprio come è successo alla mia collega) non mi convinto moltissimo..
Ora vi spiego perchè.


Titolo: Il mistero della Torre Eiffel
Autore: Benjamin Monferat
Paese: Germania
Titolo originale: Der Turm der Welt
Genere: Thriller storico
Pagine: 574
Casa editrice: Newton Compton
Anno di pubblicazione: 2017
Prezzo di copertina: 10 euro copertina rigida
Ebook: 4.99 euro
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Parigi, 1889. A pochi giorni dalla conclusione della strabiliante Esposizione Universale in cui l'intero mondo ha potuto spalancare gli occhi davanti alle immense costruzioni (tra le quali appunto anche la Torre Eiffel), alle bellissime riproduzioni di mondi lontani, alle innovative macchine di ogni utilità, un terrificante ritrovamento mina l'equilibrio sostenuto per diversi mesi; due agenti dei servizi francesi sono stati infilzati nelle lancette dell'immenso orologio di Berneaux, ferme esattamente a cinque minuti alla mezzanotte.
La situazione appare da subito assolutamente critica, mandano meno di sessanta ore alla fine dell'Esposizione e alla rivelazione del misterioso marchingegno che gli organizzatori hanno fino a quel momento mantenuto segreto e la vecchia leggenda del Bureaux Alain Marais è obbligato a lasciare le bottiglie di assenzio a cui da tempo si è dedicato e, con l'aiuto del giovane Pierre Trebut, trovare il responsabile prima che esso avvenga e che l'intera città venga rasa al suolo.
I possibili colpevoli presenti in città sono moltissimo; a partire dal tedeschi, da sempre nemici dei francesi, giunti con una delegazione capeggiata dal conte Drakenstein e il capitano Friedrich von Straten, passando per i Russi, rappresentati da un principe dei Carpazzi, e dagli Inglesi, in compagnia dell'erede del trono, il principe Albert Victor, e infine gli stessi francesi che da tempo sono divisi in più gruppi politici. Sarà un compito arduo districare quest'immensa matassa, fatta da intrighi, segreti e vicende personali, che legheranno i personaggi verso una fine degna dei periodo delle innovazioni.


La cosa più bella di questa libro è senza dubbio l'ambientazione, appare impossibile infatti non rimanere meravigliati immaginando il clima che si doveva respirare in quella Parigi d'altri tempi che si apriva alle innovazioni tecnologiche, agli esperimenti, alle luci e a tutte quelle scoperte che l'avrebbero resa fondamentale nel futuro del mondo intero.
L'autore è stato capace di creare una storia decisamente intrigante, moderatamente scorrevole e ben costruita; l'utilizzo di moltissimi personaggi, di origini, passati e ruoli totalmente diversi, permette di creare una rete assolutamente complessa e complicata.. forse anche troppo.
I continui cambi di fronte, infatti, confondo un po' trasformando una storia che inizialmente si preannuncia molto bene, di perdersi nella lunghezza. Ammetto di aver addirittura perso concentrazione in alcune parti, cosa davvero irritante quanto desideri leggere un libro che ti inchioda alla pagine.
Ho apprezzato molto il fatto con il libro non sia solo un thriller ma anche una lettura in cui si mischiano vari aspetti tipici di altri generi, come il romanzo. Mi sono piaciute molto le parti in cui i personaggi rivelano i loro segreti e anche i collegamenti storici attraverso personaggi realmente esistiti.
Ciò che però non mi ha convito per nulla è stata la soluzione finale; da lettrice di thriller quale sono voglio poter avere tutti gli indizi e cercare io stessa durante la lettura di giungere alla soluzione. E quando alla fine scopro che essa non avrei nemmeno potuto immaginarla perchè totalmente diversa dalle piste seguite fino a quel momento.. bhè, un po' di nervoso mi viene!
Considerando questo (e un stile di scrittura formato da un enorme utilizzo di frasi lasciate in sospeso, sia nei discorsi diretti che quelli indiretti, che spezzano la lettura) il mio voto non può essere tanto alto, salvo un occhio di riguardo per il fascino inestinguibile della mia amata Parigi.

