Ben ritrovati
carissimi amici lettori!
Come avrete potuto
notare questa settimana non ho potuto essere attiva qui sul blog,
cosa che mi rende veramente tanto triste. Per via dell’inizio di un
nuovo lavoro (yeeeaaah!) ho dovuto allontanarmi da casa (ueee!) e
stabilirmi in modo semi fisso a Novi Ligure e nell'attesa di
sistemarmi e, soprattutto, stabilire la connessione internet anche
qui non ho potuto accedere al blog.
Scrivo questo post
sfruttando una toccata e fuga a Valenza, dove sono tornata per
sbrigare alcune faccende, ma probabilmente questo sarà l’unico
articolo di questa settimana, a meno che Linkem mi faccia la grazia e
mi mandi il modem prima del weekend. Finger Crossed!
Detto questo, se la
mia attività online sta subendo un momento di stallo, di certo non
lo fa quella da lettrice! Le mie letture correnti del mese proseguono
e giusto ieri ho dato inizio alla lettura di “Il predicatore” di
Camilla Lackberg, secondo libro della sua famosa serie che promette molto bene.
Oggi però vi parlo
del libro appena concluso, finito giusto giusto nei giorni scorsi; si
tratta del quarto e ultimo capitolo della serie “L’amica geniale”
“Storia della bambina perduta”!
Bando alle ciance,
ecco la mia recensione!
Titolo: Storia della bambina perduta
Autore: Elena Ferrante
Paese: Italia
Genere: Romanzo
Pagine: 451
Prima
pubblicazione: 2014
Casa
editrice italiana: Edizione e/o
Anno
di pubblicazione: 2016
Prezzo
di copertina: 19.50 euro copertina flessibile
Ebook: 12.99 euro
Lenù e Lila sono
ormai delle donne adulte. Entrambe con figli (la prima due bambine,
la seconda un maschio), entrambe con un matrimonio fallito alle
spalle, entrambe alle prese con una nuova storia d’amore, Lila con
il caro Enzo e Lenù con l’affascinante ma famigerato Nino di cui è
stata innamorata per tutta la vita e per il quale ha deciso di
lasciare ufficialmente Pietro e la sua bellissima vita a Firenze per
tornare a vivere a Napoli.
Nonostante il volere
di tenersi lontana dal rione, desiderio che dopo la nascita della
piccola Imma, figlia appunto di Nino, si accentua ancora di più,
Elena sarà costretta lentamente, prima per la malattia della madre
ed in seguito all'allontanamento di Nino, a ritornare al punto di
partenza, al rione dove tutto è iniziato; il rione in cui c’è
Stefano Carracci, l’ex marito di Lila e padre del piccolo Gennaro,
ormai caduto in disgrazia, il rione in cui ci sono i suoi fratelli
finiti a lavorare in misteriosi traffici illeciti, il rione in cui
c’è Carmen, rimasta sola dopo la sparizione di Pasquale, c'è Alfonso, che continua la lotta con sé stesso e il suo
progetto di assomigliare sempre di più alla donna che ha sempre idolatrato, il
rione in cui ritorna Antonio con la moglie tedesca e i due figli, il
rione in cui ci sono i perfidi fratelli Solara, con il quale ha
finito per imparentarsi dopo il matrimonio di sua sorella Elisa con
Marcello. E soprattutto il rione dove c’è Lila, la sua grande e
complicata amica a cui per tutta la vita è stata legata da un
rapporto di affetto di invidia, di malessere e di compassione. È la
sua storia che ha raccontato in questi quattro libri per cercare di
riafferrarla, di riportarla a sé, senza però riuscire a sapere di
esserci riuscita davvero.
Come penso ormai
sappiate a me le serie piacciono da morire; mi piacciono perché la
storia non finisce in un solo libro ma va avanti nel corso del tempo,
perché posso vederla evolvere insieme ai personaggi che la
compongono, perché ti accompagna per un lungo periodo e ti lascia
inevitabilmente qualcosa dentro. Ebbene, questa è una delle serie
che più c’è riuscita.
La storia di Lila e
Lenù, iniziata nel primo famoso capitolo “L’amica geniale” e
continuata in “Storia del nuovo cognome” e “Storia di chi fugge
e di chi resta”, è la storia di una bambine cresciute in un rione
di Napoli che portano avanti la loro amicizia per tutta la vita fino
alla vecchiaia quando improvvisamente Lila sparisce nel nulla,
cancellando non solo sé stessa ma ogni traccia di sé. Lenù allora,
che negli anni ha conquistato il sogno diventano una scrittrice di
fama internazionale, autrice di numerosissimi libri, decide di
raccontare la sua storia, incatenandola con la propria e con quelli
di tutti gli abitanti del rione.