Voto: 5.5

Frase: "L'introduttore di scintille viene installato probabilmente oggi nel nuovo lampione di Ruhmkorff. Potrete darlo ai minatori per affrontare il buio dei cunicoli in cui lavorano. Allo stesso modo potete darlo ai soldati così che le loro pallottole possono trovare il loro obiettivo anche nella notte. Non esistono invenzioni innocenti. Ogni invenzione è buona o cattiva a seconda della mano dell'uomo che se ne serve"

Benjamin Monferat (pseudonimo di Stephen M. Rother) nasce il 27 ottobre 1968 a Wittingen, Germania. Storico e scrittore, è stato profondamente condizionato dalle storiche locomotive a vapore conservate nella piccola stazione ferroviaria vicino a dove è cresciuto e dalla vita del nonno, vissuto durante il Terzo Reich. In Italia è giunto grazie a Newton Compton per cui ha pubblicato "Lo strano mistero dell'Orient Express" e "Il mistero della Torre Eiffel".

venerdì 26 gennaio 2018

Consiglio per il weekend; "L'amico ritrovato" di Fred Uhlman

In un occasione così toccante e particolare, anche il mio consiglio di lettura non poteva non essere da meno.
"L'amico ritrovato" di Fred Uhlman è senza dubbio uno dei miei libri preferiti, forse uno dei primissimi che mi sono entrati dentro e che ancora, a vederne anche solo la copertina, libera in me emozioni fortissime.
Scritto nel 1971 con il titolo originale in lingua inglese "Reunion" dallo scrittore tedesco di origine ebraica Fred Uhlman è il primo romanzo della cosiddetta Trilogia del ritorno, di cui fanno parte anche "Un'anima non vile" e "Niente resurrezioni, per favore".
La storia racconta dell'amicizia tra due ragazzi, Hans Schwarz, di origine ebraica, e Konradin von Hohenfels, appartenente ad una famiglia nobile tedesca, nella Stoccarda del 1932.
I due ragazzi condividono le loro giornate, del tutto ignari di quello che sta pian piano succedendo al paese, ma, quando nel 1933 Adolf Hitler sale al potere, i genitori di Hans lo spingono ad emigrare in America abbandonando sia la sua forte amicizia che tutta la sua vita fino ad allora.
Solo molti anni dopo Hans torna in Germania ed è allora che scopre la verità sulla storia del suo caro vecchio amico, giustiziato per essere stato coinvolto nell'attentato contro Hitler.
Oltre a leggere questo libro, se non l'avete ancora fatto, vi invito a vedere anche la trasposizione cinematografica uscita nel 1989.


Titolo: L'amico ritrovato
Autore: Fred Uhlman
Paese: Germania 
Titolo originale: Reunion
Genere: Romanzo
Pagine: 92
Casa editrice: Feltrinelli
Anno di pubblicazione: 1971
Prezzo di copertina: 7 euro copertina flessibile
Ebook: 2.99 euro
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Trama:

Nella Germania degli anni Trenta, due ragazzi sedicenni frequentano la stessa scuola esclusiva. L'uno è figlio di un medico ebreo, l'altro è di ricca famiglia aristocratica. Tra loro nasce un'amicizia del cuore, un'intesa perfetta e magica. Un anno dopo, il loro legame è spezzato.

Speciale Giornata della Memoria: Cinque libri per non dimenticare


Come tutti ben sappiamo domani, 27 gennaio, giorno in cui nel 1945 veniva aperto dalle truppe dell'Armata Rossa il cancello di Auschwitz e venivano rivelate al mondo le atrocità dei campi di concentramento,  si celebra la Giornata della Memoria, giornata mondiale in ricordo delle vittime dell'Olocausto.
Come ogni anni in questa occasione è impossibile non provare un forte senso di atrocità e cordoglio nei confronti di una delle più grandi ferite nella storia dell'intera Europa.
Tanti sono stati i libri dedicati a questo argomento, per me particolarmente doloroso considerando il rapporto che mi lega con quello che è adesso il popolo che si è macchiato di questo enorme crimine contro l'umanità. A miei tempi ne ho letto moltissimi ed ognuno di essi ha lasciato dentro di me qualcosa di profondo e indissolubile e , nonostante ora io cerchi in ogni modi da tenermi a debita distanza da questo argomento (solamente per nono stare troppo male), ho sentito la necessità di scrivere oggi questo piccolo articolo in cui riporto quelli che a mio parere sono i cinque libri migliori per comprendere ciò che è successo e, soprattutto, non dimenticare.
Ovviamente la classifica è solo una scelta di forma, ognuno di questi libri merita di essere letto indipendentemente dalla loro posizione.


5) "Il silenzio di Abram" di Marcello Kalowsky




L'intima storia di un figlio che decide di raccontare la storia del padre sopravvissuto al campo di Auschwitz.
Un racconto scaturito dalle domande di colui che non ha vissuto le atrocità ma che vuole conoscerle e, soprattutto, che ha giurato di dar voce al silenzio di chi gli ha dato la vita.










4) "Il pianista" di Wladyslaw Szpilman



Opera da cui è stato tratto il celebre film, è la raccolta di memorie del pianista ebreo polacco Wladyslaw Szpilman.
Il libro, che tratta degli orrori subiti durante le persecuzioni naziste, è stato pubblicato immediatamente dopo la fine della guerra e poi ristampato diversi decenni dopo (nel 1998) in seguito al ritrovamento del manoscritto da parte figlio di Szpilman che ha deciso di ristamparlo in lingua tedesca con il titolo "Das wunderbare Überlebe" ("La meravigliosa sopravvivenza") con l'aggiunta del diario dell'ufficiale nazista Wilm Hoselfeld.







3) "Diario" di Anne Frank

Il libro che ognuno di noi deve aver letto almeno una volta nella vita. Si tratta di una raccolta scritta appunto sotto forma di diario, originariamente in lingua olandese, della giovane Anne Frank, ragazzina ebrea nata a Francoforte e costretta ad emigrare insieme a tutta la famiglia in Olanda dove vivrà per anni in clandestinità.
Anne ci racconta la vita all'interno dell'appartamento segreto, condiviso anche con altre famiglie, fino a quando nell'agosto del 1944 verranno scoperti e reclusi in principio nel campo di Auschwitz e in seguito a quello di Bergen-Belsen dove Anne morirà di tifo nel febbraio o marzo del 1945.
Della famiglia Frank l'unico sopravvissuto sarà il padre, Otto, colui che renderà pubblico il diario della figlia.






2) "Il giardino dei Finzi-Cortini" di Giorgio Bassani


Pubblicato nel 1962, questo racconto di Giorgio Bassani è considerato uno dei pilastri della nostra letteratura.
Diventato celebre anche grazie alla trasposizione cinematografica diretta da Vittorio De Sita, l'opera, attraverso la creazione della famiglia Finzi-Cortini, narra la vera storia di Silvio Magrini, direttore della comunità ebraica di Ferrara dal 1930, e della sua famiglia; la moglie Albertina, l'anziana suocera e il figlio Umberto. Borghesi, benestanti e di spirito patriottico, decisero di rimanere nella loro città nonostante la promulgazione delle reggi razziali del 1938 e finiranno per essere deportati e morire nel campo di Auschwitz






1) "Se questo è un uomo" di Primo Levi


 Libro memorialistico che non ha bisogno di presentazioni e che non poteva non essere posizionato al primo posto di questa classifica. Scritto tra il dicembre 1945 e il gennaio 1947 rappresenta in modo diretto e sconvolgente la realtà vissuta dall'autore durante la sua prigionia nel campo di concentramento di Monowitz.
Lo stesso Levi in prima persona ha annunciato che questo libro non è nato come critica o modo per muovere accuse contro i colpevoli, ma bensì dal bisogno di irrinunciabile di raccontare la verità agli altri, di renderli partecipi.








Spero che questo mio articolo speciale vi sia piaciuto e che abbia smosso all'interno di voi qualcosa che vi spinga a comprendere e conoscere questi terribili avvenimenti storici.
Come premesso i libri che parlano di questo argomento sono moltissimi quindi se ne avete letto qualcuno che più di altri ha mosso dentro di voi sentimenti importanti vi invito a scriverli nei commenti.
Ogni opportunità è importante per non dimenticare.