Anche in questo
ultimo capitolo gli argomenti trattati sono davvero tantissimi,
alcuni legati agli avvenimenti storici di questo particolare periodo
(dagli anni 80 al 2000) come il terribile terremoto di Napoli o il terrorismo con il
rapimento e l’uccisione di Aldo Moro, altri alla vita dei
personaggi che con la loro poliedricità occupano dei ruoli
talmente tanto vasti da riuscire a mostrarci la realtà di quegli anni
e anche in qualche modo dei nostri, come il traffico e l’uso di
droga, le malattie trasmesse sessualmente, il cancro, l’omossesualità
e i transgender (raccontata splendidamente attraverso Alfonso
Carraci, a mio avviso uno dei personaggi più belli di tutta la
serie), il rapimento di bambini..
È
incredibile
la capacità che ha avuto Elena Ferrante nel prende tutti questi
elementi e mischiarli insieme in questa serie che senza ombra di
dubbio è destinata a sconvolgere a scavare all’interno del lettore
per seminare qualcosa al suo interno e farlo ragionare su quella che
è la verità della vita, fatta di scelte e, necessariamente, di
conseguenze.
Ho
apprezzato molto la circolarità dell’intera narrazione e la scelta
appunto di “chiudere il cerchio” facendo ritornare Elena al rione
dopo la sua estenuante lotta per allontanarcisi e farle ritrovare lì
proprio tutto ciò che aveva cercato altrove. Devo
ammettere però che la leggera antipatia nata nei suoi confronti
specialmente nel terzo capitolo non è del tutto svanita, pur avendo
apprezzato alcune sue scelte continuo a preferire a lei la dispotica
e vulcanica Lila, nonostante la sottile cattiveria e il fatto che non
si faccia acchiappare nemmeno per un attimo lasciando sul suo vero sé
uno spesso alone di mistero.
Più di tutti gli altri libri della serie, questo ultimo capitolo è un inno a Napoli, alla bruttezza ma anche all'incredibile bellezza di questa città troppo spesso denigrata ingiustamente, descritta splendidamente attraverso la descrizione di alcuni punti d'interesse poco conosciuti ma assolutamente splendidi come Piazza dei Martiri.
Di
questo ultimo capitolo ho apprezzato la realtà, a sorpresa ancor più
presente rispetto ai libri precedenti, la crudeltà e addirittura
anche la più vile violenza che rende un epilogo, forse doloroso, ma
assolutamente adatto a quella che è stata l’intera storia. Ho amato soprattutto moltissimo il piccolo capitolo finale, una perla
che emoziona e lascia il lettore con un sorriso sulle labbra.
È
un un po’ di malinconia che dico addio a questa saga, sapendo (e
sperando!) però di poterla riafferrare nella nuovissima serie
televisiva a lei ispirata che uscirà durante l’anno! Ovviamente ne
riparleremo insieme!
Voto:
8
Frase:
“A che sono servite dunque tutte queste pagine. Puntavo ad
afferrarla, a riaverla accanto a me, e morirò senza sapere se ci
sono riuscita. A volte mi chiedo dove s’è dissolta. In fondo al
mare. Dentro un crepaccio o in un cunicolo sotterraneo di cui lei
sola conosce l’esistenza. In una vecchia vasca da bagno colma di un
acido potente. Dentro un fosso carbonario d’altri tempi, di quelli
a cui dedicava tante parole. Nella cripta di una chiesetta
abbandonata di montagna. In una delle tante dimensioni che noi non
conosciamo ancora ma Lila sì e ora se ne sta là insieme alla
figlia”
Elena Ferrante è nata a Napoli, città che ha abbondato molto presto per andare a vivere all'estero.
Dei primi due libri pubblicati "L'amore molesto" e "I giorni dell'abbandono" sono state creati due bellissimi film dalla regia di Mario Martone e Roberta Faenza. "Storia della bambina perduta" è il quarto ed ultimo capitolo della serie "L'amica geniale", preceduto dall'omonimo libro, da "Storia del nuovo cognome" e da "Storia di chi fugge e di chi resta".
Di sua pubblicazione anche "La figlia oscura".