Speciale novità; "Geeko Editor" la Casa Editrice Social


Buongiorno cari amici lettori!
Iniziamo questo venerdì con un articolo decisamente speciale.
Chi di noi amanti dei libri non impazzirebbe all'idea di poter scegliere in prima persona quali manoscritti diventeranno romanzi e quali no? Bene, è con grande gioia che vi informo che ora questo è davvero possibile grazie ad una nuovissima casa editrice digitale di nome "Geeko Editor".
Nata solamente qualche mese fa, questa nuova piattaforma offre possibilità assolutamente innovative e sorprendenti, ispirandosi ad alcune caratteristiche dei più famosi social network.
All'interno del sito, gli appassionati di lettura e di scrittura possono collaborare tra loro, gestendo un profilo personale attraverso il quale discutere di scrittura e di libri, pubblicare i propri racconti e recensire le opere che hanno letto e apprezzato.
Se siete aspiranti scrittori, potete avere modo, quindi, di mettere il luce le vostre opere, conoscendo così il parere dei futuri possibili lettori e saggiare la propria scrittura, partecipando anche a vari contest a tema.
Ogni iscritto, scrittore e lettore, ha la possibilità di gestire un proprio blog letterario in cui mostrare le proprie idee e infine, assolutamente non per minor importanza, come detto in precedenza, collaborare con la casa editrice per costruire insieme al sua offerta, che verrà poi pubblicata in ebook ad un prezzo decisamente conveniente.
"Geeko editor" è soprattutto una casa editrice digitale che ha come grande ambizione quella di riscrivere le regole dell'editoria dando un ruolo fondamentale a coloro che successivamente acquisteranno le loro opere.
Il processo di selezione si basa su due step; uno tradizionale, nel quale lo staff valuta attentamente le conformità dell'opera presentata dall'autore secondo i minimi standard di qualità e conformità morale e un secondo, molto più innovativo, in cui i membri della community leggono il testo, lo valutano, si confrontano e decidono se esso soddisfa le loro esigenze e merita di essere pubblicato oppure no.
Idea editoriale decisamente puntata verso il futuro e fondata su quello che è il mondo letterario di oggi, nato dalle idee di tre professionisti in grado di assistere e supportare i lavori della community con le proprie competenze; Alba Grazioli, CEO e responsabile della linea editoriale, Lidia Verdone, grafica, e Fabio Antenucci, social media menager e responsabile della comunicazione.
"Geeko Editor" è una novità che merita attenzione e che da a noi lettori, scrittori e blogger grandissime possibilità. Vi invito quindi a dare un occhiata a loro profili social  FacebookInstagram e Twitter e soprattutto fare un salto sul loro bellissimo sito che potete trovare a questo link Geeko Editor - Casa Editrice Social
Sono le iniziative a fare andare avanti il mondo, soprattutto quello dei libri.



mercoledì 24 gennaio 2018

Recensione; "Vincent" di Barbara Stok

Restando a tema arte, voglio presentarvi un'altra mia ultima lettura che definirei veramente insolita e particolare.
Era da diverso tempo che desideravo acquistare una Graphic Novel, uno stile letterario sempre più di tendenza ma a me quasi totalmente sconosciuto.
Grazie alla book challenge di IRead avrei potuto finalmente avere questa possibilità, la cosa difficile però era sceglierne una tra le tantissime presenti in libreria e online
Qualche giorno fa tra le offerte lampo di Amazon figurava anche una bellissima opera sulla vita di Vincent Van Gogh creata dalla più celebre fumettista olandese Barbara Stok e la scelta non poteva che ricadere su di lei.
Ecco la mia recensione (da persona completamente ignorante in materia fumetto)


Titolo: Vincent
Autore: Barbara Stok
Paese: Paesi Bassi
Titolo originale: Vincent
Genere: Graphic Novel/Fumetto
Pagine: 141
Casa editrice: Bao Publishing
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo di copertina: 15 euro 
Ebook: 7.99 euro, disponibile con KU

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Vincent Van Gogh parte da Parigi per dirigersi ad Arles, caratteristico borgo provenzale, in cui il pittore ha intenzione di realizzare un grande sogno; creare una casa per artisti in cui poter vivere e lavorare insieme, scambiandosi idee e passioni. Le complicazioni però sono sempre in agguato per questo artista che sembra essere compreso solo dal caro fratello Theo, e Vincent arriverà ad essere preso in gioco dalla sconforto. Solo quando il caro amico Gaugin giunge finalmente ad Arles che le cose sembrano finalmente andare per il meglio.. peccato che quello sia solo l'inizio di una storia che non potrà mai essere dimenticata.


Premetto dicendo che è la primissima volta che leggo un fumetto (a parte Topolino e Diabolic.. che però non penso che valgano) quindi ciò che posso esprimere è solamente un'opinione scaturita da questa lettura. Vincent Van Gogh è senza dubbio uno dei miei artisti preferiti, tanto da avere la casa tempestata da diverse stampi dei suoi quadri più famosi e da averlo addirittura citato nel mio ultimo libro "Dillo alla luna" (con il suo bellissimo "I Girasoli").
Di lui amo il particolare stile artistico, l'immensa passione che metteva nel suo lavoro, il temperamento focoso e soprattutto il suo infinito credo nei sogni che, se diventati reali, avrebbero cambiato il mondo. Ritrovare la sua vita in una veste così particolare è stato senza dubbio interessante.
Le illustrazioni crete da Barbara Stok sono piacevole, anche se decisamente minimaliste, ricche di colori e da visione grafica molto forte, che si adatta egregiamente alla personalità di Van Gogh.
Ho apprezzato moltissimo come sono state realizzate alcune parti particolari di questo libro, quelle che riguardano i ricordi di Theo insieme al fratello, quelle tante pagine senza discorsi ma che mettono in evidenza gli oggetti degli studi di Vincent e soprattutto quelli in cui vengono descritti i terribili attacchi epilettici di cui era succube, in particolar modo quello che rappresenta il celebre taglio dell'orecchio dopo l'allontanamento di Gaugin. I colori ancor più pronunciati, le line seghettate, i punti che invadono la vignetta sono senza dubbio efficaci per rappresentare il clima di follia che caratterizzano questi momenti.
Se queste sono le caratteristiche dell'opera che mi sono piaciuti, ci sono purtroppo alcuni che non mi hanno convito a pieno; ho provato inanzi un po' di confusione nel riconoscere i personaggi in alcuni punti della storia. Se non avessi saputo che era stato Theo ad accompagnare Vincent alla stazione per la partenza per Arles non sarei riuscita a capirlo; stessa cosa succede con nel momento in cui si aspetta l'arrivo di Gaugin alla Casa Gialla, ma arriva un personaggio che poi si rivela non essere lui ma un altro amico. A mio avviso questi piccoli particolari minano un po' la lettura e qualche nome in più avrebbe reso tutto più semplice. Un'altra cosa è che ho trovato alcune fattori fondamentali della vita di Vincent, come, ad esempio, il rapporto con la prostituta di Arles che lui finirà per sposare, affrontati con un po' troppa superficialità. In fin dei conti, anche considerando come finisce, il libro è più incentrato sul rapporto tra i due fratelli Van Gogh che sulla vita di Vincent.
Detto questo, è stata un esperienza che mi è piaciuta e che sono stata contenta di aver fatto ma dalla quale forse mi aspettavo un po' di più.

Voto: 6.5

Frase: "Tireremo l'aratro fino a quando non potrà più andare avanti. Fino a quel momento potremo ancora guardare con stupore le margherite e le zolle di terra appena arate e i rami dei cespugli in primavera, i cieli azzurri sereni d'estate, le grandi nuvole in autunno, gli alberi nudi in inverno, il sole, la luna e le stelle. Qualsiasi cosa accada, tutto questo ci appartiene"



Barbara Stok nasce il 24 febbraio 1970 a Groninga, nei Paesi Bassi, dove vive tutt'ora con il marito.
Una delle più celebre fumettiste olandesi, è diventata famosa per i suoi candidi fumetti autobiografici, con cui si pone con ironia ed umorismo le grandi domande della vita.
La sua opera "Vincent" è stata tradotta in tutto il mondo.

Recensione; "¡Viva la Vida!" di Pino Cacucci

Buongiorno carissimi amici lettori!
Come promesso ritorno da voi con una nuova recensione, il secondo libro che ho terminato nel corso dello scorso weekend; "¡Viva la Vida!" breve ma estremamente piacevole piccolo saggio sulla vita di Frida Kahlo scritto da Pino Cacucci.
Ecco il mio commento


Titolo: ¡Viva la Vida!
Autore: Pino Cacucci
Paese: Italia
Genere: Saggio d'arte
Pagine: 77
Casa editrice: Feltrinelli
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo di copertina: 8 euro I Narratori, 7 euro Universale Economica. Entrambe copertina flessiile
Ebook: 4.99 euro 

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Viva la Vida!" è un interessante piccolo saggio sulla vita di Firda Kahlo, artista messicana vissuta nella prima metà del secolo scorso. Frida (all'anagrafe Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón) nacque a Cayoacàn il 6 luglio 1907. Quando ha solo diciotto anni un terribile incidente mentre tra viaggiando su un autobus la mutila orribilmente, destinandola ad una vita di cure e dolorose operazioni. Questo saggio, strutturato in tre parti, la prima in cui a parlare è proprio la stessa Frida; la seconda in cui Pinco Cacucci dona alle vicende narrate qualche dettaglio in più, e infine la terza in cui l'autore condivide con noi la costruzione del suo libro, inizia proprio dall'incidente per proseguire verso il complicato amore di Frida verso il marito Diego Rivera, celebre muralista, convinto comunista e famigerato donnaiolo, i tradimenti di quest'ultimo (in special modo quello con la sorella di Frida, Cristina) e infine il suo rapporto con Lev "Leon" Trotsky, che, ospitato a casa di Frida durante il suo esilio in Messico, finirà per rimanere da lei completamente ammaliato. 

Ho acquistato questo libro online qualche mese fa, spinta dalla curiosità di conoscere una delle artiste più grandiose ed eccentriche mai esistite; ciò che ho trovato in questa lettura non ha potuto che colpirmi, dandomi un interessante punto di partenza da cui poi approfondire.
Non mi capitato spesso, nella mia vita di lettrice, d'imbattermi in un autore della mia zona (a parte ovviamente l'indimenticabile Umberto Eco), soprattutto se dalle immense capacità narrative come quelle che può vantare Pino Cacucci, autore alessendrino che dopo aver dato vita a vari saggi sulla storia messicana, decide di dedicarne uno al pilastro fondamentale dell'arte di questo paese.
Ho apprezzato moltissimo la prima parte del libro, quella in cui ci viene presentato un lungo monologo in cui è Frida a parlare della vita, analizzando gli avvenimenti fondamentali e dando voce ai proprio sentimenti e alla sua più profonda intimità.
Una lettura piacevole, sorprendente ed illuminante. Una finestra su un mondo che non conoscevo e che sicuramente continuerò a scoprire.


Voto: 7.5

Frase: "Quel 17 settembre 1925, la Morte mi ha fissato negli occhi, ha osservato il mio corpo nudo, insanguinato, coperto di polvere d'oro, e quando stava per protendere le braccia verso di me, quando ho sentito il suo alito gelido.. ho lanciato quell'urlo che non poteva uscire dalla gola di una moribonda, un urlo di rabbia, un urlo di amore per la vita che non volevo abbandonare a diciott'anni, ho urlato il mio "¡Viva la Vida!" e la Pelona, assordata, è rimasta stupefatta



Pino Cacucci nasce ad Alessandria l'8 dicembre 1955.
Dopo essere cresciuto a Chiavari, si trasferisce a Bologna per frequentare il DAMS. Negli anni ottanta vive per lunghi periodi a Parigi e a Barcellona per poi viaggiare molto in America Latina, soprattutto in Messico, dove ha abitato per diverso tempo. 
Nella sua lunga carriera ha pubblicato numerosi di narrativa e saggistica, tra cui "Outland rock", "Nessuno può portarti un fiore", "Mahahual", "Quelli di San Patricio", "Puerto Escondido" e "La polvere del Messico" da cui Gabriele Salvatores ha tratto l'omonimo film.

martedì 23 gennaio 2018

Parole in musica; Van Morrison "Tore Down a la Rimbaud"



Buon martedì a tutti voi, cari amici lettori!
Torna oggi un nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alla musica.
Oggi prendo spunto da un libro che ho avuto modo di leggere qualche mese fa "La casa alla fine del mondo" di Michael Cunningham, la cui recensione se volete potete leggere qui.
Sono tante le belle canzoni, molte dei quali vari pilastri della storia del rock americano, ma quella di cui ho scelto di parlarvi oggi ha particolare importanza perchè è quella che viene ascoltata quando Bobby si trasferisce a New York per iniziare a vivere con Jonathan e Clare.
L'artista in questione è Sir George Ivan Morrison, conosciuto in tutto il mondo semplicemente come Van Morrison. Nato a Belfast il 31 agosto 1945, cresce in una famiglia protestante e, influenzato dalla madre e dal padre, cantante lei e collezionista di dischi jazz e blues lui, inizia ad ascoltare musica fin dalla più tenera età e in seguito affermò di essere stato ispirato proprio dagli artisti preferiti dei suoi genitori tra cui Ray Charles e Solomon Burke.
Inizia prestissimo a suona diversi strumenti, dalla chitarra all'armonica a bocca, dalle tastiere al sassofono, e all'età di quindici anni, Morrison se ne va improvvisamente di casa per intraprendere la sua carriera musicale, Suona in diversi locali primi di entrare a far parte del gruppo dei Manarchs, con i quali partecipa ad una tournée in Europa.
Nel 1964 fonda il proprio gruppo, i "Them" con i quali raccoglie diversi successi e indice "Gloria" canzone destinata a diventare un classico del rock ed essere rifatta da numerosi altri artisti.
Dopo quella felice parentesi, intraprende una carriera solista, in bilico tra l'amore di gioventù per la musica nera e lo stretto legame con la musica tradizionale della sua terra d'origine, connubio che renderà il suo stile unico e dotato di una vocalità intensa ed incredibilmente espressiva.
Nella sua immensa carriera, Morrison ha pubblicato più di quaranta album, sette raccolte e a vinto la bellezza di quattro Grammy Awards.
"Tore Down a la Rimbaud" fa parte dell'album "A Sense of Wonder" pubblicato nel 1985 e prende punto dal poeta francese Arthur Rimbaud, divenuto famoso a soli quindi anni.
Morrison dichiarò di aver iniziato a scrivere questa canzone nel 1975, durante il triennio professionale inattivo dopo aver pubblicato l'album "Veedon Fleece" e di essere stato particolarmente colpito dal fatto che Rimbaud avesse deciso di smettere di scrivere a ventisei anni e che in seguito divenne un trafficante di armi.
Qui sotto potete trovare il link dove poterla ascoltare.
Noi ci risentiamo domani con una nuova recensione ed un bellissimo speciale!

Van Morrison "Tore Down a la Rimbaud"





lunedì 22 gennaio 2018

Recensione "Storia di chi fugge e di chi resta" di Elena Ferrante

Buongiorno amici lettori!
Diamo inizio a questa nuova settimana parlando di libri ed analizzando insieme il primo dei due libri che ho concluso nel corso del weekend; "Storia di chi fugge e di chi resta" terzo e penultimo capitolo della serie "L'amica geniale".
Ecco a voi la mia recensione ma fate attenzione, alla fine contiene un piccolissimo spoiler:


Titolo: Storia di chi fugge e di chi resta
Autore: Elena Ferrante
Paese: Italia
Genere: Romanzo
Pagine: 382
Casa editrice: Edizioni e/o
Anno di pubblicazione: 2013
Prezzo di copertina: 19.50 euro copertina flessibile
Ebook: 11.99 euro

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Tutto riprende dalla sera della presentazione del libro di Lenuccia e dall'improvviso incontro con Nino. Sono passati diversi anni dall'ultima volta che l'ha visto, da quando aveva iniziato una pericolosa relazione con Lila per lasciare lei e il figlio Rino a dover contare solo su solo stessi, ma la passione che Lenuccia ha sempre provato nei suoi confronti sembra essere rimasta immutata da quando erano piccoli. Le cose però ora sono diverse, lei non è più una ragazzina, ora è una donna in carriera, famosa, sicura di sé e soprattutto promessa a Pietro, il giovane professore, con cui a breve si sposerà.
È così che Lenuccia riuscirà finalmente a chiudere con il suo passato, con il rione da cui tanto ha voluto scappare, per trasferirsi a Firenze e buttarsi a capofitto in una nuova e ben diversa vita; quella della moglie in principio e della madre di due splendide bambine, Adele ed Elsa, in seguito.
Quella vita all'apparenza così perfetta però ben presto si rivela essere non proprio come se l'aspettava e la giovane donna, annoiata e insoddisfatta, dovrà trovare modi alternativi per tenersi impegnata; dalle lotte femminista e in ben meno onerosi rapporti clandestini.
Nel frattempo a Napoli, Lila, che vive con Enzo e il piccolo Gennaro, diventa improvvisamente protagonista delle lotte per i diritti dei lavoratori nello stabilimento di salumi nel quale lavora; il primo di una lunga serie d'impegni che le farà correre grandi pericoli prima di riportare la sua strana in direzione del vecchio rione.
E mentre l'Italia viene scossa dagli scontri tra fascisti e comunisti, la vita delle due amiche e degli abitanti del rione, molti dei quali schierati alle due fazioni, si legherà indissolubilmente al corso della storia, portando entrambe a compiere decisioni che segneranno la loro vita per sempre.


"Storia di chi fugge e di chi resta" è il terzo volume di una serie che mi hanno colpito maggiormente in questo ultimo periodo, e sapete quanto a me le serie piacciono.
Delle opere della Ferrante che ho letto fin ora mi piace senza dubbio lo stile di scrittura, fluido e ben costruito, e soprattutto il suo modo di far vivere i personaggi all'interno di vicende sempre più innovative e sorprendenti.
Ancora una volta risulta fondamentale il piccolo glossario all'inizio, una sorta di "nelle puntate precedenti" in cui vengono riassunti gli avvenimenti passati e i rapporti dei vari personaggi nel corso della storia; si tratta infatti di una vicenda senza dubbio complessa e articolata ma il fatto che i personaggi, seppur tanti, siano pressapoco sempre gli stessi permette al lettore di provare sia un'affezione sempre maggiore per i quelli amanti, sia un'antipatia sempre più pronunciata per quelli odiati. È  incredibile quante vicende diverse Elena Ferrante sia capace d'inventarsi per rendere le sue storie sempre ricce di movimento e di capovolgimento di fronte.
Un'altra cosa che ho apprezzato moltissimo è il rapporto che ha questa storia in particolare con il clima politico e storico che interessa gli anni in cui è ambientata; ci troviamo infatti negli anni '70 gli anni delle rivolte studentesche, delle lotte per i diritti dei lavoratori, dell'insorgere dei primi movimenti femministi e soprattutto gli anni degli terribili scontri tra fascisti e comunisti. Importanti avvenimenti storici che hanno forgiato il nostro Paese e che vengono espressi egregiamente attraverso le due protagoniste e tutti i loro vecchi amici.
La storia di Lila e Lenuccia è stata capace fin dal primissimo momento di entrare all'interno di me e facendolo è inevitabile giungere anche ad alcune cose che mi hanno dato profondamente fastidio; c'è una cosa che non ho proprio sopportato e riguarda proprio colei che ha deciso di narrare la storia e le sue scelte personali nei riguardi di Nino, il suo innamorato storico.
Nonostante tutto quello che è successo, il modo in cui lui si è comportamento con Lila, coinvolgendola in una pericolosa passione e mettendola incita per poi sparire nel nulla, e in seguito anche con Silvia, un nuovo personaggio, anche lei messa incita e abbandonata, Elena continua ad amarlo! Il suo amore nei suoi confronti non ha subito il minimo cambiamento ma questo non è tutto perchè non solo lo idolatra e lo difende a spada tratta ma ( ecco il piccolo spoiler!) alla fine decide addirittura di lasciare il marito e le figlie per mettersi con lui! D'accordo che l'amore resiste a qualsiasi cosa ma così mi sembra un po' troppo.
Io, personalmente non la capisco, e se devo proprio dirla tutta, credo proprio che questa ragazza abbia alzato un po' troppo le ali.
Continuo a preferire Lila, colei che non ha paura di nulla, che affronta le situazioni a testa alta e, grazie alla profonda cattiveria racchiusa in sé, riesce sempre a cavarsela in ogni situazione, seppur dovendo piegarsi qualche volta ad un potere più grande..
Detto questo, sono tanto, ma tanto, curiosa di scoprire come questa storia finirà nel quarto ed ultimo capitolo "Storia della bambina perduta" che leggerò il prima possibile, probabilmente nel corso del prossimo mese.
Se qualcuno di voi ha letto questa serie e vuole parlarne con me sono più che felice di farlo, Mi farebbe davvero piacere sapere se la pensate come me oppure no.

Voto: 8

Frase: "Non è il rione ad essere malato, non è Napoli, è il globo terrestre, è l'universo, o gli universi. E l'abilità consiste nel nascondere e nascondersi lo stato vero delle cose"



Elena Ferrante è nata a Napoli, città che ha abbondato molto presto per andare a vivere all'estero.
Dei primi due libri pubblicati "L'amore molesto" e "I giorni dell'abbandono" sono state creati due bellissimi film dalla regia di Mario Martone e Roberta Faenza. "Storia di chi fugge e di chi resta" è il terzo capitolo della serie "L'amica geniale", preceduto dall'omonimo libro e "Storia del nuovo cognome" e seguito da "Storia della bambina perduta".
Di sua pubblicazione anche "La figlia oscura".